Nel cortile interno, sul lato meridionale in ombra, il lato opposto all’ingresso è ornato per tutta la lunghezza da ortensie dalle vistose infiorescenze di colore bianco sfumato di rosa. Una foto scattata agli inizi del ’900 le ritrae nella medesima posizione e questo lascia supporre che si tratti di un’ulteriore reminiscenza dell’arredo verde ottocentesco della villa.
Particolarità:
Il centro di San Giorgio Piacentino si sviluppa intorno all’alto torrione del castello medievale che oggi ospita la sede comunale e altri uffici pubblici; a lato del castello è stato di recente restaurato il giardino pubblico annesso, in parte disegnato all’italiana, con fontana e aiuole geometriche. Al margine dell’abitato si trova la seicentesca Rocca, nota anche come Villa Gazzola, una singolare costruzione scenograficamente inserita in un ampio parco recintato (oggi è una residenza privata). Costruita come struttura difensiva su disegno attribuito al Vignola, nel ’600 venne abbellita e trasformata in residenza nobiliare e nel secolo successivo circondata da alte mura a protezione del vasto parco all’inglese (allora popolato da daini e cervi).
San Giorgio Piacentino (PC)
Attraverso il portale si entra nel cortile interno del palazzo, circondato da un elegante loggiato con colonne e capitelli (quelli sul lato orientale hanno fattezze di tipo rinascimentale). In linea con il portale di ingresso, sul fronte opposto si apre un secondo accesso che conduce sul retro del palazzo dove in passato si sviluppava il giardino ottocentesco. Oggi è presente solo un doppio filare irregolare, con ciliegi in parte spontanei e resti di vite, ai lati del vialetto che attraversa lo spazio in posizione centrale e porta a un ingresso secondario collegato alla stretta via che corre a sud del palazzo. Nei campi coltivati, oltre questa strada, c’era in passato il frutteto del palazzo che arrivava sino alle sponde del torrente Riglio, la cui vegetazione ripariale chiude oggi la visuale verso sud.
I lavori interessarono anche il fossato intorno al castello, che in realtà venne regolarmente allagato soltanto in epoca medievale con acque derivate dalla Fontana del Giudeo, un fontanile presente più a sud che è menzionato nei primi documenti riguardanti Montanaro e tuttora serve il castello di Paderna. Tra le carte d’archivio della famiglia Marazzani Visconti Terzi, donate nel secolo scorso al Comune di Piacenza e oggi conservate presso l’Archivio di Stato, figurano alcuni disegni di progetti successivi, che comprendevano interventi sulla facciata principale e sugli spazi a verde, con la creazione di un esteso giardino all’italiana (di cui non rimangono tuttavia testimonianze della effettiva realizzazione). Lavori di arricchimento del giardino annesso al palazzo signorile furono, invece, sicuramente realizzati nella prima metà dell’Ottocento, curati personalmente da Amalia Marazzani, con l’inserimento di vasi di limoni, aranci e altre piante ornamentali, pergole, macchie arboree e filari (i resoconti dell’epoca descrivevano la villa come una delle residenze di villeggiatura più affascinanti della campagna piacentina). Nella prima metà del ’900 il complesso, divenuto di proprietà statale, ebbe varie destinazioni: per un periodo fu assegnata alla Gioventù Italiana del Littorio, poi ospitò il brefotrofio provinciale (la grande scritta Educatorio Provinciale F. Pallastrelli è ancora visibile sulla facciata del palazzo sopra l’ingresso). Alla chiusura del brefotrofio sono seguiti molti anni di abbandono e di progressivo degrado dell’edificio e del suo patrimonio architettonico, al quale stanno ponendo rimedio i lavori di recupero avviati dalla nuova proprietà.