
Dozza (BO)
Il primo dato certo risale al 1126, quando è nominato il Castrum Dutie. Nel 1147 appartiene alla Chiesa imolese, ma nel 1198 è preso dai Bolognesi, poi nel 1209 è saccheggiato dalle truppe imperiali al seguito di Ottone IV di Sassonia. Il castello è ricostruito nel 1220 per opera del legato del Papa in Romagna Giovanni di Brienne. La rocca è ampliata dai Bolognesi nel 1310, ma nel 1361 è annessa ai domini ella Chiesa da Egidio Albornoz delegato del papa. Girolamo Riario, su progetto dell’ingegnere militare Giorgio Marchesi da Settignano, fra 1480 e 1484, ne promuove una completa ristrutturazione. Nel 1499 subisce per un mese l’assedio delle soldataglie di Cesare Borgia e finisce col capitolare. In seguito, papa Clemente VII nel 1529 cede Dozza in feudo alla famiglia Campeggi; all’estinzione della casata il castello passa per diritto ereditario ai marchesi Malvezzi (1676). I Malvezzi, che aggiunsero il cognome dei Campeggi, tennero la rocca sino al 1960, quando fu acquistata dall’amministrazione comunale.
Dozza sorge sulla prima fascia collinare sovrastante la via Emilia, a poco meno di 200 metri d’altezza. Dominano le coltivazioni a vigneto che producono generalmente albana e sangiovese. Si raggiunge dall’autostrada A14 per il casello di Castel San Pietro Terme (km 11). Si entra nel borgo da una porta tardo medievale preceduta da rivellino rinascimentale. Due strade parallele percorrono il fitto abitato d’impianto medievale. Nella chiesa parrocchiale quattrocentesca ma con restauri novecenteschi si notano una lunetta romanica e una tavola di Marco Palmezzano (1492).
Sulla via Emilia verso ovest si trova (km 8) Castel S. Pietro, centro termale, interessante per l’impianto pianificato del centro di origine duecentesca. Notevoli il cassero della porta con torre dell’orologio e due chiese d’impronta settecentesca che stanno affiancate nella piazza dove di erge la Colonna del Rosario disegnata da Gian Giacomo Dotti (1780). Verso est, alla volta di Imola, s’incontra (km 3) il santuario della Madonna del Piratello, fabbrica squadrata del tardo Quattrocento. Di qui si può raggiungere la Riserva Naturale Orientata del Bosco della Frattona, di 16 ettari. Da Dozza (km 7) sulla via Emilia si arriva a Imola, città d’arte. Verso sud, sulla collina, si trova Pieve S. Andrea (km 2,5) con ampi resti di un antico castello, dove emerge un torrione circolare.