Antonioni Michelangelo
1912/ 2007
dipinto

carta/ pittura a tempera,
carta/ colla
cm 26.4 (la) 15 (a)
sec. XX (1970 - 1980)
n. 4489
"Un giorno ho strappato in mille pezzi [un dipinto] che non mi piaceva e ho ricomposto i frammenti come in un quadro astratto. E ho visto apparire una montagna. Da allora ho continuato a fare montagne... A volte sono minuscole, le dipingo con un pennello sottilissimo servendomi di una lente [...]. Mi diverte lavorare su formati ridotti. Uno di quei quadri, visto alla lente, mi procurava strane sensazioni, ero affascinato dalla materia" (S. Lannes e P. Meyer, Identificazione di un regista, "L'Espresso", 9-15 agosto 1985, ora in M. Antonioni, "Fare un film è per me vivere. Scritti sul cinema, a cura di C. di Carlo e G. Tinazzi, Venezia 2004, p. 217).
Questo racconto di Michelangelo Antonioni rivela l’origine delle "Montagne incantate" e la passione per la pittura, coltivata già all'inizio degli anni Sessanta. Il cineasta trae ispirazione principalmente dalle opere di Alberto Burri, di Lucio Fontana e di Giorgio Morandi. Determinante è stato inoltre l'incontro con Mark Rothko, il quale ha profondamente influenzato "Deserto Rosso", uno dei film più all'avanguardia dal punto di vista della poetica del colore.