Artisti, artigiani, architetti, produttori

Montefiore dell'Aso (AP) , 1874 - Roma (RM) , 1928
scultore/ pittore

De Carolis nasce Il 6 gennaio 1874 a Montefiore dell'Aso (Ascoli Piceno), nel 1888 si iscrive all'Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Nel 1892, dopo il diploma, va a Roma con una Borsa di Studio della Provincia di Ascoli Piceno e frequenta la scuola di decorazione pittorica annessa al Museo Artistico Indutriale, per tre anni. Incontra e conosce Nino Costa e comincia a frequentare il Cenacolo "In Arte Libertas" fondato dall'artista nel 1886.
Nel 1893 riceve il primo premio Saggio Finale anno scolastico dal Regio Istituto di Belle Arti di Roma. Nel 1896 visita le opere di Luca e Andrea della Robbia, scrive il saggio "Luca della Robbia e le terre cotte invetriate". Diviene membro dell'associazione "In Arte Libertas".
Da tale data al 1900 sono da ascrivere i famosi dipinti di ascendenza preraffaelita : La Primavera, La Donna della fontana, La Madonnina, Il ritratto della Signora Lina, Il concerto. Nel 1897 entra ufficialmente nel Cenacolo, del quale farà parte fino al 1901. Ha inizio la decorazione a fresco della Villa Brancadoro a San Benedetto del Tronto. Tale lavoro a più riprese lo vedrà impegnato fino al 1904.
Nel 1899 viene invitato all'Esposizione Internazionale di Venezia.
Nel 1900 conosce Giovanni Pascoli per il quale cesella il pomo d'argento di un bastone che viene donato al poeta dagli amici del "Marzocco".
Nel 1901 vince la Cattedra di Ornato all'Accademia delle Belle Arti di Firenze: scrive il saggio "Meditazione d'arte, ai poeti religiosi", dedicato a Angelo Conti suo carissimo amico e redattore del Marzocco.
Ha inizio l'infaticabile attività del periodo fiorentino.
A Firenze troviamo anche Papini, Marinetti, Orvieto, Conti, Gargano, Corradini, Spaldini, Borgese, Prezzolini. Incontra Fattori.
Nel 1902 sposa Lina Ciucci dalla quale nascono cinque figli: Donatella, Adriana, Eleonora, Mila e Carlo.
Dal 1903 collabora come illustratore con "Il Leonardo", "Novissima", "Hermes" e "Regno"; illustra le copertine per "Le Fiale" di Govoni, "Myricae" e "I Canti di Castelvecchio" di G. Pascoli.
Illustra poi con una xilografia "La Figlia di Jorio" di D'Annunzio e, con disegni, "Primi Poemetti" e "Poemi Conviviali" di Pascoli.
Decora a fresco a Roma il Villino De Regis de Oliverira architettato dal Bazzani, edificio ora demolito.
Espone a Venezia le prime incisioni a colori.
Del 1906 è la Scenografia della "Figlia di Jorio" musicata da Franchetti e il bozzetto per il manifesto pubblicitario della casa Ricordi.
Nel 1907 La Società "Francesco Francia" bandisce il concorso tra gli artisti italiani per la decorazione del Salone dei Quattrocento nel Palazzo del Podestà di Bologna. Nell'aprile De Carolis presenta il progetto per la decorazione e ottiene l'assegnazione del primo premio unanime della commissione, di cui fanno parte Bistolfi e Supino, per "l'organicità e la fantasiosa figurazione" ; il bozzetto presentato porta il motto "Savena". Nel 1910 presenterà il bozzetto definitivo. Nel 1911 inizierà i lavori nell'enorme salone aiutato dal fratello Dante e dall'allievo Gino Barbieri che, nel 1917, muore al fronte. Il gran ciclo di affreschi impegna De Carolis fino all'anno della morte. Collaborano con lui costantemente Diego Pettinelli, saltuariamente Pascui e Gavarruzzi.
Nel 1912 illustra per D'Annunzio "Le Canzoni delle Gesta d'oltremare", del IV libro delle Laudi.
Nel 1913 riceve dalla Regia Accademia delle Belle Arti di Bologna il titolo di Accademico Residente.
Nel 1915 è nominato titolare della Cattedra di Decorazione dell'Accademia di Brera di Milano.
Dal 1917 iInsegna alla Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Nel 1921 inizia le illustrazioni per la collana dei "Poeti Greci" tradotti da E. Romagnoli per Zanichelli. L'opera sarà continuata dopo la sua morte da A. Morani e D. Pettinelli. Vince il concorso per la decorazione della Chiesa di S. Francesco a Ravenna; gli affreschi non furono eseguiti.
Nella stessa città decora con un fregio, ora distrutto, la facciata del Palazzetto Veneto.
Incide a due legni il ritratto di Dante Alighieri in occasione del concorso bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione per le celebrazioni dantesche. D'Annunzio se ne impossessa e lo battezza "Dantes Adriacus".
Nel 1922 si trasferisce a Roma dove insegna scenografia all'Accademia delle Belle Arti e, in seguito, decorazione.
Riceve dalla Regia Accademia Albertina di Belle Arti di Torino il titolo di Accademico Nazionale.
Nominato Insigne Accademico della Reale Accademia di San Luca in Roma.
Nel 1925 inizia la decorazione della Cappella di San Francesco a Padova rievocando le umili storie del Santo, del 1926 sono invece la vetrata e il mosaico per la Cappella della Villa Puccini a Torre del Lago.
Il 7 febbraio 1928 muore a Roma .

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