Diversi sono i manufatti presenti nelle Collezioni contemporanee del MIC e ascrivibili alla sezione “design”. Alcuni appartengono a vere industrie che negli anni ancora sono esistenti e che lavorano nel settore, altre hanno avuto una gloriosa storia ma sono scomparse da anni, pur avendo avuto collaborazioni importanti, altre ancora appartengono a produzioni saltuarie attivate con singole manifatture anche locali.

Si può iniziare con una prima ricognizione pre-bellica, con il nucleo di oggetti disegnati da Gio Ponti dagli anni ’20 per Richard-Ginori, e facenti parte di quell’operazione di “educazione del gusto borghese” intrapresa da Ponti per la rinascita del prestigioso marchio fiorentino. A seguire, sempre nello stesso ambito manifatturiero, gli oggetti disegnati da Giovanni Gariboldi, che succede nella direzione artistica a Ponti, seguendo uno stile personalissimo per diversi decenni.

Altra industria importante, documentata con numerosi manufatti nelle raccolte del MIC, è la SCI Società Ceramica Italiana di Laveno Mombello, di cui il MIC possiede oggetti realizzati da Guido Andlovitz, da Angelo Biancini e da Antonia Campi (Neto).

Relativo ad un ambito non industriale ma di alto artigianato artistico, possono essere segnalate le manifatture Mazzotti di Albisola e Gatti di Faenza, che hanno coinvolto nei decenni diversi artisti, designers, intellettuali (entrambe le manifatture sono tuttora esistenti e attive), già negli anni ‘30.

Altre “situazioni” documentate nelle raccolte del MIC sono:

la SIMAC di Castelli d’Abruzzo,

la Galvani di Pordenone,

la SICA e la Zanolli di Nove,

La Mancioli di Firenze,

Laboratorio Pesaro (con pezzi di Anselmo Bucci e Nanni Valentini),

l’esperienza di Zanini, Cimatti, Gruppo Memphis per Bitossi.

Altre autorevoli presenze sono:

Ico Parisi, Ambrogio Pozzi, Ettore Sottsass, Matteo Thun, Federico Fabbrini, Roberto Garcia, Rosanna Bianchi Piccoli.

Una sezione recentemente inaugurata (2013) all’interno del percorso museale del MIC riguarda i rivestimenti e le piastrelle, dal Medioevo ai giorni nostri, con rilievo internazionale. La parte contemporanea consta di oltre 15.000 piastrelle industriali italiane, con contributi significativi di designers come Gio Ponti, Gae Aulenti, Marcello Morandini, Ettore Sottsass, Marco Zanuso, Bruno Munari, Paolo Tilche, Antonia Campi, Alessandro Mendini, solo per citare alcuni dei tanti nomi presenti. Il nucleo di piastrelle è oggetto di catalogazione e presto potrà essere consultato online sul portale SAMIRA.



