Santarcangelo di Romagna

Rocca Malatestiana di Santarcangelo
Santarcangelo di Romagna

Rocca di Santarcangelo, Archivio fotografico dell'Assessorato al Turismo della Provincia di Rimini
Via Rocca Malatestiana 4
Santarcangelo di Romagna (RN)
tel 0541-625557, 335-5626365
Il fortilizio si eleva all’estremità meridionale del centro storico. A pianta quadrangolare presenta il grande mastio, di 56 metri di lato, rivolto a levante e a strapiombo sul paese sottostante. Tre torri poligonali chiudono gli altri vertici e tutta la cortina muraria è caratterizzata da alte scarpa ture, di matrice malatestiana.

Si accede da un ponte a cavallo del fossato e si entra in una corte che ha perso i caratteri castrensi originali per l’adattamento a fini abitativi realizzati in età moderna. Sul lato orientale si sviluppa la residenza padronale, frutto di trasformazioni sei – settecentesche. Le prime due stanze, molto ampie, dal soffitto a cassettoni e il pavimento in mattoni, presentano alle pareti un mobilio barocco. Da qui si può raggiungere il mastio, la gigantesca e un tempo altissima torre eretta da Carlo Malatesta nel 1389 e sensibilmente abbassata da Sigismondo Malatesta nel 1447. Un grande ambiente con volta a botte è attrezzato per ospitare incontri e conferenze. Infatti, il castello è sede dell’Associazione Sigismondo Malatesta, costituita nel 1988, che promuove e realizza iniziative in ambito letterario, teatrale, cinematografico, economico e delle scienze storiche e sociali.

Il castello è citato come soggetto a Rimini nel 1037. Nel corso del Duecento fu conteso fra il Comune di Rimini, la Chiesa riminese e i Malatesta. Nella prima metà del Trecento fu per due anni in mano a Gerardo Mazzolini di Cesena, poi alla famiglia cesenate dei Tavelli che lo persero nel 1326 ad opera dei Riminesi. Dopo il 1357 fu di nuovo in mano alla Santa Sede che lo fortificò, però di lì a poco lo cedette ai Malatesta. Nel Quattrocento, dopo una breve occupazione da parte di milizie viscontee, fu conteso fra Malatesta e duchi di Montefeltro e intorno alla metà del secolo Sigismondo Pandolfo Malatesta gli diede la conformazione ancora oggi in parte visibile. Nel 1498 ne fu infeudato Cesare Borgia e finita l’avventura romagnola del Valentino, dopo un breve possesso veneziano, il fortilizio passò alla Santa Sede. In seguito fu infeudato agli Zampeschi e poi ai Pallavicino. Attualmente è di proprietà privata.

Santarcangelo è raggiungibile (km 4) dal casello dell’autostrada A14 Rimini Nord – Bellaria – Santarcangelo. Il centro storico, a pianta ovoidale, si dispone ad avvolgimento di un’elevazione di una quarantina di metri. Da notare la settecentesca chiesa della Collegiata, la Pinacoteca civica e il Museo degli usi e costumi della gente di Romagna. C’è anche il Museo del gioco del pallone a bracciale e tamburello, che documenta vari tipi di giochi con la palla del passato. Interessante la presenza delle grotte artificiali scavate nel tufo della collina, aperte anticamente ad uso di magazzino e ricovero.
Per la via Emilia, a ovest si raggiunge (km 6) Savignano sul Rubicone, con vestigia di un ponte romano (ricomposte dopo la distruzione del 1944), e poco oltre (km 2) S. Mauro Pascoli, dove si visita la casa natale del celebre poeta. Nei pressi (km 2) si possono vedere gli ampi resti del castello medievale di Gatteo. Verso est (km 9) si arriva a Rimini, città d’arte.


Via Rocca Malatestiana 4
Santarcangelo di Romagna (RN)
tel 0541-625557, 335-5626365
Il fortilizio si eleva all’estremità meridionale del centro storico. A pianta quadrangolare presenta il grande mastio, di 56 metri di lato, rivolto a levante e a strapiombo sul paese sottostante. Tre torri poligonali chiudono gli altri vertici e tutta la cortina muraria è caratterizzata da alte scarpa ture, di matrice malatestiana.

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Si accede da un ponte a cavallo del fossato e si entra in una corte che ha perso i caratteri castrensi originali per l’adattamento a fini abitativi realizzati in età moderna. Sul lato orientale si sviluppa la residenza padronale, frutto di trasformazioni sei – settecentesche. Le prime due stanze, molto ampie, dal soffitto a cassettoni e il pavimento in mattoni, presentano alle pareti un mobilio barocco. Da qui si può raggiungere il mastio, la gigantesca e un tempo altissima torre eretta da Carlo Malatesta nel 1389 e sensibilmente abbassata da Sigismondo Malatesta nel 1447. Un grande ambiente con volta a botte è attrezzato per ospitare incontri e conferenze. Infatti, il castello è sede dell’Associazione Sigismondo Malatesta, costituita nel 1988, che promuove e realizza iniziative in ambito letterario, teatrale, cinematografico, economico e delle scienze storiche e sociali.

Il castello è citato come soggetto a Rimini nel 1037. Nel corso del Duecento fu conteso fra il Comune di Rimini, la Chiesa riminese e i Malatesta. Nella prima metà del Trecento fu per due anni in mano a Gerardo Mazzolini di Cesena, poi alla famiglia cesenate dei Tavelli che lo persero nel 1326 ad opera dei Riminesi. Dopo il 1357 fu di nuovo in mano alla Santa Sede che lo fortificò, però di lì a poco lo cedette ai Malatesta. Nel Quattrocento, dopo una breve occupazione da parte di milizie viscontee, fu conteso fra Malatesta e duchi di Montefeltro e intorno alla metà del secolo Sigismondo Pandolfo Malatesta gli diede la conformazione ancora oggi in parte visibile. Nel 1498 ne fu infeudato Cesare Borgia e finita l’avventura romagnola del Valentino, dopo un breve possesso veneziano, il fortilizio passò alla Santa Sede. In seguito fu infeudato agli Zampeschi e poi ai Pallavicino. Attualmente è di proprietà privata.

Santarcangelo è raggiungibile (km 4) dal casello dell’autostrada A14 Rimini Nord – Bellaria – Santarcangelo. Il centro storico, a pianta ovoidale, si dispone ad avvolgimento di un’elevazione di una quarantina di metri. Da notare la settecentesca chiesa della Collegiata, la Pinacoteca civica e il Museo degli usi e costumi della gente di Romagna. C’è anche il Museo del gioco del pallone a bracciale e tamburello, che documenta vari tipi di giochi con la palla del passato. Interessante la presenza delle grotte artificiali scavate nel tufo della collina, aperte anticamente ad uso di magazzino e ricovero.
Per la via Emilia, a ovest si raggiunge (km 6) Savignano sul Rubicone, con vestigia di un ponte romano (ricomposte dopo la distruzione del 1944), e poco oltre (km 2) S. Mauro Pascoli, dove si visita la casa natale del celebre poeta. Nei pressi (km 2) si possono vedere gli ampi resti del castello medievale di Gatteo. Verso est (km 9) si arriva a Rimini, città d’arte.


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