prospetto principale (foto Guglielmo 2004)
vista dal parco termale (foto Guglielmo 2004)
vista dal parco termale (foto Guglielmo 2004)
scorcio da una delle terrazze dell'ultimo piano (foto Guglielmo 2004)
la reception dell'albergo termale (foto Guglielmo 2004)
camerino bagni (foto Guglielmo 2004)
camerino bagni, la rubinetteria (foto Guglielmo 2004)
sala ristorante (foto Guglielmo 2004)
scala girante vista dall'alto (foto Guglielmo 2004)
scala girante vista dal basso (foto Guglielmo 2004)
il parco termale (foto Guglielmo 2004)
il parco termale (foto Guglielmo 2004)
cedro del Libano nel parco termale (foto Guglielmo 2004)
bottiglia in uso nel ristorante negli anni '30 del 1900 (foto Guglielmo 2004)
foto storica di Salsomaggiore con le Terme Tommasini in costruzione
foto storica di Salsomaggiore con le Terme Tommasini ultimate e la stazione ferroviaria in costruzione
cartolina storica
atrio della stazione ferroviaria, lunetta con allegoria dipinta da Giulio Rufa nel 1937 (foto Guglielmo 2004)
Salsomaggiore Terme

ex Terme Tommasini

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Viale Corridoni, 1
loc. Salsomaggiore
Salsomaggiore Terme (PR)

Le acque di Salsomaggiore, particolarmente ricche di sale, erano note fin dall'antichità. Sgorgavano spontaneamente, provenienti da depositi paleomarini imprigionati fra strati impermeabili vecchi di 15 milioni di anni, formando acquitrini salmastri. Nel II secolo a.C. una tribù celtica che viveva in questa zona, nota per l’attività dell’estrazione del sale da quest’acqua, fu assoggettata dai romani che iniziarono lo sfruttamento delle saline per il loro consumo. Le saline vennero poi abbandonate, pare a seguito di un terremoto che nel 589 sconvolse l’assetto geologico dell’area. Fu Carlo Magno, fra VIII e IX secolo a volere il ripristino delle sorgenti, mediante lo scavo di pozzi, che permisero di riattivare l’importantissima salina continentale. Proprio il valore di questa risorsa naturale fece si che la terra di Salso (toponimo in uso dall'877) fosse aspramente contesa. Nel 1204 fu scavato il Pozzo della Ruota che divenne tristemente famoso nel secolo XVI, sotto il ducato dei Farnese, perché gli ergastolani erano costretti a far funzionare manualmente la ruota per l’estrazione dell’acqua salata, al posto dei cavalli, fino allo stremo delle forze trovandovi anche la morte. Questa pratica fu interrotta solo all'inizio dell’Ottocento grazie all'intervento della duchessa Maria Luigia. Il riconoscimento delle qualità terapeutiche dell’acqua di Salsomaggiore avvenne per opera di Lorenzo Berzieri, medico presso l’ospedale di Borgo S. Donnino (l’attuale Fidenza) e appassionato studioso di acque termali, che nel 1839 le utilizzò per curare, in sole tre settimane, una bambina che presentava un’affezione ossea giudicata inguaribile. Il caso fu presentato a numerosi congressi medici ed ebbe risonanza anche all'estero. Cominciò così la storia termale di Salsomaggiore. Nel 1847 il medico Giovanni Valentini ottenne il riconoscimento ufficiale delle acque e Lodovico Rocca istallò in una casa di campagna il primo rudimentale stabilimento, attrezzato con semplici tinozze (così secondo Rosetti-Valenti, secondo Rubbi Tassinari Clò invece fu Berzieri ad istallare le tinozze e Rocca costruì il primo stabilimento). Dato il grande successo nel 1852 il conte Adhemar aprì, nel punto in cui nel 1923 verrà inaugurato lo stabilimento Berzieri, il primo vero stabilimento, con 12 vasche per i bagni alimentate con l’acqua madre, cioè quella che residuava dall’estrazione del sale. L’attività delle saline continuava infatti parallelamente a quella termale. Anche il governo ducale di Maria Luigia contribuì al completamento del nuovo edificio. Nel 1857 il marchese Guido della Rosa ampliò lo stabilimento. Negli ultimi anni dell’Ottocento il professor Baistrocchi aprirà un “sanatorium” per curare i meno abbienti. Negli stessi anni sorsero anche le terme Magnaghi, eleganti e moderne, destinate ad una clientela ricca. La città si avviava a diventare un centro termale di fama europea. Il Comune abbellì e arricchì la città con giardini e viali per il passeggio. L’Albergo-Terme Tommasini sorse nel 1932, nel centro della cittadina. Inizialmente di proprietà dell’I.N.P.S. (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), venne in seguito privatizzato e ristrutturato, sfruttando le potenzialità dell’annesso parco termale che valorizza l’intera struttura.
Venivano chiamate le “Terme operaie”: erano lo stabilimento termale destinato alle cure degli operai e dei bambini della mutualità scolastica. Lo stabilimento fu dedicato al Dottor Giacomo Tommasini, maestro di Lorenzo Berzieri.
Dal 2019 le grandiose ex Terme Tommasini, di valore storico, diventano sede della scuola superiore alberghiera con indirizzo tecnico turistico G. Magnaghi. Se oggi cucine, aule e spogliatoi realizzati al piano inferiore sono spazi vivi di sapere dove si forma la cultura enogastronomica degli allievi, gli ampi saloni diventano “open space” per cene, eventi, aperitivi aperti al pubblico. Spazi innovativi per una cultura del cibo, del turismo, del benessere.

