Parma

Cittadella Farnesiana
Parma

Cittadella,
Cittadella,
Cittadella
viale delle Rimembranze, 5/A
Parma (PR)
tel 0521 1218889 (Parma Welcome)
Situata lungo la via Emilia, tra gli appennini e la pianura, Parma è attraversata dall’omonimo torrente che sfocia nel Po più a nord, nei pressi di Brescello; il suo territorio è separato dal reggiano e dal piacentino rispettivamente dall’Enza e dal Taro.

Da Anversa a Parma
La Cittadella fu progettata a partire dal 1589 per volere di Alessandro Farnese, terzo signore del ducato parmense-piacentino, che era stato istituito nel 1545 da papa Paolo III per il figlio Pierluigi come stato cuscinetto tra i domini della Chiesa e il ducato di Milano, da poco entrato sotto il controllo asburgico e poi spagnolo.
L’edificio parmense fu ispirato alla cittadella di Anversa, una delle maggiori fortificazioni dell’epoca, progettata nel 1572 da Francesco Paciotto su ordine del duca d’Alba, incaricato dal re di Spagna di soffocare la ribellione delle Fiandre. La fortezza era stata riconquistata nel 1585 dopo un lungo assedio da Alessandro - figlio di Margherita d’Austria e aderente alla parte spagnola, dominante in Italia dopo Cateau Cambresis - allora governatore della provincia fiamminga. La vittoria ebbe vasta eco, e sarebbe stata celebrata nel ducato dal monumento equestre collocato nel 1625 nella piacentina piazza dei Cavalli.
Realizzata dagli ingegneri ducali Giovanni Antonio Stirpio de' Brunelli e Genesio Bresciani con il topografo e cartografo Smeraldo Smeraldi, la cittadella, difesa da bastioni e fossati, riproduceva in formato minore i caratteri della fortificazione ‘alla moderna’, nata per adeguare le strutture difensive agli sviluppi tecnici dell’artiglieria: la razionalità progettuale, la forma pentagonale che aveva precedenti illustri nel Forte da Basso di Firenze (1533) e nella cittadella piacentina (1547) di Antonio da Sangallo il Giovane, i profili sfuggenti dei baluardi angolari, ribassati all’altezza delle mura, e la dislocazione delle bocche da fuoco. Le cannoniere rivolte verso la città tradivano però l’intento di dispiegarne la potenza militare anche contro gli oppositori interni.

La Cittadella e la città
La struttura venne collocata a sud del centro urbano - in direzione degli antichi percorsi che da Brescello, sul guado del Po, conducevano lungo l’Enza in Lunigiana e Garfagnana – in uno spazio appositamente creato lungo le mura dell’addizione viscontea con l’abbattimento dei baluardi della Stradella e della Porta Nuova, l’antico accesso meridionale alla città.
Una muraglia raccordava la cittadella alle mura cittadine affacciate sul Parma; qui venne aperta la nuova porta urbana, nei cui pressi scorreva il canale Comune proveniente dalle colline, dove venne fatto confluire quello Maggiore deviato dall’area della nuova costruzione.
I lavori iniziarono nel 1591 e proseguirono dopo la morte del duca, avvenuta un anno dopo. Nel 1596 fu realizzata la porta di accesso settentrionale alla cittadella, rivolta verso la città, con una facciata monumentale in marmo di Carrara, mentre un secondo ingresso si apriva a sud sulla campagna, in direzione delle colline. La realizzazione dell’enorme fabbricato comportò l’abbattimento di interi isolati per liberare gli spazi interni ed esterni necessari alla difesa e lo spostamento forzato delle attività preesistenti, innescando una rapida decadenza dell’area.

