Polesine Zibello

Palazzo delle due torri
Polesine Zibello

Strada Palazzo due torri 3
loc. Polesine Parmense
Polesine Zibello (PR)


Il complesso sorge a breve distanza dal corso del Po e presenta una pianta quadrangolare, con il lato opposto all’ingresso e rivolto a occidente delimitato da due torri quadre. Originato da una fortificazione duecentesca a difesa di uno scalo fluviale, rielaborato a fine Quattrocento come residenza, decaduto in seguito, e dopo un rovinoso periodo d’abbandono, a partire dal 1990 è stato progressivamente ristrutturato.

Si accede da un moderno pontile che scavalca l’avvallamento dell’antico fossato e si sottopassa un corpo d’ingresso aperto ad arco. Si entra nella corte, ove si affacciano gli ambienti ristrutturati dell’Antica Corte Pallavicina Relais, che offre ristorazione e soggiorno all’interno dell’azienda agricola, anche produttrice di vini e pregiati salumi. Alcuni ambienti, in particolare a piano terra, ricordano il passato signorile del luogo, testimoniato da grandi camini e lacerti d’affreschi, come il ciclo dello Zodiaco nella torre meridionale, quello dell’Olimpo nella sala adiacente e il fascione della cucina, collocata alla base della torre settentrionale. Il braccio rivolto a nord, in gran parte crollato, è stato sostituito da un corpo vetrato a tutt’altezza, che racchiude la sala del ristorante. Il braccio meridionale è tutt’ora in corso di ristrutturazione.

Fu Uberto Pallavicino, a metà del Duecento, a edificare in questa posizione, che al tempo si trovava sul corso principale del Po, una fortificazione per proteggere un porto fluviale e un punto di attraversamento del corso d’acqua. Il sito, entrato nell’orbita territoriale di Cremona, perde d’importanza e decade. Ritornato Polesine sotto il controllo dei Pallavicino, la fortificazione viene ristrutturata e trasformata in residenza negli anni a cavallo fra XV e XVI secolo, da Galeazzo del ramo dei Pallavicino di Busseto. Interventi di aggiustamento e decorativi si susseguono sino al Seicento. Sul finire del Settecento il fabbricato è adibito a caserma per il corpo dei Dragoni Confinari e una mano di calce ricopre i dipinti sulle pareti e nelle volte. Le torri sono ridotte di altezza. Con l’unità d’Italia lo stato vende il tutto a privati che la trasformano in azienda agricola. Gli ambienti sono spezzettati in residenze per contadini, braccianti, pescatori, barcaioli, artigiani. Corre così un periodo di grave e progressivo degrado che finalmente s’interrompe alla fine degli anni ’80 del Novecento con l’acquisto da parte dei discendenti della famiglia Spigaroli, affittuaria dalla fine dell’Ottocento sino agli anni Venti.

Polesine Parmense si raggiunge dal casello di Fiorenzuola dell’autostrada A1 (km 20,3) o dal casello di Castelvetro Piacentino dell’autostrada A21 (km 18,3).
A pochi passi dal Palazzo delle due Torri, verso il paese, si eleva l’oratorio della Madonnina del Po,con piccola corte porticata antistante e alto campanile, il tutto di un insolito stile eclettico. Spostandosi lungo il fiume verso oriente (km 3) s’incontra Zibello, dove nel centro spicca il palazzo Pallavicino, dal lungo porticato a tredici archi a sesto acuto. Di qualità la tardo gotica chiesa dei Ss. Gervaso e Protaso. Poco oltre (km 1,6) c’è la borgata di Pieveottoville, con sinuose e pittoresche strade a case basse; proseguendo (km 4) si perviene a Roccabianca con pregevole rocca quattrocentesca a pianta rettangolare dominata da un’alta torre e fronteggiata da una scenografica piazza porticata settecentesca. Da Polesine volgendo a sud si raggiungono in breve i luoghi verdiani, la villa Verdi di S. Agata (km 4), col parco e l’appartamento con la stanza da letto e il pianoforte e il mobilio della stanza dell’albergo milanese, dove il musicista morì. Più avanti (km 4) c’è l’importante centro storico di Busseto. Proseguendo (km 4,8) si arriva a Roncole Verdi ove si può vedere la casa natale di Giuseppe Verdi. Verso occidente (km 11,5) si può raggiungere S. Pietro in Cerro (vedi scheda).


