Musei Palazzo dei Pio
Piazza dei Martiri, 68
Carpi

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Il Museo della Città espone, razionalizzandolo nel filo cronologico della storia di Carpi, il patrimonio artistico e artigianale del vecchio Museo civico fondato nel 1898. Quell'istituto, in pieno clima positivista, aveva raccolto nelle sue collezioni, oltre a opere d'arte, tutto ciò che esprimesse l'attività e l'ingegno dell'uomo nei secoli della vita di Carpi. Dalle produzioni ceramiche alle terrecotte, dalle scagliole ai cimeli risorgimentali, passando per volumi a stampa e dcoumenti, ma anche frammenti architettonici e decorativi della città, si arriva a macchinari, attrezzi e documentazione multimediale della attività agricola, quindi della produzione del truciolo fino alla più recente attività imprenditoriale del tessile abbigliamento (www.palazzodeipio.it). Nell'ambito delle collezioni del Novecento, i temi sviluppati nel museo, anche attraverso supporti multimediali,che possono essere considerati nell'ambito del design anonimo sono:l'industria del truciolo e lo sviluppo industriale degli anni Sessanta con la maglieria.
La tradizione popolare attribuisce al carpigiano Nicolò Biondo -vissuto nella seconda metà del Cinquecento - la creazione di quest’arte, che consisteva nel trarre dai tronchi di salice e di pioppo, opportunamente coltivati, delle sottilissime e uniformi paglie (trucioli), che venivano intrecciate in maniera più o meno complessa. La fettuccia così ottenuta veniva utilizzata per la realizzazione di cappelli e borse. Il lavoro, che si svolgeva principalmente a domicilio, confluiva solo in seguito negli stabilimenti per le ultime operazioni. Caratteristica principale di questa lavorazione era l’occupazione di manodopera femminile di tutte le età. L’attività del truciolo, oggi scomparsa, era fiorentissima tra metà Ottocento e primi decenni del Novecento
Per quanto concerne il cappello di truciolo di Carpi, variante dell'intreccio di ceste e canestri, la trattatura della paglia è stata manuale sino all'invenzione della macchina Bellodi nel 1817, con cui veniva cucito e confezionato il cappello. La macchina fu brevettata da Giovanni Bellodi di Mirandola che ebbe tra i suoi primi acquirenti il padre di Ciro Menotti, Giuseppe. La macchina non fu subito apprezzata dai pagliari, le cui condizioni di lavoro e salubrità migliorarono notevolmente con l'uso di essa.
Nel secondo dopoguerra, l'imprenditoria femminile di Carpi si orientava su attività produttive e commerciali di maglieria assecondando le esigenze del mercato, organizzandosi sul sistema di lavoro a domicilio del truciolo, assemblando e confezionando le maglie in piccole aziende che poi lo diffondevano sul mercato che, negli anni '80, diventava il sistema del 'pronto moda' qualificandosi sempre più negli anni '90 sino a conquistare l'alta moda e il mercato internazionale.