Musei Civici - Palazzo dei Musei
Via Spallanzani, 1
Reggio Emilia
arenaria
scultura
ambito preistorico
Paleolitico Superiore (35.000 a.C. - 12.000 a.C.)
cm 20,5 (a)
Statuetta di "Venere", nota come Venere di Chiozza, ricavata da un ciottolo di arenaria feldspatica calcarea. La testa ha una forma a cono rovesciato, con il profilo tondeggiante, ed è priva di lineamenti caratterizzanti il volto. Una profonda incisione sottolinea un breve collo, da cui partono le spalle sfuggenti e due seni cadenti che terminano sopra una pancia gonfia caratterizzata dall'ombelico. Il ventre è marcato, così come il sesso. Le gambe proseguono dritte e le ginocchia accennate. La parte posteriore sottolinea glutei voluminosi, e le gambe con riferimenti alla cavità poplitea posteriore al ginocchio. La statuetta è priva di braccia, mani e piedi. La figura, vista frontalmente, appare appiattita nelle sue forme (seni, ventre, gambe), mentre nella parte posteriore appare di forme più voluminose.

Le caratteristiche stilistiche e la scelta del materiale utilizzato richiamano senza dubbio le Veneri del Paleolitico, tuttavia il contesto di rinvenimento era situato in prossimità di alcuni importanti siti del Neolitico Antico e Medio e alcuni studiosi preferiscono ricondurla a quell'epoca. Per conciliare le due ipotesi si è anche supposto che il reperto potesse essere d'epoca paleolitica, ma riutilizzata dagli abitanti di Chiozza di epoca neolitica.
La statuetta fu rinvenuta a Chiozza di Scandiano nel 1940, da L. De Buoi, tra i materiali di rifiuto scaricati a Est di una cava d'argilla, tra alcuni ciottoli.