Museo Civico Archeologico Etnologico
Largo Porta S. Agostino, 337
Modena
faïence
Antico Egitto/ XXVII dinastia (?) (525 a.C. - 404 a.C.)
cm 10,3 (a) 3 (la)
n. EG06
Questo ushabti mummiforme in faïence conserva l’originale invetriatura verde solo nella parte dorsale e in zone sporadiche della parte anteriore, lasciando intravedere il nucleo sottostante. L’ushabti presenta degli attributi che lo rendono suscettibile di una datazione coincidente con la XXVI (664-525 a.C.) dinastia o poco posteriore: sono in questo senso indicative le mani incrociate a reggere la zappa e il falcetto e la piccola borsa pendente dalla spalla sinistra. L’iscrizione frontale, leggibile nonostante la frattura che ha comportato la perdita dei piedi e degli ultimi caratteri geroglifici della colonna di testo, consiste in una breve formula utilizzata a incipit del consueto capitolo VI del Libro dei Morti o quale testo a sé stante, come nel caso di questo ushabti. L’iscrizione si apre con l’espressione sHD Wsir, “Glorificare l’Osiri”, seguita dal nome del defunto, Hor, e dal matronimico “nato da Tay-iret-ru”.

Il nome Hor, assai diffuso nell’arco della storia egiziana, è cronologicamente poco indicativo, ma il nome materno è documentato su due stele provenienti dal Serapeum di Menfi e datate al regno di Dario I (522-486 a.C.), durante l’Epoca Tarda. Questo dato contribuisce alla datazione ipotetica della statuina alla XXVII dinastia (525-404 a.C.). I due nomi compaiono inoltre su un altro ushabti, ugualmente datato all’Epoca Tarda, che presenta fattura e testo del tutto simili alla statuina di Modena e attribuibile dunque allo stesso personaggio. Su questo, la base integra rivela che il determinativo per il nome materno è il segno B1G, attestato anche sulle due stele.
Provenienza: ignota