La Fornace Galotti, sede del Museo (Museo del Patrimonio Industriale, archivio fotografico, foto R. Bertuzzi)
Modello di mulino da seta
Strumentazione tecnico scientifica delle Collezioni Aldini-Valeriani nel forno Hoffmann (Museo del Patrimonio Industriale, archivio fotografico, foto R. Bertuzzi)
(Museo del Patrimonio Industriale, archivio fotografico, foto R. Bertuzzi)
(Museo del Patrimonio Industriale, archivio fotografico, foto R. Bertuzzi)
Targa in bronzo, esposta all'esterno del Museo, con il logo del riconoscimento “Museo di Qualità” assegnato dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.
Bologna

Museo del Patrimonio Industriale

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi

Campigotto A., Curti R., Grandi M., A. Guenzi M.(a cura di), Prodotto a Bologna: una identità industriale con cinque secoli di storia, Edizioni Renografica, Bologna, 2000.


Curti R. e Grandi M. (a cura di), Imparare la macchina: industria e scuola tecnica a Bologna, Editrice Compositori, Bologna 1998.


Curti R. e Grandi  M. (a cura di), Per niente Fragile: Bologna capitale del packaging, Editrice Compositori, Bologna 1997.

Museo del Patrimonio Industriale, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 9.

«Scuolaofficina»: semestrale di cultura tecnico-scientifica del Museo del patrimonio industriale di Bologna.

Museo del Patrimonio Industriale, in Franzoni G., Baldi F. (a cura di), Bologna: una provincia, cento musei: l'archeologia, le arti, la storia, le scienze, l'identità: guida, Bologna, Provincia Settore cultura, Pendragon, 2005, p. 101.

Curti R., Grandi M., Guida al Museo del Patrimonio Industriale. Cinque secoli di storia in una fornace da laterizi, Bologna, 2003.

Tozzi Fontana M., Museo del Patrimonio Industriale, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 91, n. 14.

Bigalli C., Curti R., Grandi M.(a cura di), L'Antica Città dell'Acqua e della Seta: raccolta antologica da Scuolaofficina, Bologna, Compositori, 1999.

Bigalli C., Curti R., Grandi M. (a cura di), La Metamorfosi Industriale della Città, Bologna 1999, riproduzione in fotocopia.

Curti R., Grandi M. (a cura di), Conoscere la Macchina a Vapore, Bologna 1999.

Bigalli C. (a cura di), Ruote e Canali. Per conoscere l'antico sistema idraulico artificiale di Bologna: Dossier per gli insegnanti, riproduzione in fotocopia.

Bigalli C. (a cura di), Le Antiche Macchine mosse dall'Acqua: il Mulino, riproduzione in fotocopia.

Bigalli C. (a cura di), Dall'Acqua al Vapore: Dossier per gli insegnanti, riproduzione in fotocopia.

Bigalli C. (a cura di), Sole Terra Luna: Dossier per gli insegnanti, riproduzione in fotocopia.

Bigalli C. (a cura di), La Fornace Galotti e la Produzione dei Laterizi: Dossier per gli insegnanti, riproduzione in fotocopia.

Bigalli C. (a cura di), Modelli di produzione: Dossier didattico, riproduzione in fotocopia.

Bigalli C. (a cura di), I Luoghi del Lavoro: Dossier, riproduzione in fotocopia.
ex Fornace Galotti
Via della Beverara, 123
Bologna (BO)
Industriale e/o d'impresa
Strumentazione scientifica
Tematico
Fondato nel 1982, il museo è nato dalla riscoperta dei materiali storici dell'Istituto Tecnico Aldini Valeriani, voluta dal comune di Bologna in occasione del centenario della più antica scuola tecnica cittadina. La ricerca, condotta da un gruppo di studiosi di storia economica dell'Università di Bologna, è sfociata nella mostra "Macchine Scuola Industria" allestita nell'ex Sala Borsa tra il 1980 ed il 1981. Da allora fino alla metà degli anni Novanta, il patrimonio del museo ha trovato spazio in un'ala dell'edificio che ospita l'Istituto scolastico. Oggi il museo, ubicato presso l'ex fornace Galotti, racconta la storia della Bologna industriale, dal Medioevo ai giorni nostri. Le collezioni si compongono di un nucleo principale costituito dal materiale proveniente dagli istituti tecnici ed utilizzato per le applicazioni didattiche: attrezzi, modelli, macchine funzionanti ad energia idraulica, elettrica e a vapore, e di modelli presentati alle esposizioni internazionali del secolo scorso. La raccolta museale si è poi arricchita nel tempo di attrezzature, macchine automatiche per il confezionamento, prototipi e modelli per il settore motoristico, meccanico, elettronico, attrezzature per le tipografie e da ultimo apparecchiature per le attività mediche, che documentano la varietà del patrimonio industriale e l'eccellenza raggiunta dalla città in questi settori.
Il percorso espositivo si apre con la ricostruzione dell’organizzazione produttiva dell’antica “Città dell’acqua e della seta” che ha visto Bologna – tra i secoli XV-XVIII – esportare filati e veli di seta in tutto il mondo occidentale. Questa supremazia produttiva entra in crisi alla fine del secolo XVIII quando la Rivoluzione Industriale costringe ad aggiornare saperi e organizzazione del lavoro. Bologna è costretta a riprogettare il proprio futuro, puntando sulla formazione tecnica come elemento strategico di rinnovamento. Da questa scelta, oltre che dall’esistenza di fattori economici, organizzativi, logistici e amministrativi favorevoli, scaturisce la ripresa produttiva della città nella seconda metà dell’Ottocento che porterà un secolo dopo all’affermazione dell’attuale distretto meccanico ed elettromeccanico.

