Via Mura del Giardino Pubblico
Cesena (FC)
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Giardino storico
Il giardino pubblico di Cesena si allunga su un tratto del perimetro meridionale delle mura della città antica, nelle adiacenze del Teatro Comunale (dedicato ad Alessandro Bonci, grande tenore cesenate). L’ingresso principale è una bella e imponente cancellata su corso Garibaldi, la più importante arteria cittadina. Il giardino, realizzato nella prima metà dell’Ottocento secondo il gusto neoclassico, è stato oggetto di un sapiente restauro urbano curato, dall’architetto Pier Luigi Cervellati e terminato nel 2007, che ha almeno in parte restituito a questo piccolo e prezioso giardino del centro storico, divenuto marginale nel corso del tempo, l’originario aspetto ottocentesco. Al suo interno è possibile ammirare alcuni elementi di arredo risalenti al periodo della sua creazione, un interessante campionario di arredi d’epoca e moderni in ghisa, i busti di cittadini illustri e un grande gazebo centrale utilizzato per concerti durante la buona stagione.

L’ingresso principale del giardino, completamente delimitato da muri e recinzioni, è situato in corso Garibaldi e l’accesso avviene attraverso una lunga inferriata dotata di tre cancelli monumentali sostenuti da colonne rotonde in mattoni (solo il cancello centrale, più grande degli altri, viene aperto). Al centro del giardino, dove un tempo erano collocati gli obelischi in pietra, oggi sorge un grande gazebo in ghisa a pianta dodecagonale (10 m di larghezza per 8 di altezza), che ripropone il modello del chiosco musicale tipico delle passeggiate e dei giardini ottocenteschi. All’epoca era chiamato anche cassa armonica e faceva parte di quell’insieme di invenzioni e realizzazioni che oltre un secolo fa venivano utilizzate per abbellire i luoghi pubblici. Per la sua collocazione funge da fulcro visivo e da punto di riferimento per l’esposizione di lampioni storici che si sviluppa tutt’intorno. Particolarmente pregevoli per la ricchezza di decorazioni sono i due candelabri di Dublino (1880 ca.) e quello di Torino (1890); gli altri, più semplici, provengono da Parigi, Firenze, Venezia, Padova e Parma. Intorno al gazebo, all’interno di un’aiuola delimitata da un bel cordolo in ghisa con decori floreali, si trova un folto impianto della tappezzante sempreverde Lonicera nitida. Dalla piazza centrale si diramano quattro vialetti interni che, in corrispondenza del percorso ellittico perimetrale, formano altrettante piazzette di dimensioni inferiori, in prevalenza ombreggiate da lecci e tigli.
I due prati che si aprono a destra e a sinistra dell’entrata principale sono ombreggiati da annosi esemplari di leccio, sei a destra (i maggiori con diametro di 71 e 62 cm) e quattro a sinistra, dove si nota anche una giovane magnolia sempreverde. Percorrendo il viale più esterno del giardino verso est, si nota un tratto più alto e antico del muro perimetrale, in mattoni dalla tipica sommità a punta realizzata con elementi in cotto. Il viale ellittico di ghiaia bianca percorre tutto il perimetro del giardino ed è ombreggiato, sul lato interno, da un bel filare di tigli con esemplari di discrete dimensioni. Nel grande prato disegnato dal viale a est cresce un gruppo di cedri, tra i quali si distinguono due cedri dell’Himalaya (diametro 70 cm). Anche nei pressi del busto di Pietro Turchi, esponente dell’ala repubblicana dei notabili locali nella seconda metà dell’Ottocento e sindaco di Cesena per un breve periodo, si trovano un gruppo di cedri dell’Atlante (della varietà glauca) e più esternamente, prima del viale di tigli, un gruppo di cedri dell’Himalaya.