Il Museo Internazionale delle Ceramiche viene istituito nel 1908 a seguito dell’Esposizione Internazionale dedicata ad Evangelista Torricelli ed allestita in parte nell’ex convento domenicano di San Maglorio (odierna sede del Museo), con una connotazione, fin dalle sue origini, di internazionalità. Nel corso degli anni il Museo si arricchì di numerose donazioni da parte di privati, di governi stranieri, di musei, ampliando gli spazi e allestendo sempre nuove sezioni, per documentare la storia dell’arte ceramica, per tutte le epoche e per tutti i luoghi. Nel 1926 si aprirono le sale dedicate all’attualità della ceramica, con opere non solo italiane, a documentare le fasi storico-artistiche di un linguaggio che faceva parte, a tutti gli effetti, della storia dell’arte. Nel 1938 ci fu un significativo ampliamento della struttura legato soprattutto all’arricchimento delle Collezioni internazionali. Nello stesso anno si iniziano le attività del Premio Faenza, con una categoria di concorso destinata al design. Parallelamente all’attività espositiva e museale, si procedette ad attivare una serie di azioni dedicate alla ricerca, alla formazione, alla documentazione, seguendo le finalità dei veri e propri musei d’arte industriale europei. Dal 1913 venne pubblicata la rivista di studi ceramologici “Faenza”, con contributi nazionali ed europei; venne avviata l'attività di divulgazione, ricerca e documentazione con l’apertura di una Biblioteca, che oggi raccoglie oltre 65.000 volumi dedicati. Nel 1916 fu aperta la Scuola di ceramica, divenuta Regio Istituto nel 1919, eccellenza del Museo e del territorio, in grado di garantire, per molti anni, tecnici, ceramisti ed artisti non solo per il nostro territorio, ma soprattutto per il bacino modenese. Il 13 maggio del 1944 la città di Faenza e inevitabilmente il Museo, collocato in prossimità della stazione ferroviaria, subirono gravissimi danni, a causa dei bombardamenti alleati, l’edificio e le raccolte furono distrutti. Con uno sforzo immane, il Museo riaprì le sale al pubblico nel 1949, grazie alla sensibilità della cittadinanza e grazie alla caparbia e al lavoro indefesso del suo fondatore. Nel 1978 venne avviata l'attività didattica con un’idea sperimentale che coinvolse Bruno Munari, un progetto pilota dedicato alla didattica ceramica. All’inizio degli anni ’90 venne attivato un Laboratorio di Restauro, un centro specializzato che offre servizi per collezioni pubbliche e private ed ha una azione formativa significativa.
Il Museo negli anni si è ampliato, con nuove sezioni e nuovi spazi, raggiungendo oggi oltre 15.000 metri quadri espositivi.
Il MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza è la più grande collezione al mondo dedicata all’arte ceramica internazionale. Nella sua mission vi è la promozione, valorizzazione, tutela di tutte le forme di arte ceramica e, attraverso il suo esteso patrimonio, cerca di documentare il passato ma anche la contemporaneità, per ogni area geografica e per ogni tipologia. Accanto al manufatto precolombiano si trovano in apposite sezioni pregevoli testimonianze islamiche ed orientali, la storia dell’arte ceramica italiana dall’epoca classica al XX secolo, lo sguardo internazionale delle grandi manifatture (Sèvres, Limoges, Meissen, Herend) accanto alla scultura del secondo dopoguerra. Due collezioni in particolare dialogano con l’ambito del design inteso come produzione destinata alla serialità e all’utilizzo quotidiano: la sezione di ceramica popolare italiana e la recente sezione sui rivestimenti e le piastrelle, dal Medioevo ai giorni nostri, internazionale, con uno sguardo attento alla produzione di eccellenza italiana nell’ambito industriale (tra le manifatture presenti Cedit, Gabbianelli, Iris, La Faenza, Appiani, Richard Ginori, etc.). Come per molte Collezioni italiane, anche il MIC possiede nuclei di opere interamente donati negli anni da artisti, collezionisti privati, musei, appassionati d’arte, industrie ceramiche. Questa pratica virtuosa fortunatamente continua ancora oggi, arricchendo il nostro patrimonio.
Dagli anni Trenta è attivo il Concorso Internazionale della Ceramica d'Arte Contemporanea, che ha segnato la storia culturale di Faenza nel XX secolo, facendone un punto di riferimento ceramico mondiale soprattutto a partire dagli anni Sessanta. Istituito nel 1932 con dimensione regionale per iniziativa del Museo di Faenza e il patrocinio dell'E.N.A.P.I. (Ente Nazionale Artigianato e Piccole Industrie), dal 1938 prese carattere nazionale. Fu la prima manifestazione in questo settore inaugurata in Europa con una precisa caratterizzazione, una cadenza periodica e senza finalità commerciali. La parentesi bellica interruppe nel 1942 lo svolgimento del Concorso che già nel 1946 riprendeva, proseguendo regolarmente fino ad oggi: con cadenza annuale fino al 1987, biennale dal 1989. Nel 1963 il Concorso si è ampliato a livello internazionale. La manifestazione è stata, fin dall'inizio, un importante momento nella valorizzazione, nel rinnovamento, nella promozione della ceramica sia sotto l'aspetto artistico, decorativo, che quello funzionale e di arredo, con una sezione specifica dedicata al design, permettendo un interessante confronto con l'arte contemporanea e, in particolare, negli ultimi 50 anni, con la scultura. Grazie al Concorso arrivarono (e arrivano ancora oggi) donazioni di opere che arricchiscono le nostre collezioni, come, nello specifico, le opere/prototipi di designers italiani ed internazionali. Il MIC non ha una vera e propria sezione di design ma possiede numerosi pezzi ascrivibili a questa categoria, molti donati nelle occasioni del Concorso.



Artisti:
Gio Ponti
Giovanni Gariboldi
Guido Andlovitz
Angelo Biancini
Antonia Campi (Neto)
Anselmo Bucci
Nanni Valentini
Ico Parisi
Ambrogio Pozzi
Ettore Sottsass
Matteo Thun
Federico Fabbrini
Roberto Garcia
Rosanna Bianchi Piccoli
Gae Aulenti
Marcello Morandini
Ettore Sottsass
Marco Zanuso
Bruno Munari
Paolo Tilche
Antonia Campi
Alessandro Mendini