Notizie storiche, culturali e paesaggistiche del contesto:
Da un disegno cartografico del 1742 risulta chiaro che l’organizzazione urbanistica di Salsomaggiore era, e tale è rimasta, fortemente condizionata dalla dislocazione dei pozzi. La storia della cittadina e dei suoi dintorni è stata completamente egemonizzata dall'estrazione del sale prima e dalle attività termali poi. L’estrazione del sale mediante riscaldamento fece si che gran parte dei boschi dei dintorni venissero fortemente sfruttati per procurare legname, tanto che in epoca ducale si dovette ricorrere ad una regolamentazione legislativa della materia. Durante il ducato di Ranuccio I Farnese, nel 1603, venne costruito anche un acquedotto di 76 archi per il trasporto dell’acqua salsa; in quel periodo si estraevano da ogni metro cubo d’acqua ben 120 Kg di sale. Lo sviluppo termale iniziato nell'Ottocento ha portato ad arricchire l’abitato di numerose aree verdi e lussuosi edifici, alcuni dei quali, degli inizi del XX secolo, in quello stile liberty che forse è una delle caratteristiche più salienti della cittadina. L’area collinare in cui si colloca Salsomaggiore è detta “collina pallaviciniana” per l’influenza che ebbe in quel territorio la nobile famiglia dei Pallavicino. La vicina Fidenza, collocata sulla via Emilia, in età romana fu punto di riferimento per le popolazioni delle valli dei torrenti Stirone e Ongina; nel Medioevo fu tappa importante negli itinerari dei pellegrini verso Roma: il bel Duomo dedicato a S. Donnino ne è una testimonianza. Nell'ospedale di Fidenza, allora Borgo S. Donnino, operò il medico Lorenzo Berzieri la cui opera fu fondamentale per le terme di Salsomaggiore e a cui è intitolato il più famoso stabilimento della città termale. In una zona non lontana da Fidenza e Salsomaggiore, nella valle dell’omonimo torrente è stato istituito il Parco fluviale del Torrente Stirone per valorizzare le emergenze geologiche e floro-faunistiche di quel territorio. Spostandosi verso Ovest, nella valle del Chero, si incontra l’area archeologica di Velleia, una delle più importanti dell’Emilia-Romagna, con testimonianze protostoriche e romane, fra cui anche resti di edifici termali.

Le terme sono immerse nel verde di un parco di oltre quattro ettari, caratterizzato da grandi conifere, fra cui spiccano alcuni imponenti Cedri del Libano. Una porzione del parco è dedicata ai bambù.