Il museo rende concreto un approccio decisamente originale alle tematiche dell'archeologia industriale - considerate alla luce della nozione più ampia di "patrimonio industriale" - secondo un metodo non dissimile da quello adottato per il Museo della civiltà contadina di San Marino di Bentivoglio. In particolare, gli studi sull'assetto produttivo bolognese durante l'antico regime, si sono tradotti in un percorso espositivo che ha come chiave di volta la storia della produzione serica, fondata su un assetto idraulico urbano in grado di fornire energia a un gran numero di ruote motrici (la più alta concentrazione fu raggiunta nel XVII secolo) distribuite lungo il percorso dei canali in città. Tra i pezzi più importanti è da annoverare il modello ligneo in scala 1:2 di un mulino da seta bolognese del secolo XVII, costruito dagli insegnanti e dagli allievi dell'istituto, sulla scorta di disegni originali dell'epoca. Stretto è il rapporto con il mondo dell'industria bolognese, documentato dalle collezioni che compongono il percorso espositivo. Intensi sono pure gli scambi con le strutture scientifiche preposte alla valorizzazione del patrimonio industriale mondiale. Il percorso museale è corredato da un archivio e da una biblioteca storica.

Established in 1982, the Museum can trace its roots back to the Istituto Tecnico Aldini Valeriani's rediscovery of historic material - upon the request the Municipality of Bologna - for the centenary celebrations of the oldest technical school in town. The research was carried out by a group of Economic History students from the University of Bologna and culminated in the "Macchine Scuola Industria" exhibition held in the former Sala Borsa between 1980 and 1981. From that date, and up until the mid-1990s, the Museum’s collection was housed in a wing of the school building. Today, the Museum is found in the former Galotti kiln and relates the history of industrial Bologna, from the middle ages to the present day. Its collections are made up of a main nucleus, which mainly contains materials from technical schools used for teaching purposes, such as implements, models, hydraulic, electric, and steam-powered machines, and models presented at international expositions held during the last century. Over time, the Museum's collection has expanded to include tools, automatic packaging machines, prototypes, and models from the automotive, mechanical and electronic sector, printing equipment, and medical equipment, documenting the city’s extensive industrial heritage and the excellence it has achieved in these fields.The exhibition opens with the reconstruction of the production organization of the ancient "City of water and silk" which saw Bologna - between the 15th and 18th centuries - export silk yarns and veils throughout the Western world. This productive supremacy entered a crisis at the end of the 18th century when the Industrial Revolution forced the updating of knowledge and organization of work. Bologna is forced to redesign its future, focusing on technical training as a strategic element of renewal. From this choice, as well as from the existence of favorable economic, organizational, logistical and administrative factors, the productive recovery of the city in the second half of the nineteenth century arises, which will lead a century later to the affirmation of the current mechanical and electromechanical district.


The Museum provides a decidedly original approach to industrial architecture – examined in light of a wider concept of “industrial heritage” – using a method not unlike the one adopted by the Peasantry Museum of San Marino di Bentivoglio. In particular, studies on Bologna’s manufacturing structure under the old regime were translated into an exhibition whose cornerstone rests on the history of silk production. It was based on an urban layout capable of powering a large number of motorised wheels (the largest concentration was seen in the 17th century), which were distributed among the city's channels. Some of the most important pieces of the collection include a 1:2 scale model of a Bolognese silk mill of the 17th century, built by teachers and students from the institute according to original diagrams from the time. The Museum enjoys strong ties with Bologna’s industrial sector, as documented by the collections it contains. Moreover, it entertains intense exchanges with scientific structures that promotes industrial heritage around the world. In addition, the Museum also boasts an archive and a history library.

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