







I tassi in filare a lato della villa, tuttavia, ne eguagliano quasi l’altezza, mettendo in mostra il tipico portamento policormico; solo l’ultimo della fila ha un fusto unico, con diametro di poco superiore ai 50 centimetri.
Il tasso più sviluppato si trova però sul pendio sotto alla villa: un bell’esemplare con cinque fusti saldati in un’unica base (diametro 90 cm) e una chioma ampia e ben distribuita; alti e maturi sono anche i vicini tigli (il maggiore ha un diametro di 73 cm).
Sicuramente di maggiore effetto per la notevole altezza e le caratteristiche chiome e cortecce, sono tuttavia i pini presenti in vari settori del parco, sia quelli domestici (diametri tra 60 e 70 cm, con un esemplare del bel gruppo presente nel settore aperto che raggiunge i 75 cm), sia quelli d’Aleppo (l’esemplare isolato che spicca sul pendio sotto alla villa ha un diametro di 73 cm).
Interessanti sono anche le specie sempreverdi mediterranee rimaste qua e là nel parco: utilizzate in prevalenza per formare macchie formali o siepi, caratterizzavano in modo più incisivo i precedenti giardini privati, ma lasciate libere di svilupparsi hanno oggi assunto un portamento ad alberello e dimensioni in qualche caso significative; sicuramente degno di nota è, ad esempio, il bell’esemplare di ilatro comune (Phillirea latifolia), dal suggestivo tronco contorto e cavo (diametro 50 cm) che cresce a ridosso del confine sul fianco settentrionale della villa.
La grande rovere a sud della villa (diametro 71 cm) contribuisce a favorire la presenza nel parco dello scoiattolo, come pure delle cince e di altre specie di piccoli uccelli (anche grazie alle cassette nido collocate dall’amministrazione comunale).
Anche se appena fuori dal confine del parco, infine, non si può non segnalare l’imponente quercia ben visibile nel giardino della confinante Villa Pullè (a sud di Villa Lodi Fè, subito dietro a un vecchio ippocastano), un esemplare secolare dalla bellissima chioma espansa, che sovrasta un’ala dell’edificio e domina tutta l’area circostante.
Particolarità:
A partire dal parco è possibile compiere una piacevole passeggiata, a piedi o in bicicletta, che tocca alcune altre interessanti aree verdi pubbliche e consente di apprezzare quel carattere di “città giardino” che tuttora contraddistingue Riccione. Risalendo viale Ceccarini, poco oltre si incontra, sulla destra, viale Vittorio Emanuele II, dove si trova il Municipio di Riccione circondato da un piccolo e gradevole spazio verde derivato dal giardino di Villa Riccioni, acquisita nel 1923 dal Comune per farne la propria sede. Nell’area verde, composta da aiuole prative ombreggiate da pini, cedri, magnolie e fiancheggiate a tratti da basse siepi di bosso, svettano un pino d’Aleppo (diametro 88 cm) che raggiunge i 25 m di altezza, un grande pino domestico (diametro 75 cm), un platano e una magnolia di discrete dimensioni. Sul lato prossimo a viale Ceccarini un monumento ricorda i caduti riccionesi di tutte le guerre (ai quali il giardino è intitolato).
Tipo:
vivaio
Particolarità:
Proseguendo per viale Ceccarini più avanti si incontra, sempre sulla destra, in fondo a via Bufalini, l’ingresso all’Arboreto Cicchetti. Si tratta del vecchio vivaio della nota famiglia, che per molti decenni ha prodotto e rifornito di piante tutti i giardini e i viali cittadini, contribuendo in modo determinante all’immagine verde di Riccione. Terminata l’attività commerciale, lo sviluppo naturale delle piante rimaste nel vivaio ha dato vita a una folta e originale macchia boschiva in pieno centro cittadino, formata da filari e gruppi omogenei di specie ornamentali (platano, acero riccio, pino domestico, tasso, ecc.) e da un intricato sottobosco con sanguinello e molte altre specie spontanee. Insieme a singolari macchie di bosso delle Baleari o di abete del Caucaso e a piante dalla chioma stretta e molto sviluppata in altezza a causa degli impianti molto ravvicinati, si incontrano, nei pressi delle vecchie serre e di altre strutture di servizio, anche grandi pini domestici (con diametri tra 60-70 cm; il maggiore, che cresce tra il posto tra il planetario e le serre, raggiunge i 73 cm) che facevano probabilmente parte dell’arredo stabile del vivaio. L’area, acquistata dal comune tra il 1992 e il 1993, dopo vari progetti e interventi parziali è stata riaperta al pubblico nel 2011 in collaborazione con un gruppo di associazioni. Nelle precedenti strutture del vivaio sono state ricavati un planetario dotato di cupola semisferica, un bar ristorante, una bottega del commercio equosolidale e una bottega di artigianato. Dal 2003 una delle serre ospita un presepe meccanico, mentre un’altra ha recuperato la destinazione originaria e funge da punto vendita di piante ornamentali.
