Museo della Città
Via L. Tonini, 1 (Domus del Chirurgo - piazza Ferrari)
Rimini (RN)
ambito italiano
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 97,00 (la) 101,00 (a)
sec. XVII (1600 - 1700)
n. 680 PQ
Il dipinto rappresenta una copia, di dimensioni inferiori, della grande pala d'altare eseguita dal pittore Federico Barocci (Urbino 1526-1612) tra il 1594 e il '95 per la chiesa dei Cappuccini di Urbino su commissione del duca Francesco Maria II Della Rovere. La tela del pittore urbinate fu trasferita alla Pinacoteca di Brera in seguito alle requisizioni napoleoniche. Dal 1913 è esposta presso la Galleria Nazionale delle Marche.
Rispetto al mirabile notturno baroccesco, rischiarato dall'improvviso e abbacinante bagliore divino che promana dal serafino apparso tra le nubi che con i suoi raggi imprime il martirio corporale a Francesco, la composizione dell'anonimo copista si rivela assai più ingenua dal punto di vista disegnativo: si osservino, a titolo esemplificativo, lo scorcio approssimativo e abbreviato con cui sono raffigurate le gambe piegate di Frate Leone, il braccio destro di Francesco che sembra sbattere contro lo sperone roccioso alle spalle del santo o la scarsa plasticità delle figure, decisamente meno monumentali rispetto a quelle dell'originale. Inoltre, una stesura del colore meno chiaroscurata, molto lontana dalla straordinaria attimalità della pennellata del Barocci, e una resa espressiva assai stereotipata differenziano nettamente la copia dal modello. Un ulteriore elemento distintivo si inserisce tra le due opere: la presenza nell'angolo inferiore a destra della figura tagliata del donatore in posizione orante.
Il progetto di un Museo Missionario dei Padri Francescani, da cui l'opera proviene, ebbe origine dalla grande Esposizione di Torino del 1898. All'interno della fiera fu allestita una sezione dedicata alle Missioni con lo scopo di far conoscere l'attività dei PP. Missionari Francescani nel mondo. Tra le opere esposte figuravano reperti di natura prevalentemente antropologica, testimonianze dell'attività religiosa dei Francescani nell'estremo oriente e un ragguardevole patrimonio di dipinti, reperti archeologici e arredi liturgici che si erano aggiunti nel tempo.
Al termine dell'Esposizione il materiale fu raccolto nel Museo dei Padri di Parma, finché nel 1928 venne trasferito e ordinato nei locali del Convento di Rimini appena restaurato.
Nella primavera del 1955 il Museo venne spostato nella settecentesca villa Alvarado, un edificio a due piani situato a pochi metri dal Santuario della Beata Vergine delle Grazie, sul colle di Covignano di Rimini, e aperto al pubblico.
Dall' 8 aprile al 15 giugno 2001 fu allestita presso il Museo della Città di Rimini la mostra “Arte al convento. Opere scelte dal Museo Francescano delle Grazie”, a cura di Pier Luigi Foschi, P.dre Giovan Battista Montorsi e Pier Giorgio Pasini. In tale circostanza una selezione di opere del Museo Missionario fu trasferita ed esposta presso il Museo della Città. Al termine dell'iniziativa il prestito fu prorogato fino a quando, in data 24 settembre 2002, venne stipulato l'atto di comodato gratuito tra l'Ente della Provincia Minoritica di Cristo Re dei Frati Minori dell'Emilia e il Comune di Rimini.