Museo d'Arte della Città
Via di Roma, 13
Ravenna (RA)
Morigi Giorgio
1908/ 1941
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 68,7 (la) 102 (a)
sec. XX (1930 - 1930)
n. GM0001
Giorgio Morigi nasce a Ravenna il 3 gennaio 1908.
Conclusi gli studi tecnici, dal 1919 frequenta i corsi preparatori per l’accesso all’Accademia di belle arti di Ravenna allora diretta da Vittorio Guaccimanni. All’Accademia si diploma nel 1927 dopo aver seguito i corsi di scultura, intaglio e mosaico. Proprio grazie all’arte musiva ottenne il suo primo successo pubblico nel 1927, quando vinse il primo premio alla Mostra internazionale d’arte di Conegliano Veneto. Nel 1928 fu presente a Cervia alla Prima Mostra del sindacato fascista di belle arti esponendo un mosaico e tre sculture; nel dicembre dello stesso anno vinse il concorso d’ammissione e una borsa di studio, che gli fu riconfermata anche l’anno successivo, per la Regia Scuola d’arte della medaglia presso la zecca di Roma. Trasferitosi nella capitale per la durata del biennio della scuola, diretta allora dall’incisore Giuseppe Romagnoli che aveva anche la cattedra di modellato, ebbe occasione di vedere e studiare approfonditamente le tante opere d’arte presenti nella città, con uno sguardo particolare nei confronti del mondo classico e della scultura rinascimentale. Durante il periodo romano entrò in contatto con il gruppo di artisti legati a Novecento, ai quali lo accomunavano la capacità espressiva di sintesi e le forme levigate e composte ispirate alla classicità romana secondo lo stile in auge in quel periodo. Nel 1929 partecipò alla Mostra del sindacato di belle arti di Bologna esponendo cinque medaglie e, nel corso dello stesso anno, preparò una mostra personale a Roma dove presentò alcune sculture e dipinti a olio. Nel 1930 rientrò a Ravenna dove allestì il suo studio realizzando con continuità una produzione artistica tutta personale, dalla pittura alla scultura, senza tralasciare l’arte della medaglia. Risalgono a questi primi anni di attività, tra il 1930 e il 1931, la serie di bozzetti preparatori nonché diversi modelli per la medaglia premio coniata in occasione dei campionati nazionali di sci che si tennero a Cortina d’Ampezzo nel 1932. Nel 1931 partecipò al concorso per le statue del foro Italico di Roma, dove presentò una grande statua di un nudo maschile reggente la clava, reinterpretazione di Ercole dalle assonanze classiche.
Nel 1932 vinse il concorso nazionale bandito dal Municipio di Ravenna per la realizzazione della medaglia da eseguire in occasione del III Colloquio internazionale di archeologia cristiana. Nel 1932 Morigi partecipò anche a numerose esposizioni mostrando la varietà della sua produzione: a Faenza realizzò una medaglia commemorativa in occasione della Settimana faentina d’arte e artigianato mentre a Voltana (frazione di Lugo) progettò una fontana con giardino; sempre nello stesso anno a Rimini fu presente alla I Mostra d’arte contemporanea romagnola con il dipinto Sogno (Ravenna, Museo d’arte della città).
In seguito si distinse come scultore, facendo propria la lezione di Domenico Rambelli (amico e maestro riconosciuto) e di Francesco Messina. Nei ritratti, in particolare, sperimentò una nuova cifra poetica, quasi espressionistica; ne sono un esempio il busto di Mussolini, in bronzo, commissionatogli dal Collegio degli avvocati di Ravenna e inaugurato nel 1933 all’interno del palazzo di Giustizia, e il ritratto in gesso di Arnaldo Mussolini eseguito in occasione del concorso bandito dall’amministrazione provinciale di Forlì e collocato nella sala delle adunanze del rettorato provinciale. Di grande impatto emotivo sono anche i busti raffiguranti Il vecchio (1933), Lo sfregiato (1935; Ravenna, Museo d’arte della città), L’alienato cieco (1936), Vittorio Guaccimanni (1939; Ravenna, Museo d’arte della città) e Antonio Beltramelli (1939).
Fu comunque nella medaglistica che Morigi ottenne i maggiori successi e il riconoscimento sia nazionale sia internazionale tanto da essere invitato ufficialmente alla XXI Biennale internazionale di Venezia del 1938, dove espose quattro medaglie di cui tre rappresentanti il Duce, Galeazzo Ciano ed Ettore Muty. Nello stesso anno fu presente alla I Mostra nazionale della medaglia di Roma con dieci opere, in gran parte presentate anche a Buenos Aires alla Mostra nazionale d’arte tenutasi sempre nel 1938.
Del nucleo di medaglie tematicamente legate al fascismo vanno menzionate quella del 1936 in ricordo della campagna in Africa orientale, quella dedicata all’autarchia, modellata nel 1938, particolarmente efficace per l’accuratezza d’interpretazione e per l’armoniosa e sintetica rappresentazione del programma economico propugnato dal regime quella, di grande effetto narrativo, voluta dal fascismo ravennate per celebrare i reduci della campagna di Spagna, coniata nel 1939.
Nel 1940 realizzò uno dei suoi capolavori per resa realistica e potenza espressiva: il busto in bronzo di Carlo Delacroix (Ravenna, Istituzione Biblioteca Classense), che fu collocato all’interno della casa del mutilato a Ravenna, per la quale progettò anche la decorazione dell’arengario, con un altorilievo in marmo dove al centro campeggiava una Medusa. In un articolo apparso su Il Corriere padano della fine del 1940, Aglauco Casadio descrisse lo studio di Morigi ricordando, tra le opere lì presenti, il busto in gesso di Ettore Muty al quale stava lavorando pochi mesi prima di partire come volontario, col grado di tenente nel 29° reggimento artiglieria Modena, per il fronte greco-albanese.
Morì il 17 giugno 1941, presso Aliki, a qualche decina di chilometri da Atene. I resti di Morigi, traslati dalla Grecia nel cimitero militare di Bari, furono tumulati nel cimitero di Ravenna il 25 giugno 1962.