Dozza

Rocca di Dozza
Dozza

Dozza Imolese, veduta aerea del castello. Foto di Nazario Spadoni. Fototeca IBC, 1993
piazzale Rocca
Dozza (BO)
tel 0542-678240, 0542-679094
Il castello sorge all’apice meridionale del centro storico di Dozza anteponendo i possenti torrioni circolari a strapiombo sul largo fossato. Compatta nella sua pianta pressapoco esagonale, mostra l’aspetto che le diede l’architetto fiorentino Giorgio Marchesi negli anni Ottanta del Quattrocento per volere di Girolamo Riario signore di Imola e Forlì. All’interno conserva una residenza d’impronta signorile e nei sotterranei ha sede l’Enoteca Regionale Emilia Romagna per la promozione e valorizzazione del patrimonio vinicolo regionale

La rocca mantiene ancora quasi intatti numerosi elementi di architettura militare rinascimentale. L’imponente costruzione è disposta in un perimetro di 530 metri. Dal lato del borgo si dispongono i torrioni d’altezza e sezione diseguali, con muraglie munite di scarpatura, che presentano beccatelli e merlature a coda di rondine chiuse dal manto di copertura. Verso l’esterno segue una cortina muraria più bassa, rinforzata da due bastioni romboidali. Nell’interno la residenza rinascimentale dei Malvezzi Campeggi ha al centro un cortile circondato da armonici loggiati. Questa dimora mostra ambienti arredati che costituiscono il Museo della Rocca, con raccolte di armi, arazzi e mobili antichi. Tra i dipinti, prevalentemente seicenteschi, si segnalano quattro ritratti ovali di Felice Torelli e la grande tela di Pier Francesco Cittadini raffigurante la famiglia Campeggi. Nei torrioni si visitano le carceri che recano scritte e graffiti dei reclusi. Sono anche esposti i bozzetti delle opere d’arte contemporanea relativi all’importante rassegna Biennale del muro dipinto, che si svolge dagli anni Sessanta, come manifestazione di pittura sui muri delle antiche case del borgo.

Il primo dato certo risale al 1126, quando è nominato il Castrum Dutie. Nel 1147 appartiene alla Chiesa imolese, ma nel 1198 è preso dai Bolognesi, poi nel 1209 è saccheggiato dalle truppe imperiali al seguito di Ottone IV di Sassonia. Il castello è ricostruito nel 1220 per opera del legato del Papa in Romagna Giovanni di Brienne. La rocca è ampliata dai Bolognesi nel 1310, ma nel 1361 è annessa ai domini ella Chiesa da Egidio Albornoz delegato del papa. Girolamo Riario, su progetto dell’ingegnere militare Giorgio Marchesi da Settignano, fra 1480 e 1484, ne promuove una completa ristrutturazione. Nel 1499 subisce per un mese l’assedio delle soldataglie di Cesare Borgia e finisce col capitolare. In seguito, papa Clemente VII nel 1529 cede Dozza in feudo alla famiglia Campeggi; all’estinzione della casata il castello passa per diritto ereditario ai marchesi Malvezzi (1676). I Malvezzi, che aggiunsero il cognome dei Campeggi, tennero la rocca sino al 1960, quando fu acquistata dall’amministrazione comunale.

Dozza sorge sulla prima fascia collinare sovrastante la via Emilia, a poco meno di 200 metri d’altezza. Dominano le coltivazioni a vigneto che producono generalmente albana e sangiovese. Si raggiunge dall’autostrada A14 per il casello di Castel San Pietro Terme (km 11). Si entra nel borgo da una porta tardo medievale preceduta da rivellino rinascimentale. Due strade parallele percorrono il fitto abitato d’impianto medievale. Nella chiesa parrocchiale quattrocentesca ma con restauri novecenteschi si notano una lunetta romanica e una tavola di Marco Palmezzano (1492).
Sulla via Emilia verso ovest si trova (km 8) Castel S. Pietro, centro termale, interessante per l’impianto pianificato del centro di origine duecentesca. Notevoli il cassero della porta con torre dell’orologio e due chiese d’impronta settecentesca che stanno affiancate nella piazza dove di erge la Colonna del Rosario disegnata da Gian Giacomo Dotti (1780). Verso est, alla volta di Imola, s’incontra (km 3) il santuario della Madonna del Piratello, fabbrica squadrata del tardo Quattrocento. Di qui si può raggiungere la Riserva Naturale Orientata del Bosco della Frattona, di 16 ettari. Da Dozza (km 7) sulla via Emilia si arriva a Imola, città d’arte. Verso sud, sulla collina, si trova Pieve S. Andrea (km 2,5) con ampi resti di un antico castello, dove emerge un torrione circolare.