A est, in corrispondenza di uno dei vialetti radiali, si apre un piccolo ingresso laterale che porta in via Mura del Giardino Pubblico; in prossimità, nel prato all’angolo sud-est del giardino, si alzano due grandi tigli, simmetrici rispetto all’area giochi e a uno dei due grandi vasi ornamentali. Nei prati più centrali, tra il gazebo e l’ingresso meridionale su viale Padre Vicinio da Sarsina, sono stati messi a dimora numerosi giovani tigli in corrispondenza dell’area dove è stato smantellato il tracciato di via Verdi. Poco oltre, verso ovest, sulla sommità del muro di fronte al fianco del Teatro Comunale, dove si apre un altro ingresso del giardino, sono allineate alcune sculture raffiguranti i personaggi della Commedia dell’Arte (tre a sinistra e sei a destra dell’ingresso). Le figure in bronzo, opera dello scultore Domenico Neri, sono state donate alla città dall’autore. Il percorso ad anello si chiude nello spicchio nord-occidentale del giardino, dove il prato più interno, sempre delimitato dal filare di tigli, è segnato dalla presenza di tre cedri e tre lecci abbastanza giovani, mentre l’angolo verso la cancellata storica è ombreggiato da maestosi lecci.

Il giardino pubblico venne allestito nel 1843 in un terreno che la città aveva ricevuto in dono, per lascito testamentario, dal conte cesenate Paolo Neri. L’area verde, per la cui realizzazione venne abbattuto un tratto di mura cittadine, era ordinata secondo rigorosi assi simmetrici, con forti richiami di sapore rinascimentale ai temi del labirinto e dei cerchi concentrici; in posizione centrale la scena era dominata da due imponenti obelischi in pietra (26 m di altezza). Il giardino, molto frequentato nelle giornate di festa, era allietato dalle musiche della banda comunale, che per le proprie esibizioni utilizzava un chiosco in legno. In seguito tutta l’area venne investita da rilevanti trasformazioni urbanistiche e il giardino perse la sua centralità nella vita cittadina, assumendo una valenza soprattutto monumentale, con busti ed epitaffi di cesenati illustri e una coppia di grandi vasi portafiori in pietra in sostituzione degli obelischi, che furono demoliti. Nel 1946 il giardino fu soggetto a una rovinosa trasformazione, con l’apertura al suo interno di una strada per il traffico motorizzato, via Verdi, che ne causò la spaccatura in due porzioni; anche buona parte della vegetazione venne sostituita con nuove essenze vegetali.
Il recupero del giardino è stato attuato mediante un progetto che, a partire dallo studio delle fonti d’archivio, ha puntato a restituire alla città un luogo pubblico strettamente legato alla sua storia. Il progetto ha ricondotto il disegno del giardino all’originaria configurazione, con i viali disposti a cerchi concentrici e la totale eliminazione del pesante taglio mediano compiuto nel 1946. Lo stesso ingresso principale è stato rifatto con le massicce colonne di un tempo e la cancellata. Quella originale, scomparsa all’epoca dell’apertura di via Verdi, è stata sostituita con quella assai elegante e ricca della Barriera Cavour, recuperata dagli artigiani della CNA, che chiudeva i due padiglioni neoclassici costruiti nel 1864 al posto dell’antica Porta Cervese, dalla quale usciva la romana Via del Sale, oggi corso Cavour, in direzione di Cervia. Il ripristinato disegno ottocentesco del giardino è arricchito dalla presenza, nell’area circostante il gazebo, di vari elementi ornamentali d’epoca. L’allestimento, per volere della Fondazione Neri - Museo Italiano della Ghisa, si configura come un museo all’aperto dell’arredo urbano nel quale trovano adeguata collocazione elementi storici di grande pregio come fontanelle e lampioni d’epoca. Alla collezione Neri appartengono otto dei dodici pali per l’illuminazione esposti, che provengono da altrettante città europee e dal cosiddetto “ponte vecchio” di Cesena. Il giardino è arredato anche da eleganti manufatti in ghisa di realizzazione recente: panchine, cestini portarifiuti e bei pannelli espositivi che raccontano la storia di questo prezioso materiale.
Durante i lavori di restauro del giardino sono stati ritrovati i resti di una chiesa trecentesca e alcuni scheletri umani su cui si stanno compiendo ricerche.