





Da segnalare è, in particolare, il consistente numero di sequoie sempreverdi (una trentina circa), tra loro coetanee e con tronchi maestosi dalla caratteristica corteccia rossastra e fibrosa. Gli esemplari, pur non raggiungendo ancora dimensioni ragguardevoli (il diametro medio è di 80 cm), nell’insieme sono un interessante esempio di impiego, in epoca passata, di una specie esotica ornamentale oggi poco o affatto utilizzata nel verde.
Tra le sequoie presenti nel parco, alcune spiccano su tutte le altre, come la coppia di piante (diametri 82 e 84 cm) che, quasi come due sentinelle, si innalzano a margine dello slargo asfaltato, dove termina il viale di liquidambar. Una terza sequoia (diametro 85 cm) è situata a breve distanza, nel prato alberato a lato dello spiazzo, ben riconoscibile per la chioma compatta e slanciata che si biforca nella parte apicale. Un ultimo esemplare, che vegeta nella fascia alberata subito a monte della quarta grande fontana che si incontra a partire dall’ingresso principale, si riconosce facilmente per la caratteristica biforcazione del fusto al colletto, che ha dato origine a due imponenti tronchi gemelli, paralleli e ravvicinati tra loro (il principale con diametro di 82 cm, il secondo di poco inferiore).
Tra gli alberi del parco che meritano una segnalazione c’è anche un cedro dell’Atlante della varietà glauca, che cresce isolato alle spalle dell’antico pozzo romano, al confine dell’area verde verso la strada. Alla base della pianta è cresciuto un giovane albero di fico completamente ombreggiato dalla chioma argentata del sempreverde.
Poco oltre, nei pressi dell’edificio in mattoni realizzato nel dopoguerra dall’INPS, di forte espressività formale, si trova un altro nucleo di alberi di dimensioni interessanti, tra cui alcuni pini e ippocastani e un cedro dell’Atlante (diametro 82 cm) dalla chioma folta e compatta.
Particolarità:
A pochi chilometri da Fratta Terme si trova Bertinoro, arroccato su un colle che domina la pianura romagnola alla cui sommità spicca l’imponente Rocca Vescovile di epoca medievale, oggi sede del CEUB, un moderno centro residenziale universitario;
Tipo:
palazzo
Particolarità:
la centrale piazza della Libertà, nel cuore del borgo medievale, è impreziosita dal trecentesco Palazzo Ordelaffi, oggi sede comunale, e dalla Colonna delle Anella, simbolo della tradizionale ospitalità di Bertinoro (la colonna è dotata di 12 anelle e la tradizione vuole che ognuna corrispondesse al nome di una famiglia, che si incaricava di ospitare l’ignaro viandante che legava le briglie della sua cavalcatura a una di esse).
Tipo:
chiesa
Particolarità:
Poco a sud di Bertinoro, lungo la panoramica strada di crinale punteggiata dai cipressi, si trova il piccolo abitato di Polenta, con la bella pieve romanica di San Donato, resa celebre da Giosuè Carducci che, nell’ode La Chiesa di Polenta, ricorda l’ospitalità offerta a Dante Alighieri da parte di Guido da Polenta, signore di Ravenna e padre di Francesca (il cui amore per il cognato Paolo è celebrato nel quinto canto dell’Inferno).
Tipo:
villa
Particolarità:
Lungo la strada che da Forlimpopoli porta a Fratta Terme, in località Selbagnone, si trova Villa Paolucci Merlini, splendido edificio settecentesco, di proprietà privata e in corso di restauro, che è contornato da un ampio parco ben visibile dalle strade limitrofe (all’interno conserva diversi alberi notevoli, tra cui uno spettacolare cedro del Libano e un esemplare monumentale di ginkgo).
Tipo:
Sito di Importanza Comunitaria
Particolarità:
La villa si trova nei pressi del fiume Ronco (la denominazione presa dal Bidente dopo Meldola), che in questo tratto scorre con ampi meandri caratterizzati da ambienti di elevato valore naturalistico tutelati dal Sito di Importanza Comunitaria IT4080006 “Meandri del Fiume Ronco”.
Tipo:
Sito di Importanza Comunitaria
Particolarità:
Più distante da Fratta Terme, nella fascia pedecollinare del comune di Meldola, è da segnalare anche il IT4080004 “Bosco di Scardavilla, Ravaldino”, nel quale è inclusa la Riserva Naturale Bosco di Scardavilla, che tutela un lembo di bosco relitto la cui affascinate storia è strettamente intrecciata a quella di due antichi complessi religiosi.
Bertinoro (FC)
Oltrepassando una passerella pedonale sul rio Salso si accede al settore adibito a parco attrezzato, sul versante sinistro del rio, servito da un accesso autonomo dalla strada pubblica e da un collegamento con l’adiacente parco termale. Un viale in ghiaia risale con larghi tornanti la pendice densamente alberata con conifere sempreverdi e specie a foglia caduca; tra le prime si riconoscono pini, cedri, cipressi dell’Arizona, abeti rossi e imponenti esemplari di sequoia sempreverde (coevi a quelli del settore termale), mentre tra le caducifoglie figurano tigli, platani, frassini, bagolari, querce e aceri. Risalendo la pendice, l’area attrezzata lascia il posto a rimboschimenti con l’esotica robinia realizzati negli scorsi decenni e oggi inselvatichiti, radure prative colonizzate da arbusti tipici della collina e praterie regolarmente sfalciate; si tratta di ambienti poco fruibili, per la mancanza di sentieri, che tuttavia arricchiscono la naturalità e la biodiversità del parco e rappresentano habitat ideali per varie specie della fauna e della flora locali, tra cui piante rare o insolite come alcune orchidee selvatiche e il ciclamino primaverile (Cyclamen repandum), in fiore tra aprile e maggio.