









Gli alberi più imponenti sono senz’altro i grandi platani che delimitano il pentagono interno, parte dei quali sono tra i testimoni del passato militare della Cittadella. Uno tra gli esemplari maggiori arriva a misurare ben 140 cm di diametro, con una chioma ampia e non molto sviluppata in altezza; altri raggiungono dimensioni ragguardevoli, pur se con chiome meno espanse a causa delle interazioni con le piante contigue del filare.
Tra le altre piante di grandi dimensioni spiccano alcuni vetusti pioppi neri presenti soprattutto nelle scarpate alberate del settore meridionale; un paio a lato di una delle rampe superano il metro di diametro (104 e 103 cm), ma le loro condizioni sono alquanto precarie a causa dell’età.
Un altro pioppo, di dimensioni anche maggiori (diametro 117 cm) e con una chioma contenuta dalle potature ma tuttora ampia, si trova isolato nel prato del bastione orientale, dove si incontra anche un vecchio gelso (diametro 78 cm) con il tipico fusto tozzo dal quale partono grandi branche in parte segnate dai corpi fruttiferi di organismi fungini.
Degni di nota, infine, sono sicuramente i grandi bagolari disposti in filare ai lati della strada che porta all’ingresso principale della Cittadella, molti dei quali presentano uno sviluppo notevole (il maggiore sfiora il metro di diametro) e nell’insieme compongono una formazione arborea non lunga ma imponente, che si unisce agli altrettanto interessanti filari che ombreggiano viale delle Rimembranze.
Particolarità:
Nel quartiere che prende il nome dalla Cittadella è presente anche un’altra tra le maggiori aree verdi pubbliche urbane (9,3 ettari), il Parco Ferrari, situato poco più a est a lato di via Torelli e raggiungibile anche tramite una pista ciclabile. Divenuto di proprietà comunale dal 2011, è stato oggetto di un recente intervento di riqualificazione. Il disegno del parco si compone di ampie zone prative circondate da fasce di alberature miste, di età differenti ma di dimensioni ancora piuttosto contenute; la porzione del parco prossima a via Puccini, che ospita uno spazio per bambini attrezzato con molti giochi gonfiabili, è intitolata alla memoria di Iqbal Masih.
Tipo:
parco
Particolarità:
Nella direzione opposta, subito a monte di Ponte Italia, si trova un’interessante area verde a carattere più naturale, il Parco di via Varese, che si estende nella zona di confluenza tra i torrenti Baganza e Parma. Collegata anch’essa al centro storico da una pista ciclabile, è caratterizzata dalla presenza della tipica vegetazione fluviale e offre l’opportunità di piacevoli passeggiate, magari praticando il birdwatching.
Parma (PR)
Negli spazi più vicini all’ingresso principale sono concentrati giochi e altre strutture ricreative per bambini, mentre nelle fasce più laterali trovano posto campi di calcio e, sul lato orientale, un paio di campi da basket e il grande edificio in passato utilizzato come caserma e poi come ostello. Imponenti platani circondano il prato centrale, mentre ai lati dei vialetti che salgono verso le mura prevalgono filari di tigli, in qualche caso lambiti dalla vegetazione cresciuta spontaneamente sulle scarpate (pioppi neri, robinie e varie altre specie)i. Alla sommità di ognuna delle rampe il vialetto si divarica, delimitando un’aiuola triangolare dominata da un esemplare isolato di cedro dell’Atlante (in un solo caso al posto del cedro è presente uno spino di Giuda).
Il viale asfaltato che segue le mura, frequentato da persone a piedi, ciclisti e pattinatori, è affiancato da un percorso podistico, che parte nei pressi del portale d’ingresso, lungo il quale sono disposti anche diversi attrezzi ginnici; il viale è accompagnato da filari di tigli, impiantati nel secondo dopoguerra, in alcuni tratti sostituiti da robinie e grandi pioppi.
