Spilamberto

Rocca Rangoni
Spilamberto

Spilamberto, veduta aerea del castello e del centro storico. Foto di Augusto Arienti. Fototeca IBC, 1981
piazzale Rangoni 8
Spilamberto (MO)
tel 059781614
La rocca si situa sul bordo orientale dell’impianto urbano storico di Spilamberto, caposaldo modenese e feudo per cinque secoli della famiglia Rangoni. L’edificio a pianta rettangolare pur manifestando chiaramente le trasformazioni in residenza signorile, mantiene ancora una forma chiusa e compatta rivelatrice dell’origine castrense.

L’accesso al castello è ora rivolto al paese mentre anticamente era nella posizione opposta, cioè verso il fiume. Infatti da questa parte si nota il cassero sporgente che reca tracce del posizionamento del ponte levatoio. E sempre dal lato attualmente posteriore le torri quadrate angolari, mantengono l’spetto quattrocentesco, fasciate in alto da beccatelli. Dal lato della piazza, sopra l’ingresso un ampio arcone a incasso ha sostituito le antiche difese a beccatelli e una grande porta finestra si affaccia su di un balcone settecentesco con ringhiera. All’interno sono visibili affreschi risalenti alla metà del Seicento, epoca della trasformazione in residenza signorile della famiglia Rangoni.

Le origini della rocca rimandano al XIII secolo quando fu eretto dai Modenesi un castello a difesa dei confini col territorio bolognese, secolarmente attestati sul corso del fiume Panaro. Il fortilizio, che aveva forma quadrilatera con torri angolari, merlature e caditoie fu ceduto nel 1353 alla famiglia dei Rangoni, modenesi e di parte guelfa, che ne divennero feudatari nel 1454. Fra il 1468 e il 1500 la rocca è residenza di Niccolò Rangoni, capitano di ventura al servizio della famiglia d’Este, sposo di Bianca Bentivoglio, figlia di Giovanni II signore di Bologna. Verso la metà del Seicento la rocca diventa abitazione dei Rangoni che la trasformano in dimora signorile. La posizione vicino al fiume e non lontana dalle colline ne favorisce la condizione di luogo di delizie. Dopo un lungo periodo di decadenza la rocca diviene di proprietà comunale nel 2005.

Spilamberto si raggiunge (km 6,2) dal casello dell’autostrada A1 Modena Sud. Nel centro storico, a maglia ortogonale e di fondazione medievale, sono rimarchevoli tre chiese, S. Adriano, la parrocchiale di S. Giovanni e la Madonna del Carmine; opposto alla rocca, sul limite occidentale, si eleva un massiccio torrione duecentesco che conserva all’interno una cella coi muri ricoperti da iscrizioni e graffiti. Qui si trova anche un museo archeologico con reperti dall’età del bronzo al tardo periodo romano, di provenienza locale. In via Roncati 28 è aperto il Museo del Balsamico Tradizionale che illustra il processo di preparazione dell’aceto balsamico.
[Reperti da una necropoli longobarda (VI-VII secolo)]
Verso sud (km 6,2) si raggiunge la rocca di Vignola (vedi scheda); da qui, oltre il fiume Panaro (km 3,2) si trova Savignano sul Panaro, borgo fortificato con visibili testimonianze delle sue difese trecentesche. Nel centro civico, nella parte moderna del paese, si trova il Museo della venere e dell’Elefante, con copia della celeberrima scultura detta la Venere di Savignano, prodotta nel neolitico (conservata al Museo Pigorini di Roma) e uno scheletro di Mammut rinvenuto nel geto del Panaro. Proseguendo verso est (km 4) si arriva a Bazzano (vedi scheda). Verso nord si raggiunge (km 16) Modena, città d’arte. Verso ovest (km 7,4) c’è Castelnuovo Rangone ove nel piccolo centro storico, si nota un torrione quattrocentesco con merli e caditoie, resto della rocca medievale che fu anche dei Pico della Mirandola e poi dei Rangoni.


piazzale Rangoni 8
Spilamberto (MO)
tel 059781614
La rocca si situa sul bordo orientale dell’impianto urbano storico di Spilamberto, caposaldo modenese e feudo per cinque secoli della famiglia Rangoni. L’edificio a pianta rettangolare pur manifestando chiaramente le trasformazioni in residenza signorile, mantiene ancora una forma chiusa e compatta rivelatrice dell’origine castrense.

