Museo Romagnolo del Teatro
Corso Garibaldi, 96
Forlì (FC)
Bisaglia G. Andrea
notizie 1882
pergamena

carta/ tecnica mista
cm 48 (la) 64 (a)
cornice 58x75,
riquadro dipinto 38x52
sec. XIX (1882 - 1882)
n. 17
La pergamena è montata su cornice di legno color nero e oro. La scrittura e la decorazione sono in parte realizzate a inchiostro colorato/dorato, in parte a tempera. La pergamena presenta un riquadro dorato riccamente decorato con tinte brillanti a motivi vegetali, al quale s'intreccia un nastro recante vari nomi di città. La decorazione si concerta principalmente su tre lati (destro, sinistro e inferiore). Sul lato inferiore in posizione centrale sono presenti lo stemma comunale di Forlì ed ornamenti in forma di strumenti e note musicali. In alto, rispettivamente a sinistra, al centro e a destra del riquadro dorato, compaiono in stendardi le bandiere francese, italiana e inglese. I caratteri “Angelo Masini” si distinguono dagli altri per dimensione e decorazione particolarmente aggraziata e fiorita. Il testo consta di 16 righe, escluse data e firma, ciascuna scritta con inchiostro di colore diverso.


Non è stato identificato il firmatario di questo testo, siglato T.G., né è facile stabilire se trattasi di persona coinvolta nell'impresa gestionale del Teatro alla Scala, di un direttore d'orchestra, di un politico o più probabilmente di un estimatore che auspicava la presenza del Masini sul principale palcoscenico milanese. Dal carteggio tra Giuseppe Verdi e Giulio Ricordi si evince che proprio a seguito della stagione invernale di quello stesso anno, l'appalto dell'impresa del teatro subì un cambio, con il ritiro dei Fratelli Cesare ed Enrico Corti in favore di Oreste Scarlatti, che lo manterrà per la sola stagione 1882-1883, e che poi, alquanto dissestato, sarà costretto a cederlo ad Angelo Ferrari e Carlo D'Ormeville. La carta è interessante poiché documenta il difficilissimo rapporto tra Angelo Masini ed il Teatro alla Scala di Milano. Il tenore non vi cantò mai, nonostante gli inviti ricevuti. Nei loro studi Battaglia e Inzaghi ipotizzano che le ragioni di questo attrito risalgano ad un risentimento personale conseguente al rifiuto della commissione del teatro a scritturarlo nel 1870 per "mancanza di cartello", ed alla richiesta di un'audizione preliminare, anziché una scrittura diretta, nel 1874. A quest'ultima tuttavia pare fosse presente lo stesso Giulio Ricordi, che maturò invece grande considerazione del tenore. Leggiamo infatti in una sua lettera indirizzata al Masini il 14 Marzo 1882, ovvero pochi mesi prima la data in calce alla presente pergamena: " (...) Io però non sarò contento fino a che non vi sarete presentato sulle scene della Scala, ove pure avrete un altro grande trionfo!". Inzaghi sostiene inoltre che la vera motivazione dell'assenza del Masini fosse un implicito timore dell'artista a presentarsi al particolarissimo pubblico scaligero ed all'influentissima critica milanese. Va infine rilevato come la datazione della pergamena sia perfettamente concomitante alle rappresentazioni de "Gli Ugonotti" di Giacomo Meyerbeer al Teatro Comunale di Forlì, che videro il Masini trionfare nella parte del protagonista. Un grande successo cui assistettero anche i critici milanesi, tra i quali ad esempio lo stesso Carlo D'Ormeville, ed il cui eco raggiunse quindi probabilmente in fretta anche la Scala.