In corrispondenza dei cinque vertici, i bastioni che sporgono verso l’esterno sono oggi diventati dei terrazzi verdi che offrono suggestivi affacci sulle ripide pareti delle mura. Sul primo baluardo a ovest del portale l’ingresso, il Bastione Santa Maria, è possibile scoprire interessanti aspetti dell’organizzazione dell’antica fortificazione grazie ai recenti scavi archeologici che hanno riportato alla luce i percorsi di ronda, le piazze occupate dalle bocche da fuoco e le gallerie di collegamento con il fossato e la piazza d’armi centrale. Il Bastione San Giovanni Battista, sul lato opposto, è invece caratterizzato da una folta fascia di vegetazione, con molti arbusti di gelso da carta (Broussonetia papyrifera), bagolaro, robinia e altre specie che fanno da cornice a un’area ginnica attrezzata. Gli altri bastioni hanno un verde meno sviluppato: sul lato orientale (Bastione San Francesco) si incontrano alcuni bagolari adulti, un grande pioppo e un vecchio gelso intorno a un prato con panchine; sul fronte meridionale, dei due bastioni posti ai lati dell’ingresso secondario, detto un tempo la Porta del Soccorso, il Bastione San Pietro è caratterizzato da un esemplare di acero di monte (diametro 70 cm) che spicca in direzione della punta, mentre il Bastione Sant’Alessandro, in parte dedicato al passeggio dei cani, è soprattutto prativo e occupato su un lato dalla Palazzina San Giorgio, che ospita le sezioni locali di alcune associazioni (Associazione Nazionale Bersaglieri, Associazione Nazionale Arma di Cavalleria e Amici del Cavallo, Associazione Nazionale degli Autieri).
L’articolato e ben congegnato sistema difensivo si sviluppava in parte anche sottoterra: erano presenti a vari livelli postazioni, dette “piazze”, che erano armate con cannoni, e punti di osservazione, indicati come “piazze del cavaliere”, che erano riservati al militare a cavallo che dirigeva le operazioni; gli spostamenti erano assicurati da percorsi di ronda perimetrali per il controllo delle mura e da una serie di tunnel che mettevano in contatto le varie piazze con la piazza d’armi al centro della Cittadella e con l’esterno, per eventuali sortite in caso di assedio. Nel complesso, insieme alle abitazioni dei militari, alle stalle e ai depositi di munizioni e di altre scorte, era presente una chiesa, di cui si sono conservate poche tracce. La Cittadella non fu, tuttavia, mai teatro di scontri e assedi e nel corso dei secoli sulla funzione difensiva prevalse quella di caserma militare e prigione, utilizzata in particolare per gli avversari politici dei duchi. Nel celebre romanzo La Certosa di Parma, Stendhal immagina che il protagonista, Fabrizio del Dongo, su ordine del duca di Parma, venga rinchiuso in una cella della Torre Farnese della Cittadella, dalla quale riesce a fuggire grazie alla duchessa Sanseverina, di cui è il nipote, e a Clelia Conti, figlia del governatore della fortezza.
La destinazione militare della Cittadella, che dopo l’Unità d’Italia ha ospitato vari reggimenti dell’esercito italiano (bersaglieri, cavalleria, ecc.), si è mantenuta sino al secondo dopoguerra. Nel 1946 furono avviate le pratiche per la cessione della struttura al Comune di Parma e in seguito vennero eseguiti lavori di bonifica e smantellate le caserme e altre infrastrutture annesse. In questa fase di passaggio alcune porzioni della Cittadella, compresi un paio di bastioni, furono utilizzati a scopo agricolo per seminativi e piccoli frutteti. Dopo l’inserimento nell’ambito del verde pubblico cittadino, la Cittadella ha avuto una caratterizzazione di tipo prevalentemente ricreativo e sportivo, con gli ampi spazi prativi utilizzati per il gioco del calcio e la graduale aggiunta di strutture sportive e attrezzature ginniche. Per alcuni decenni la Cittadella ha anche ospitato un frequentato campeggio e l’unico grande edificio militare rimasto è stato sede di un ostello per la gioventù (l’ex ostello è oggi interessato da un progetto di riqualificazione che contempla la realizzazione di spazi collegati alle attività sportive e di un museo sulla storia della Cittadella). Tra il 2008 e il 2010 sono stati eseguiti lavori di restauro di uno dei bastioni e gli scavi archeologici effettuati hanno consentito di ricostruire importanti aspetti storici della fortezza e della sua organizzazione militare.