Museo Civico Archeologico Etnologico
Largo Porta S. Agostino, 337
Modena
calcare
tracce di policromia
reperti funerari
Antico Egitto/ Epoca Tarda (664 a.C. - 332 a.C.)
cm 34,3 (a) 17,5 (d)
n. EG27
A Hor-sa-Aset appartengono quattro
pseudo-canopi in calcare. L’iscrizione che corre sui corpi dei vasi, dal tratto nero e veloce, ricorda il defunto attraverso un titolo che, secondo l’interpretazione più plausibile, è da intendersi come “sacerdote sematy di Tebe”, una carica religiosa designata per vestire e adornare le statue divine (cfr. statua cubo di Ankh-Khonsu CK 516 -CG48635 e MFA 04.184). Secondo una recente interpretazione questa carica andrebbe meglio interpretata come “sacerdote sematy del Tebano”, ovvero il dio Montu. Interessante notare che i coperchi dei canopi conservano ancora tracce di colore nero e rosso, applicati per mettere in risalto i tratti somatici dei volti dei quattro figli di Horo.

Traduzione del testo: “[Venerabile presso] Duamutef, il sacerdote sematy di Tebe Hor-sa-Aset”.




Provenienza: Necropoli Tebana. Acquisto Le Beuf.
La resa grafica del nome, unitamente a quella plastica dei coperchi, permette per confronto un inquadramento cronologico all’Epoca Tarda.