L’Ottocento: da fortezza a caserma
Restaurata e potenziata a più riprese, specie nella prima metà del Seicento, la cittadella vide progressivamente ridimensionarsi le sue funzioni difensive, venendo utilizzata anche come prigione e luogo di esecuzioni capitali.
Le trasformazioni si susseguirono anche nel corso dell’Ottocento: dal 1818 l’edificio fu sede per qualche tempo del Collegio Militare e sotto Maria Luigia ospitò le esercitazioni di un reggimento, e fra gli anni Quaranta e Cinquanta venne trasformato in caserma e magazzino di materiali militari. Alla fine del secolo l’abbattimento delle mura cittadine evidenziò plasticamente l’isolamento della gigantesca struttura dal tessuto urbano.

Dal Novecento al Duemila: la Cittadella per la città
L’8 settembre del 1943 la Cittadella venne presa truppe tedesche, che ne fecero un campo di concentramento per circa 7.000 soldati dell’esercito italiano e alcuni militari alleati fuggiti dal campo di Fontanellato, poi la sede della divisione corazzata che aveva occupato Parma e della Wehrmacht, e di un carcere per i sospetti partigiani.
Nel secondo dopoguerra la struttura venne modificata con la riduzione del fossato finalizzata a favorire l’espansione urbana; all’interno le caserme vennero demolite, mentre la porta meridionale venne pesantemente ricostruita eliminando le modanature in granito.
Nel 2009 il comune di Parma ha promosso su progetto dello studio Canali un ampio intervento teso a restituire alla città l’area della Cittadella, destinata a parco pubblico. Il restauro degli edifici storici ha comportato il consolidamento statico dei bastioni e il ripristino conservativo delle due porte monumentali, mentre lo spazio verde, che si estende per oltre 120.000 m², è stato sistemato e allestito con aree attrezzate per lo sport e giochi per i bambini.

VISITA
Delle antiche strutture si sono conservati il poderoso tracciato pentagonale delle mura, la successione dei terrapieni e le due porte di accesso. Quella settentrionale - che ospita nel portico una stele con il ritratto in bassorilievo del conte Neipperg, ministro di Maria Luisa d'Asburgo-Lorena - ha mantenuto gran parte dei caratteri storici, mentre quella meridionale ha risentito degli interventi di metà Novecento.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Parma,
via Garfagnana-Lunigiana,
via Emilia
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Farnese
Storie e Percorsi

Itinerari tematici e storici tra i castelli:

Fascismo Guerra Resistenza,
Le fortificazioni 'alla moderna'
Bibliografia
viale delle Rimembranze, 5/A
Parma (PR)
tel 0521 1218889 (Parma Welcome)
Situata lungo la via Emilia, tra gli appennini e la pianura, Parma è attraversata dall’omonimo torrente che sfocia nel Po più a nord, nei pressi di Brescello; il suo territorio è separato dal reggiano e dal piacentino rispettivamente dall’Enza e dal Taro.

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Da Anversa a Parma
La Cittadella fu progettata a partire dal 1589 per volere di Alessandro Farnese, terzo signore del ducato parmense-piacentino, che era stato istituito nel 1545 da papa Paolo III per il figlio Pierluigi come stato cuscinetto tra i domini della Chiesa e il ducato di Milano, da poco entrato sotto il controllo asburgico e poi spagnolo.
L’edificio parmense fu ispirato alla cittadella di Anversa, una delle maggiori fortificazioni dell’epoca, progettata nel 1572 da Francesco Paciotto su ordine del duca d’Alba, incaricato dal re di Spagna di soffocare la ribellione delle Fiandre. La fortezza era stata riconquistata nel 1585 dopo un lungo assedio da Alessandro - figlio di Margherita d’Austria e aderente alla parte spagnola, dominante in Italia dopo Cateau Cambresis - allora governatore della provincia fiamminga. La vittoria ebbe vasta eco, e sarebbe stata celebrata nel ducato dal monumento equestre collocato nel 1625 nella piacentina piazza dei Cavalli.
Realizzata dagli ingegneri ducali Giovanni Antonio Stirpio de' Brunelli e Genesio Bresciani con il topografo e cartografo Smeraldo Smeraldi, la cittadella, difesa da bastioni e fossati, riproduceva in formato minore i caratteri della fortificazione ‘alla moderna’, nata per adeguare le strutture difensive agli sviluppi tecnici dell’artiglieria: la razionalità progettuale, la forma pentagonale che aveva precedenti illustri nel Forte da Basso di Firenze (1533) e nella cittadella piacentina (1547) di Antonio da Sangallo il Giovane, i profili sfuggenti dei baluardi angolari, ribassati all’altezza delle mura, e la dislocazione delle bocche da fuoco. Le cannoniere rivolte verso la città tradivano però l’intento di dispiegarne la potenza militare anche contro gli oppositori interni.

