via Scandiana 23
Ferrara (FE)
Tel: 0532 244949 - arteantica@comune.fe.it
Giardino storico
La piccola area verde, tutta racchiusa tra il fronte posteriore del palazzo e un alto muro di recinzione sugli altri tre lati, è un piacevole luogo di sosta, dopo la visita al museo, che ospita anche un punto di ristoro all’aperto. Il patrimonio vegetale, piuttosto eterogeneo ma di effetto gradevole, comprende diversi alberi e arbusti in prevalenza ornamentali.

Il prato retrostante l’edificio è punteggiato da alberature di varie specie, sia sempreverdi che caducifoglie, in una disposizione abbastanza casuale ma con effetto gradevole. Nella parte orientale sono presenti tre voluminosi gruppi di noccioli e una betulla, nella parte centrale svetta una vigorosa magnolia sempreverde (Magnolia grandiflora) e, più a ovest, si trovano un grande arbusto di Magnolia stellata e un liquidambar. Oltre a questi alberi ornamentali, verso il muro a nord, nei pressi del piccolo edificio adibito a caffetteria, crescono un bell’esemplare di olmo e due ciliegi, forse rimasti da un passato uso più utilitaristico dello spazio verde.

Fatto costruire da Alberto V d’Este a partire dal 1385 e poi sopraelevato di un piano e ampliato da Borso d’Este intorno al 1470, Palazzo Schifanoia è l’unico esempio rimasto di dimora estense per la rappresentanza e lo svago: “schifanoia” deriva letteralmente da “da schifar la noia” (vale a dire gli affanni del governo). La facciata dell’edificio, con l’imponente portale marmoreo attribuito ad Ambrogio da Milano e sovrastato dallo stemma degli Este e da un unicorno, è ornata da un cornicione in cotto aggiunto nel 1493, quando il palazzo fu soggetto all’ultimo ampliamento per opera di Biagio Rossetti. Al piano nobile, nel Salone dei Mesi, è conservato il celebre ciclo di affreschi a carattere pagano realizzato tra il 1469 e il 1470 da Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti e altri pittori; voluti da Borso d’Este per esaltare la sua attività di governo, gli affreschi sono una delle più importanti testimonianze della scuola ferrarese e della cultura rinascimentale italiana; i dettagli naturalistici dei paesaggi fantastici che fanno da sfondo ai diversi mesi richiamano vari aspetti del territorio ferrarese e i giardini che facevano da scenario agli svaghi della corte. Nell’adiacente Sala delle Virtù, più nota come Sala degli Stucchi per la ricca decorazione del soffitto, sulle pareti si sviluppa una fascia suddivisa in riquadri con festoni, ghirlande e putti che sorreggono le insegne estensi e quattro imprese di Borso d’Este (unicorno, paraduro, battesimo, fuoco); tra i riquadri sono inserite figure femminili ad altorilievo che simboleggiano le virtù teologali e cardinali. Dalla partenza degli Estensi (1598) iniziò la decadenza del palazzo che, divenuto di proprietà della famiglia Tassoni all’inizio del ’700 fu in parte subaffittato a una manifattura di tabacco: gli affreschi del Salone dei Mesi furono ricoperti di intonaci e demolite la loggia e la scala d’onore sul giardino. La riscoperta degli affreschi, iniziata nel 1821, ebbe una tale risonanza da indurre il Comune di Ferrara a intervenire per recuperarli e, alla fine dell’Ottocento, venne deciso di fare del palazzo la sede del nuovo Museo Civico, inaugurato nel 1898. Da allora Palazzo Schifanoia ospita le collezioni dei Musei Civici d’Arte Antica, le cui ricche raccolte sono distribuite nelle sale quattrocentesche e nell’ala trecentesca dell’edificio. Oltre a ceramiche greche, etrusche e romane e collezioni di monete e avori, spiccano gli straordinari codici miniati, come la Bibbia della Certosa voluta da Borso d’Este.