Cimitero levantino, Ferrara
Ferrara

Cimitero Ebraico Levantino

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Via Arianuova
Ferrara (FE)

A Ferrara un secondo cimitero fu in uso fino alla fine del XIX secolo circa dagli ebrei sefarditi, in prevalenza portoghesi .
Si presenta ancora come un piccolo campo rettangolare in cui, tempo addietro, si accedeva solo attraverso un'autofficina. Oggi ha un’entrata autonoma laterale, costituita da un porta, le cui chiavi sono in possesso della Comunità ebraica.
Il cimitero documenta la presenza a Ferrara degli ebrei provenienti dalla Spagna e dal Portogallo i quali chiesero ed ottennero dagli Estensi il permesso di avere un proprio luogo di sepoltura. L'esistenza di un cimitero sefardita è documentata dalla prima metà del XVI secolo.
Quello tuttora visibile risale al 1570, come risulta da documenti notarili che attesterebbero l'acquisto di un terreno da parte di due ebrei portoghesi di Ferrara, situato fra le vie Santa Caterina da Siena (oggi Aria Nuova) e via del Pavone.
Il cimitero fu quindi ampliato nel 1647 e nel 1739.
Attualmente il cimitero, in disuso dalla seconda metà del XIX secolo, si presenta con solo 4 lapidi, tutte appartenenti a membri della famiglia Saralvo. La stele dedicata a Giuseppe Saralvo morto nel 1879, è unica per il suo aspetto monumentale; l'iscrizione è scolpita sia in ebraico che in italiano.
Le altre tre sono simili fra di loro e presentano la raffigurazione di una colomba che regge un ramo di ulivo, posata su un monte: una è dedicata a Yosef e Cremisina Saralvo, deceduti l'uno nel mese di Adar 5586 (marzo 1826 ), e l'altra nel mese di Nissan del 5571 (aprile 1811); le altre due sono a nome di Mario Saralvo (Av 5622-agosto 1862 ), e dalla sua vedova Consola Cavalieri Saralvo (Adar 5627-febbraio 1867).



Nel 1879 alcuni cittadini ferraresi contestarono la presenza del cimitero, ritenuto troppo vicino alle abitazioni. Venne verificato dalla commissione della Sanità che soltanto una casa era a ridosso di un muro di cinta e che le altre distavano almeno trenta metri; inoltre il Rabbino Salomone Reggio fece notare che nell'anno 1879 erano stati inumati solo due defunti e che comunque erano rimasti solo tre gli ebrei sefarditi con diritto di sepoltura in quel luogo.


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