piazzale Rocca
Dozza (BO)
tel 0542-678240, 0542-679094
Il castello sorge all’apice meridionale del centro storico di Dozza anteponendo i possenti torrioni circolari a strapiombo sul largo fossato. Compatta nella sua pianta pressapoco esagonale, mostra l’aspetto che le diede l’architetto fiorentino Giorgio Marchesi negli anni Ottanta del Quattrocento per volere di Girolamo Riario signore di Imola e Forlì. All’interno conserva una residenza d’impronta signorile e nei sotterranei ha sede l’Enoteca Regionale Emilia Romagna per la promozione e valorizzazione del patrimonio vinicolo regionale

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La rocca mantiene ancora quasi intatti numerosi elementi di architettura militare rinascimentale. L’imponente costruzione è disposta in un perimetro di 530 metri. Dal lato del borgo si dispongono i torrioni d’altezza e sezione diseguali, con muraglie munite di scarpatura, che presentano beccatelli e merlature a coda di rondine chiuse dal manto di copertura. Verso l’esterno segue una cortina muraria più bassa, rinforzata da due bastioni romboidali. Nell’interno la residenza rinascimentale dei Malvezzi Campeggi ha al centro un cortile circondato da armonici loggiati. Questa dimora mostra ambienti arredati che costituiscono il Museo della Rocca, con raccolte di armi, arazzi e mobili antichi. Tra i dipinti, prevalentemente seicenteschi, si segnalano quattro ritratti ovali di Felice Torelli e la grande tela di Pier Francesco Cittadini raffigurante la famiglia Campeggi. Nei torrioni si visitano le carceri che recano scritte e graffiti dei reclusi. Sono anche esposti i bozzetti delle opere d’arte contemporanea relativi all’importante rassegna Biennale del muro dipinto, che si svolge dagli anni Sessanta, come manifestazione di pittura sui muri delle antiche case del borgo.

Il primo dato certo risale al 1126, quando è nominato il Castrum Dutie. Nel 1147 appartiene alla Chiesa imolese, ma nel 1198 è preso dai Bolognesi, poi nel 1209 è saccheggiato dalle truppe imperiali al seguito di Ottone IV di Sassonia. Il castello è ricostruito nel 1220 per opera del legato del Papa in Romagna Giovanni di Brienne. La rocca è ampliata dai Bolognesi nel 1310, ma nel 1361 è annessa ai domini ella Chiesa da Egidio Albornoz delegato del papa. Girolamo Riario, su progetto dell’ingegnere militare Giorgio Marchesi da Settignano, fra 1480 e 1484, ne promuove una completa ristrutturazione. Nel 1499 subisce per un mese l’assedio delle soldataglie di Cesare Borgia e finisce col capitolare. In seguito, papa Clemente VII nel 1529 cede Dozza in feudo alla famiglia Campeggi; all’estinzione della casata il castello passa per diritto ereditario ai marchesi Malvezzi (1676). I Malvezzi, che aggiunsero il cognome dei Campeggi, tennero la rocca sino al 1960, quando fu acquistata dall’amministrazione comunale.

Dozza sorge sulla prima fascia collinare sovrastante la via Emilia, a poco meno di 200 metri d’altezza. Dominano le coltivazioni a vigneto che producono generalmente albana e sangiovese. Si raggiunge dall’autostrada A14 per il casello di Castel San Pietro Terme (km 11). Si entra nel borgo da una porta tardo medievale preceduta da rivellino rinascimentale. Due strade parallele percorrono il fitto abitato d’impianto medievale. Nella chiesa parrocchiale quattrocentesca ma con restauri novecenteschi si notano una lunetta romanica e una tavola di Marco Palmezzano (1492).
Sulla via Emilia verso ovest si trova (km 8) Castel S. Pietro, centro termale, interessante per l’impianto pianificato del centro di origine duecentesca. Notevoli il cassero della porta con torre dell’orologio e due chiese d’impronta settecentesca che stanno affiancate nella piazza dove di erge la Colonna del Rosario disegnata da Gian Giacomo Dotti (1780). Verso est, alla volta di Imola, s’incontra (km 3) il santuario della Madonna del Piratello, fabbrica squadrata del tardo Quattrocento. Di qui si può raggiungere la Riserva Naturale Orientata del Bosco della Frattona, di 16 ettari. Da Dozza (km 7) sulla via Emilia si arriva a Imola, città d’arte. Verso sud, sulla collina, si trova Pieve S. Andrea (km 2,5) con ampi resti di un antico castello, dove emerge un torrione circolare.


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