Tenuta Orsi Mangelli, via Baiesi
Zola Predosa (BO)
Tel: Tel 051 950127 / 950084 - info@scuderiaom.com
La tenuta Orsi Mangelli (123 ettari), molto nota a livello internazionale per l’allevamento di cavalli da competizione, è un luogo di particolare gradevolezza, che arricchisce la campagna di Madonna dei Prati. L’area delle storiche scuderie è caratterizzata da lunghi recinti che delimitano ampie superfici mantenute a prato e piste per la corsa dei cavalli, oltre che dalla presenza di più di 170 querce monumentali, tutelate dalla legge regionale, che sono inserite nelle fasce alberate che fiancheggiano la viabilità e delimitano i differenti settori. La tenuta e parte della campagna circostante rientrano tra le Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale segnalate nel Piano Territoriale Paesistico Regionale e nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

La tenuta Orsi Mangelli, ormai a breve distanza dall’abitato in espansione di Anzola Emilia, è delimitata a ovest dal torrente Podice e attraversata per tutta la lunghezza dal torrente Ghironda, che nella campagna oltre Anzola confluisce poi nel torrente Lavino. Percorrendo via Baiesi, si intravedono a distanza la folta massa arborea che segue l’argine sinistro della Ghironda e, sul lato opposto del torrente, le due grandi piste per la corsa dei cavalli che arrivano sino al confine occidentale dell’area, sottolineato da un lungo filare di pioppi cipressini. La via raggiunge i primi fabbricati della tenuta, ombreggiati da un fitto giardino con varie specie ornamentali (magnolie, cedri, abeti, pini dell’Himalaya, ecc.) e vecchi esemplari di pioppo bianco e farnia; alcune belle querce compaiono anche nella fitta siepe che fiancheggia la strada. Gli eleganti edifici degli anni ’30, oggi a uso prevalentemente residenziale, hanno marcate ornamentazioni color rosso mattone che separano i piani (di colore giallo intenso i superiori, più chiaro quelli basali) e riquadrano le finestre; i camini sono sottili e i grigi tetti spioventi rivestiti da macchie di muschi e licheni. La strada pubblica, dopo aver incontrato i primi lunghi spazi per i cavalli, raggiunge il ponticello sulla Ghironda e termina davanti all’ingresso principale della tenuta, dove su un lato si trova una porta (di giorno sempre aperta). Oltre l’accesso, un lungo viale sterrato attraversa la parte accessibile dell’allevamento, che presenta grandi spazi delimitati da recinti bianchi per il pascolo dei cavalli verso ovest e altri recinti di dimensioni minori verso la Ghironda, lungo la quale cresce una fascia continua di alti pioppi neri dove compaiono alcuni grandi esemplari di farnia. Al capo opposto del viale si esce su via Scuderie, passando sotto a una monumentale farnia. La strada, ancora sterrata e fiancheggiata da siepi spontanee e grandi esemplari di quercia, verso ovest conduce all’interessante area dell’ex polveriera militare di Madonna dei Prati (attualmente non accessibile). Verso est, invece, si supera di nuovo la Ghironda e subito a destra si nota la cancellata verde che chiude l’accesso a un altro gruppo di caratteristici fabbricati e agli estesi appezzamenti che si sviluppano in direzione della collina, delimitati da lunghe siepi alberate, nelle quali spiccano numerose farnie (una settantina di quelle oggetto di tutela). Via Scuderie prosegue sempre fiancheggiata da siepi e grandi querce, oltre le quali si intravedono altre strutture dell’allevamento e altri ampi spazi verdi dove pascolano cavalli di età e varietà differenti. La tenuta termina nei pressi delle prime abitazioni di Madonna dei Prati, un gruppetto di case radunate nei pressi di una vecchia trattoria, quando la strada diventa asfaltata (nell’ultimo tratto si nota ancora qualche bella quercia a lato della via e nei giardini confinanti).

All’inizio degli anni ’30 il conte Paolo Orsi Mangelli (1880-1977) acquistò dal colonnello Chantre, appassionato allevatore di cavalli purosangue inglesi, i terreni nella campagna a sud di Anzola Emilia, per incrementare l’allevamento di trottatori che aveva da poco avviato nei suoi possedimenti di Villa Caprara, nella località Le Budrie (a nord della Via Emilia, verso San Giovanni in Persiceto). Oltre agli ampi recinti (i cosiddetti paddocks) e alle altre strutture per il pascolo e l’allevamento degli animali, furono negli stessi anni realizzate anche le belle scuderie, tuttora visibili, edificate nello stile eclettico utilizzato nei medesimi anni per l’ippodromo bolognese dell’Arcoveggio (costruito tra il 1930 e il 1932). Gli Orsi Mangelli sono una famiglia di antica nobiltà, originaria di Forlì, che nel corso del Novecento ha intrapreso rilevanti attività imprenditoriali in vari settori. Il conte Paolo, driver dilettante in gioventù e in seguito grande allevatore di trottatori (è stato spesso definito “il padre del trotto italiano”), fu un fautore delle tecniche moderne in campo agricolo, sia nella coltivazione della frutta che nell’industria casearia, oltre a introdurre in Romagna la coltura del tabacco. Entrato nel settore petrolifero, sfruttò il petrolio per dare vita a importanti industrie: alla fine degli anni ’30 fondò a Forlì la SAOM (Società Anonima Orsi Mangelli), per la produzione di fibre tessili artificiali, e nel 1940 avviò a Faenza la OMSA (Orsi Mangelli Società Anonima), divenuta in breve molto conosciuta per le sue calze da donna, in virtù di una fortunata pubblicità televisiva degli anni ’60. La gestione dell’allevamento di cavalli venne affrontata anch’essa con metodi imprenditoriali, facendo ad esempio arrivare cavalli di razza da prestigiosi allevamenti degli Stati Uniti. Nella tenuta la felice combinazione di elementi funzionali, come gli ampi spazi per gli animali secondo le abitudini degli allevatori d’oltreoceano, con altri di carattere più estetico ha dato origine a un paesaggio originale e piacevole. Il conte Paolo e il figlio Orsino, anche lui driver e vincitore di gare negli anni ’30, hanno continuato con passione l’allevamento e la selezione di cavalli sino al 1977 (anno in cui sono entrambi morti a distanza di pochi mesi), ottenendo riconoscimenti e risultati prestigiosi in concorsi ippici nazionali e internazionali. Dopo un periodo di gestione da parte degli eredi Orsi Mangelli, nel 2003 lo storico marchio OM è stato rilevato da un gruppo di imprenditori italiani, che ha mantenuto tutto il patrimonio di cavalli e l’attività di allevamento, sia a Le Budrie che nella tenuta tra Zola e Anzola.