Tipo:
parco
Particolarità:
Proseguendo per viale Vittorio Emanuele II, oltre il rio Melo, si arriva al Parco della Resistenza, l’area verde comunale di maggiore estensione (11 ettari). Il parco, realizzato a partire dagli anni ’80 del secolo scorso su un terreno fino ad allora coltivato, ha come fulcro un laghetto artificiale con vegetazione e animali acquatici, intorno al quale sono distribuiti vialetti, punti sosta, aree giochi per bambini, monumenti e altri arredi, ampi spazi prativi e formazioni miste di latifoglie e sempreverdi, con alberature già ben sviluppate ma non di grandi dimensioni. Spiccano alcune piante residue del passato rurale: qualche vecchio olmo e un paio di querce (la maggiore, una rovere, raggiunge gli 80 cm di diametro).
Tipo:
viale
Particolarità:
Numerosi sono, infine, i grandi pini domestici che arredano i viali cittadini, con esemplari di notevole rilievo già nei pressi della stazione (uno dei maggiori raggiunge i 75 cm di diametro) e nella zona più centrale di Riccione, lungo il tratto di viale Ceccarini che conduce al mare, dove fanno ancora bella mostra di sé molti degli esemplari impiantati nel 1927 (con diametri intorno ai 70 cm) per rendere più gradevole questo angolo della “città-giardino”.
Riccione (RN)
L’ingresso principale all’area recintata si trova a margine del parcheggio, dove sopravvive un vecchio cipresso, e serve gli uffici che hanno sede nella villa, che si intravede poco più in alto seminascosta dalle chiome di pini, tigli, tassi, magnolie e querce. Il vialetto che sale alla villa è fiancheggiato verso il confine da un vecchio gelso molto alto e da grandi roveri sotto le quali vegetano macchie di acanto, aro e giaggiolo puzzolente (Iris foetidissima), ben riconoscibile in autunno dai vistosi semi di colore arancio. Sul lato opposto il pendio è ombreggiato da alcune magnolie e da un pino d’Aleppo, mentre a fianco della villa risalta un filare di cinque vecchi tassi. Nel piccolo prato sul retro dell’edificio si trovano un gazebo e un pozzo ombreggiato dai rami di un kaki. Ai margini del pianoro una quinta mista con alloro, ligustro e altre specie sempreverdi segue il confine dell’area comunale fondendosi con il verde dei giardini privati confinanti, dai quali emergono le chiome di un’imponente rovere, di un grande platano, di alcuni alti pini e ippocastani e di altre grandi alberature.
Uno sorta di torretta con tetto a due falde spioventi e una terrazza con balaustra e scalinate laterali caratterizzano la facciata del villino, che è abbellita da un’aiuola semicircolare, con fioriture stagionali di specie erbacee e arbustive ornamentali, posta in posizione centrale sotto alla terrazza. Dalla facciata un vialetto scende verso uno spiazzo, dominato al centro da una fontanella artistica con tre vasche sovrapposte, e prosegue sino al vecchio ingresso principale della villa, collegato a viale delle Magnolie. Un gruppo misto formato da vecchi tigli, tassi e un cedro occupa il primo tratto di pendio sotto alla villa, mentre nei pressi della fontanella si trovano macchie di nocciolo, alloro e bambù, alberelli di ligustro, un breve filare di catalpe vecchie e giovani, alcune palme (Trachicarpus fortunei), un leccio e altre specie ornamentali.
La fascia verde prossima alla recinzione che separa i due settori del parco è anch’essa attraversata da percorsi curvilinei che si dipartono da un vecchio ingresso; a fianco dei vialetti in ghiaia si notano filari di ippocastano e spino di Giuda; sparsi nei prati e a ridosso della recinzione spiccano le alte chiome di alcuni pini domestici e d’Aleppo, mentre nella parte più rilevata altri due grandi pini domestici sovrastano arbusti di pittosforo, un gruppetto di lagerstroemie e un’alta e folta macchia di bambù.
Nei decenni seguenti la ricostruzione successiva al terremoto che colpì duramente la costa romagnola nel 1916, l’istituzione del comune autonomo nel 1922 (Riccione era in precedenza sottoposto a Rimini) e dell’Azienda autonoma di soggiorno nel 1928, nonché la realizzazione del tram elettrico di collegamento con Rimini inaugurato nel 1927 concorsero allo sviluppo turistico di Riccione e ne accrebbero la fama anche oltre i confini nazionali. Alla sua fortuna non fu estranea la propaganda da parte di Benito Mussolini, che dal 1926 al 1943 scelse di trascorrere qui le sue vacanze estive, prima in hotel e poi nella Villa Mussolini (oggi di proprietà pubblica e utilizzata per mostre e conferenze). Nel secondo dopoguerra la notorietà di Riccione si consolidò nei primi anni ’60 (gli anni della “dolce vita”) e nei decenni successivi grazie alle presenze di personaggi mondani sia italiani che stranieri (Mina, Ugo Tognazzi, Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida e tanti altri). L’amministrazione comunale, che aveva fin dall’inizio sostenuto l’impronta di “città giardino” immaginata alla fine dell’Ottocento, promosse una prima serie di interventi nel verde. Nel 1982 il giardino di Villa Lodi Fè e porzioni di quelli delle ville Pullè, Santi e Sarti, dopo essere stati espropriati, furono riorganizzati per dare vita a un’area verde pubblica in origine denominata Parco Centrale e indicata spesso anche come Parco delle Magnolie. Nel 2006 il comune ha avviato un progetto di riqualificazione dell’area verde, in parte finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, al quale hanno collaborato la GEAT, l’azienda pubblica locale che si occupa di servizi per l’ambiente e il territorio, e l’associazione culturale Riccione Teatro.