La Cittadella e la città
La struttura venne collocata a sud del centro urbano - in direzione degli antichi percorsi che da Brescello, sul guado del Po, conducevano lungo l’Enza in Lunigiana e Garfagnana – in uno spazio appositamente creato lungo le mura dell’addizione viscontea con l’abbattimento dei baluardi della Stradella e della Porta Nuova, l’antico accesso meridionale alla città.
Una muraglia raccordava la cittadella alle mura cittadine affacciate sul Parma; qui venne aperta la nuova porta urbana, nei cui pressi scorreva il canale Comune proveniente dalle colline, dove venne fatto confluire quello Maggiore deviato dall’area della nuova costruzione.
I lavori iniziarono nel 1591 e proseguirono dopo la morte del duca, avvenuta un anno dopo. Nel 1596 fu realizzata la porta di accesso settentrionale alla cittadella, rivolta verso la città, con una facciata monumentale in marmo di Carrara, mentre un secondo ingresso si apriva a sud sulla campagna, in direzione delle colline. La realizzazione dell’enorme fabbricato comportò l’abbattimento di interi isolati per liberare gli spazi interni ed esterni necessari alla difesa e lo spostamento forzato delle attività preesistenti, innescando una rapida decadenza dell’area.

L’Ottocento: da fortezza a caserma
Restaurata e potenziata a più riprese, specie nella prima metà del Seicento, la cittadella vide progressivamente ridimensionarsi le sue funzioni difensive, venendo utilizzata anche come prigione e luogo di esecuzioni capitali.
Le trasformazioni si susseguirono anche nel corso dell’Ottocento: dal 1818 l’edificio fu sede per qualche tempo del Collegio Militare e sotto Maria Luigia ospitò le esercitazioni di un reggimento, e fra gli anni Quaranta e Cinquanta venne trasformato in caserma e magazzino di materiali militari. Alla fine del secolo l’abbattimento delle mura cittadine evidenziò plasticamente l’isolamento della gigantesca struttura dal tessuto urbano.

Dal Novecento al Duemila: la Cittadella per la città
L’8 settembre del 1943 la Cittadella venne presa truppe tedesche, che ne fecero un campo di concentramento per circa 7.000 soldati dell’esercito italiano e alcuni militari alleati fuggiti dal campo di Fontanellato, poi la sede della divisione corazzata che aveva occupato Parma e della Wehrmacht, e di un carcere per i sospetti partigiani.
Nel secondo dopoguerra la struttura venne modificata con la riduzione del fossato finalizzata a favorire l’espansione urbana; all’interno le caserme vennero demolite, mentre la porta meridionale venne pesantemente ricostruita eliminando le modanature in granito.
Nel 2009 il comune di Parma ha promosso su progetto dello studio Canali un ampio intervento teso a restituire alla città l’area della Cittadella, destinata a parco pubblico. Il restauro degli edifici storici ha comportato il consolidamento statico dei bastioni e il ripristino conservativo delle due porte monumentali, mentre lo spazio verde, che si estende per oltre 120.000 m², è stato sistemato e allestito con aree attrezzate per lo sport e giochi per i bambini.

VISITA
Delle antiche strutture si sono conservati il poderoso tracciato pentagonale delle mura, la successione dei terrapieni e le due porte di accesso. Quella settentrionale - che ospita nel portico una stele con il ritratto in bassorilievo del conte Neipperg, ministro di Maria Luisa d'Asburgo-Lorena - ha mantenuto gran parte dei caratteri storici, mentre quella meridionale ha risentito degli interventi di metà Novecento.


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