Caratteristiche delle acque:
salse (inclusi sottogruppi)

The salt-rich waters of Salsomaggiore were well-known in antiquity. They sprang spontaneously from paleomarine deposits trapped in impermeable strata created 15 million years ago, creating brackish marshes. In the second century B.C. a Celtic tribe living in the area, known for the extraction of salt from the water, was conquered by the Romans who began to exploit the salt mines. Subsequently they were abandoned, probably after an earthquake in 589, which reshaped the geology of the region. Between the eighth and ninth centuries Charlemagne restored the spring waters by digging wells, reactivating the salt mines. The natural resource made Salso (a name in use since at least 877) a zone of conflict. In 1204, the Pozzo della Ruota [Wheel Well] was dug, becoming infamous in the sixteenth century under the rule of the Farnese family, because condemned prisoners were forced to turn the wheel manually, instead of horses, often dying in the process. This form of punishment was only discontinued in the nineteenth century, on the orders of Duchess Maria Luigia. The therapeutic properties of the water of Salsomaggiore were first recognised by Lorenzo Berzieri, a doctor at Borgo S. Donnino (now Fidenza) hospital, who had a special interest in spa waters. In 1839 he used them to treat a girl diagnosed with incurable bone disease, successfully, in just three weeks. The case was presented at numerous medical conferences in Italy and abroad. The fame of Salsomaggiore perhaps owes its origin to this case. In 1847 Dr. Giovanni Valentini obtained official recognition of the benefits of the waters and Lodovico Rocca created the first rudimentary plant in a cottage fitted with simple vats. After enormous success, in 1852 Count Adhemar opened the first plant proper, on the premises used in 1923 for the inauguration of the Berzieri spa centre, which had 12 baths using the spa water after extraction of the salt. The salt mines were still in production. The government of Duchess Maria Luigia contributed to the completion of the premises. In 1857 the nobleman Guido della Rosa extended the facilities. In the late nineteenth century, Professor Baistrocchi opened a “sanatorium” to treat the poor. During the following years the Magnaghi thermal baths were opened, elegant and modern, for wealthy customers. The city became famous throughout Europe. The local authority built gardens and boulevards for walks. The Tommasini Hotel was built in 1932 in the centre of town. Initially owned by I.N.P.S. (the National Social Security Institute), it was subsequently privatized and renovated, with the addition of the thermal park, completing the elegance of the hotel.
From 2019 the grandiose former Terme Tommasini, of historical value, have become the headquarters of the hotel high school with technical tourist address G. Magnaghi.

Historical, cultural and landscape context information
A map of 1742 shows exactly how the town was at that time, more or less as now, organized around the springs. The history of the city was dominated first by the extraction of salt and then by the thermal baths. Salt was extracted using heat, and hence the nearby woods were cut for timber. Under the Ducal States, laws were introduced to protect the woods. Under Ranuccio I Farnese, in 1603, an aqueduct was built, with 76 archways, for the transportation of the salse; at that time each cubic metre of water contained 120 kg of salt. The era of thermal baths began at the end of the nineteenth century and added numerous parklands and luxurious buildings to the town. Some of them, built in art nouveau style at the beginning of the twentieth century, are now almost synonymous with the town. The hillside area in which Salsomaggiore is located is called “pallaviciniana” due to the influence of the noble Pallavicino family on the entire region. In Roman times, nearby Fidenza, on the via Emilia, was the chief town for the populations in the Stirone and Ongina valleys; in the Middle Ages it was an important stopping-off area for pilgrims on their way to Rome: the Duomo dedicated to S. Donnino is an example of the beautiful architecture of the period. Fidenza hospital (then Borgo S. Donnino) was the workplace of Dr. Lorenzo Berzieri, to whom Salsomaggiore owes its fame and fortune as a spa town. Not far from Fidenza and Salsomaggiore, the Stirone River Reserve preserves the plant and wildlife of the region. Further west, in the Chero valley, is the archeological area of Velleia, one of the most important in Emilia-Romagna, with prehistoric and Roman remains, including thermal baths.

The hotel is in four hectares [10 acres] of lush parkland, with conifers and some fine Lebanese Cedars. One portion of the park is used for bamboo.

Mineral water characteristics:
saltwater (including all subgroups)

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