Centro Studi Dante Bighi
Via Marino Carletti, 110
Copparo

Sito web
Il luogo dove Dante Bighi scelse di vivere è stato concepito fin dal suo primo segno come sistema integrato tra arte, architettura e natura. Una contenitore e un contenuto che dovevano continuamente autoalimentarsi attraverso questa integrazione tra le arti anche dopo la scomparsa del suo autore. E così la Villa ha cambiato i materiali e le funzioni interne più volte pur rimanendo fedele al suo scheletro architettonico e al impalcato culturale voluto dal suo ideatore. Alcuni elementi addirittura sono inamovibili e paiono essere "innestati" nell'architettura.
Il design, è parte integrante del luogo. Lo sono alcuni arredi disegnati ad hoc per la zona giorno da Bighi, e una serie di piccoli complementi di design figli del loro periodo e avuti, come merce di scambio quasi a livello di prototipo dai gradi marchi del primo design italiano: Gavina, Mivar, Cirla Graniti, Stilnovo, Zanotta, ISA tutti importanti marchi che hanno dato vita sia al desgin itliano sia al sistema imprenditoriale dei grandi marchi internazionali. Alcuni di loro tutt'ora esistenti altri scomparsi o incorporati da altri marchi.Nella casa si trovano le poltrone originali Sheriff disegnate da Srgio Rodriguez, una sedia attribuibile a C.R. Mackintosh e alcune lampade di fine design come la Toio disegnata per Flos da Achille Castiglioni nel 1962.
Vicende storiche che costituiscono un interessante fondo di documentazione per l'arte del Novecento: Vi sono stati alcuni incrementi alla collezione d'arte presente all'interno della Villa grazie al continuo lavoro di ricerca e di esposizioni portato avanti dal centro studi Dante Bighi, tra cui si possono citati personaggi come: Elisabetta Farina, Andrea Forlani, Daniele Cestari, Luca Zarattini e Enrico Pambianchi. Invece, la collezione stabile di Bighi è rappresentata da due momenti, uno quello di Bighi autore le cui Opere sono tutte contenute all'interno della Villa dalle Teche di Plexiglass alle Spremute di Carta di Giornale ai grandi Libri Oggetto, l'altro quello di Bighi collezionista annovera opere di 100 artisti internazionali e offre una panoramica di tutto il XX secolo, dal primo Novecento italiano, con una particolare attenzione riservata a tutti i giovani artisti dell'epoca che poi diedero vita o confluirono nel Nouveau Réalisme dell'amico Restany. Forte l'influsso dell'ambiente milanese degli anni '50-'70 e della Triennale. Inoltre la collezione stabile si è arricchita di recente (aprile 2016) di una importante donazione elargita dal Maestro ferrarese Franco Farina composta da 7 quadri autentici di una corrente artistica elvetica molto attiva negli anni '70 composta da 7 diversi autori.
La Villa era nata con una idea ben precisa riguardo la capacità di porsi come luogo di pensiero e azione artistica e quindi, anche nel lascito testamentario al Comune di Copparo, è stato scritto per inciso che la funzione del luogo sarebbe dovuta essere solo ed esclusivamente una funzione culturale e artistica per riversare sulla comunità locale tutto il portato della sua azione in vita e post mortem.
La collezione ha goduto negli anni passati di una doppia campagna di catalogazione informatizzata, realizzata grazie all'istituto per i Beni Culturali IBC dell'Emilia Romagna. Mentre il centro studi Dante Bighi è stato premiato e riconosciuto in diversi ambiti italiani ed europei per il proprio lavoro svolto in continuità con l'opera e le volontà di Bighi.



Villa Bighi, è un Patrimonio storico monumentale di proprietà del Comune di Copparo ricevuto in donazione nel 1994 dall'allora ideatore e proprietario Dante Bighi, pittore, sculture, pensatore eclettico, seguace delle avanguardie del '900, creativo grafico, geniale pubblicitario figura di spicco, nel panorama italiano e internazionale dal 1950 al 1990. Villa Bighi ospita dal 2007 l'omonimo centro studi Dante Bighi, una struttura dedita alla costruzione dell'Archivio Bighi e alla produzione culturale del contemporaneo.
La definizione di "villa" così come la conosciamo è forviante, in fondo nessun elemento lega questo edificio ad un concetto di villa inteso in senso tradizionale. L'edificio costruito nel 1963 secondo i canoni stilistici del Movimento Moderno e dell'Organicismo è riconducibile ad altri edifici coevi sparsi in tutta europa e progettati da importanti architetti come Alvar Aalto o Frank Lloyd Write, certo una versione mitigata rispetto ai grandi capolavori internazionali ma pur sempre annoverato nel Patrimonio architettonico e culturale della regione Emilia Romagna in Italia. Villa Bighi fu disegnata da Dante Bighi e realizzata dal geometra Pellizzola esperta e meticolosa figura locale che sapeva far parlare il latino a qualsiasi materiale. In questo caso il mattone usato nella sua forma nuda e nelle sue infinite pose.
Questo edificio nacque principalmente con un doppio scopo, da un lato ospitare la famiglia di Dante e dall'altro dare a lui e ai suoi amici, un luogo dove stare a riposare e pensare durante i fine settimana in cui lui rientrava da Milano sua città adottiva fin dagli anni '50. Non una semplice abitazione dunque, più di una casa studio, Villa Bighi ha rappresentato per il suo proprietario un luogo ibrido: spazio espositivo, scrigno a cui affidare i tesori raccolti durante i suoi innumerevoli viaggi per terra e per mare, grembo del soliloquio, affacciata su un Parco piantumato di qualche ettaro che all'imbrunire funge da riparo per gli amici e i loro pensieri. Molti furono i personaggi che frequentarono Villa Bighi da esponenti della Radio Televisione Italiana degli anni 70 a personaggi illustri delle arti figurative come Pierre Restany suo caro amico e fondatore del Nouveau Realismes a Indira Gandhi Primo Ministro indiano.


Artisti:
Achille e Piergiacomo Castiglioni, Cirla, Contenotte, Gatti-Paolini-Teodoro, C.R. Mackintosh, Rambelli, Restany, Sergio Rodriguez, Stilnovo, Takahama, Vichi.