Strada Palazzo due torri 3
loc. Polesine Parmense
Polesine Zibello (PR)

Il complesso sorge a breve distanza dal corso del Po e presenta una pianta quadrangolare, con il lato opposto all’ingresso e rivolto a occidente delimitato da due torri quadre. Originato da una fortificazione duecentesca a difesa di uno scalo fluviale, rielaborato a fine Quattrocento come residenza, decaduto in seguito, e dopo un rovinoso periodo d’abbandono, a partire dal 1990 è stato progressivamente ristrutturato.

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Si accede da un moderno pontile che scavalca l’avvallamento dell’antico fossato e si sottopassa un corpo d’ingresso aperto ad arco. Si entra nella corte, ove si affacciano gli ambienti ristrutturati dell’Antica Corte Pallavicina Relais, che offre ristorazione e soggiorno all’interno dell’azienda agricola, anche produttrice di vini e pregiati salumi. Alcuni ambienti, in particolare a piano terra, ricordano il passato signorile del luogo, testimoniato da grandi camini e lacerti d’affreschi, come il ciclo dello Zodiaco nella torre meridionale, quello dell’Olimpo nella sala adiacente e il fascione della cucina, collocata alla base della torre settentrionale. Il braccio rivolto a nord, in gran parte crollato, è stato sostituito da un corpo vetrato a tutt’altezza, che racchiude la sala del ristorante. Il braccio meridionale è tutt’ora in corso di ristrutturazione.

Fu Uberto Pallavicino, a metà del Duecento, a edificare in questa posizione, che al tempo si trovava sul corso principale del Po, una fortificazione per proteggere un porto fluviale e un punto di attraversamento del corso d’acqua. Il sito, entrato nell’orbita territoriale di Cremona, perde d’importanza e decade. Ritornato Polesine sotto il controllo dei Pallavicino, la fortificazione viene ristrutturata e trasformata in residenza negli anni a cavallo fra XV e XVI secolo, da Galeazzo del ramo dei Pallavicino di Busseto. Interventi di aggiustamento e decorativi si susseguono sino al Seicento. Sul finire del Settecento il fabbricato è adibito a caserma per il corpo dei Dragoni Confinari e una mano di calce ricopre i dipinti sulle pareti e nelle volte. Le torri sono ridotte di altezza. Con l’unità d’Italia lo stato vende il tutto a privati che la trasformano in azienda agricola. Gli ambienti sono spezzettati in residenze per contadini, braccianti, pescatori, barcaioli, artigiani. Corre così un periodo di grave e progressivo degrado che finalmente s’interrompe alla fine degli anni ’80 del Novecento con l’acquisto da parte dei discendenti della famiglia Spigaroli, affittuaria dalla fine dell’Ottocento sino agli anni Venti.

Polesine Parmense si raggiunge dal casello di Fiorenzuola dell’autostrada A1 (km 20,3) o dal casello di Castelvetro Piacentino dell’autostrada A21 (km 18,3).
A pochi passi dal Palazzo delle due Torri, verso il paese, si eleva l’oratorio della Madonnina del Po,con piccola corte porticata antistante e alto campanile, il tutto di un insolito stile eclettico. Spostandosi lungo il fiume verso oriente (km 3) s’incontra Zibello, dove nel centro spicca il palazzo Pallavicino, dal lungo porticato a tredici archi a sesto acuto. Di qualità la tardo gotica chiesa dei Ss. Gervaso e Protaso. Poco oltre (km 1,6) c’è la borgata di Pieveottoville, con sinuose e pittoresche strade a case basse; proseguendo (km 4) si perviene a Roccabianca con pregevole rocca quattrocentesca a pianta rettangolare dominata da un’alta torre e fronteggiata da una scenografica piazza porticata settecentesca. Da Polesine volgendo a sud si raggiungono in breve i luoghi verdiani, la villa Verdi di S. Agata (km 4), col parco e l’appartamento con la stanza da letto e il pianoforte e il mobilio della stanza dell’albergo milanese, dove il musicista morì. Più avanti (km 4) c’è l’importante centro storico di Busseto. Proseguendo (km 4,8) si arriva a Roncole Verdi ove si può vedere la casa natale di Giuseppe Verdi. Verso occidente (km 11,5) si può raggiungere S. Pietro in Cerro (vedi scheda).


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