Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano

Sito web
La collezione del Museo della Bilancia di Campogalliano nasce sulla base di acquisizioni e donazioni susseguitesi a partire dal 1983 con lo scopo di mettere in piedi una raccolta che fosse esemplificativa dell’evoluzione dell’oggetto bilancia dalle sue origini ai giorni nostri. La precedenza, nel momento della ricerca degli esemplari che sarebbero andati a costituire il nucleo della collezione, è andata ad oggetti di provenienza italiana, databili principalmente tra la fine dell’800 e la prima metà del Novecento (all’epoca, facili da reperire sul mercato). Non è mai stata presa in considerazione la scelta di acquistare oggetti di design, che pure ci sono noti dalla letteratura (Zanuso per Terraillon o Giovannoni per Alessi) perché più vicini ai nostri giorni e di minor interesse per una raccolta che doveva formarsi da zero con risorse economiche pubbliche e, ormai da troppi anni, quasi azzerate.
La bilancia nasce come strumento di lavoro realizzato nelle botteghe di fabbri specializzati nella costruzione di pesi, misure e strumenti per pesare.
Per lunghi secoli è stata la sola manualità, esperienza e saper fare dell’artigiano a caratterizzare gli strumenti per pesare e a distinguerli gli uni dagli altri.
Possiamo ipotizzare che uno strumento appartenga ad una categoria di design industriale nel solo momento in cui la produzione diventa industriale e su grande scala, non più quindi - come era usuale per la maggior parte di produttori di bilance fino alla metà del secolo scorso - senza l’appoggio di un ufficio tecnico e senza la possibilità di replicare un esemplare in serie.


Nella collezione del Museo della Bilancia sono conservate alcune bilance con indicazione del termine brevettato, relativo al sistema di leve che lo caratterizza, ma per la quasi totalità di queste non conosciamo né abbiamo alcuna notizia, non solo sul costruttore né tanto meno sull’eventuale designer né sul brevetto.
Possiamo però rintracciare una felice eccezione in una tipologia di bilance prodotte dalla ditta Joseph Béranger di Lione: le bilance a sospensione inferiore che prendono il nome dallo stesso Béranger e rappresentano una novità veramente innovativa nel panorama di strumenti in uso fino a quel momento.
Nato a Prissé (Saône et Loire) nel 1802, dopo un apprendistato come operaio presso la fabbrica di bilance Turpin a Lione, fonda nel 1827 una propria bottega in Rue Trocadéro. A partire dal 1839 si circonda dei migliori ingegneri dell’epoca e di operai qualificati e dalle sue officine cominciano ad uscire molti tipi di bilance che diventano presto “classiche”. Tra queste bilance non possiamo dimenticare le bascules Béranger, approvate per decisione ministeriale il 6 maggio 1840 ma delle quali il museo non possiede nessun esemplare. Nella raccolta museale sono invece presenti alcuni esemplari delle balances-pendules, note in Italia - nel linguaggio tecnico – con il nome di bilance a sospensione inferiore.
Questo nuovo tipo, che prende l’avvio da modifiche fatte alle bilance di tipo Roberval, viene approvato per decisione ministeriale il 28 luglio 1847 ma negli anni a seguire viene sottoposto a numerose modifiche atte a renderlo sempre più sensibile, dal momento che i primi esemplari, a causa di certi elementi costruttivi, peccavano da questo punto di vista.
Intanto i locali di Rue Trocadéro diventano troppo stretti e nel 1842 avviene il trasferimento dell’attività e dei 300 dipendenti, tra operai e tecnici, in cours Morand.
La ditta Béranger può contare su una vivace rete commerciale, così attiva che già in data 10 febbraio 1849 (firma del Reale Decreto del Re di Sardegna) si vede concessa la possibilità di fabbricare e vendere nel Regno (di Sardegna) questa tipologia di bilancia di sua invenzione.
Il Béranger si ritira dagli affari nel 1857 e lascia nelle mani del genero, il signor Catenot, l’onere di proseguire nell’impresa che prende il nome di Catenot-Béranger. Nel 1860 circa si opera l’ennesimo trasferimento dell’attività a La Mulatiére, nei pressi di Lione, in una vasta fabbrica siderurgica che aveva cessato da poco l’attività: l’azienda è moderna, dotata di un altoforno, gru, macchine utensili mosse dal vapore, servita da una linea ferroviaria e da ulteriori vie di trasporto che facilitavano le forniture.
Purtroppo di lì a pochi anni Catenot muore (1863) e nel 1866 la vedova sposa Benoît Trayvou che si mette a capo dell’azienda che prenderà il nome di Usine de La Mulatière, ancienne maison Béranger.
Joseph Béranger morirà a Marsiglia nel 1870.




Artisti:
Joseph Béranger
Catenot