tela/ pittura a olio
sec. XIX (1853 - 1853)
R. Grandi (1989) sottolinea la straordinaria forza evocativa e l'unità sentimentale che coinvolge la figura e il paesaggio.
In un periodo di intensa meditazione dell'artista sul nudo femminile, affascinato dalle muliebri Sibille e Cleopatre della tradizione seicentesca bolognese, la Ruth traduce in vena sentimentale la icastica purezza del nudo, esaltato dallo sfondo (Mazzocca, 1994).
In collezione privata americana esiste un'altra versione della Ruth, diversa da quella bolognese soprattutto per il seno coperto dal drappeggio della bianca veste.