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L’accesso al castello è ora rivolto al paese mentre anticamente era nella posizione opposta, cioè verso il fiume. Infatti da questa parte si nota il cassero sporgente che reca tracce del posizionamento del ponte levatoio. E sempre dal lato attualmente posteriore le torri quadrate angolari, mantengono l’spetto quattrocentesco, fasciate in alto da beccatelli. Dal lato della piazza, sopra l’ingresso un ampio arcone a incasso ha sostituito le antiche difese a beccatelli e una grande porta finestra si affaccia su di un balcone settecentesco con ringhiera. All’interno sono visibili affreschi risalenti alla metà del Seicento, epoca della trasformazione in residenza signorile della famiglia Rangoni.

Le origini della rocca rimandano al XIII secolo quando fu eretto dai Modenesi un castello a difesa dei confini col territorio bolognese, secolarmente attestati sul corso del fiume Panaro. Il fortilizio, che aveva forma quadrilatera con torri angolari, merlature e caditoie fu ceduto nel 1353 alla famiglia dei Rangoni, modenesi e di parte guelfa, che ne divennero feudatari nel 1454. Fra il 1468 e il 1500 la rocca è residenza di Niccolò Rangoni, capitano di ventura al servizio della famiglia d’Este, sposo di Bianca Bentivoglio, figlia di Giovanni II signore di Bologna. Verso la metà del Seicento la rocca diventa abitazione dei Rangoni che la trasformano in dimora signorile. La posizione vicino al fiume e non lontana dalle colline ne favorisce la condizione di luogo di delizie. Dopo un lungo periodo di decadenza la rocca diviene di proprietà comunale nel 2005.

Spilamberto si raggiunge (km 6,2) dal casello dell’autostrada A1 Modena Sud. Nel centro storico, a maglia ortogonale e di fondazione medievale, sono rimarchevoli tre chiese, S. Adriano, la parrocchiale di S. Giovanni e la Madonna del Carmine; opposto alla rocca, sul limite occidentale, si eleva un massiccio torrione duecentesco che conserva all’interno una cella coi muri ricoperti da iscrizioni e graffiti. Qui si trova anche un museo archeologico con reperti dall’età del bronzo al tardo periodo romano, di provenienza locale. In via Roncati 28 è aperto il Museo del Balsamico Tradizionale che illustra il processo di preparazione dell’aceto balsamico.
[Reperti da una necropoli longobarda (VI-VII secolo)]
Verso sud (km 6,2) si raggiunge la rocca di Vignola (vedi scheda); da qui, oltre il fiume Panaro (km 3,2) si trova Savignano sul Panaro, borgo fortificato con visibili testimonianze delle sue difese trecentesche. Nel centro civico, nella parte moderna del paese, si trova il Museo della venere e dell’Elefante, con copia della celeberrima scultura detta la Venere di Savignano, prodotta nel neolitico (conservata al Museo Pigorini di Roma) e uno scheletro di Mammut rinvenuto nel geto del Panaro. Proseguendo verso est (km 4) si arriva a Bazzano (vedi scheda). Verso nord si raggiunge (km 16) Modena, città d’arte. Verso ovest (km 7,4) c’è Castelnuovo Rangone ove nel piccolo centro storico, si nota un torrione quattrocentesco con merli e caditoie, resto della rocca medievale che fu anche dei Pico della Mirandola e poi dei Rangoni.


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