strada Romea
Comacchio (FE)
Data di costruzione / dismissione: 1810 - 1984
La salina di Comacchio venne costruita durante l’occupazione napoleonica su progetto di Jean Claude Girard de Bayon, che diresse i lavori dal 1810 al 1814, anno in cui la caduta di Napoleone I e la conseguente fine del Regno d’Italia, interruppero il suo completamento senza pregiudicarne il funzionamento. Nel 1815, il territorio comacchiese tornò sotto il dominio dello Stato Pontificio che, per ragioni politiche, decise di avvantaggiare lo stabilimento di Cervia nonostante la migliore qualità del sale raccolto a Comacchio. Dopo avere appaltato a privati la conduzione della salina, la Camera Apostolica gestì direttamente il complesso produttivo dal 1821 al 1831, firmando un contratto di amministrazione cointestata, fino al 1855, con Marino Torlonia, Camillo Pizzardi e successivamente con Alessandro Torlonia. Fu dal 1845, che si passò dalle raccolte di minime quantità di sale, ogni dieci giorni, a raccolte massicce ogni cinquanta giorni, per giungere all’unica raccolta annuale più produttiva e qualitativamente superiore. Dopo l’Unità, lo Stato continuò a dare in appalto la gestione dello stabilimento fino al 1883, anno in cui assunse direttamente la responsabilità amministrativa, mantenendola fino al 1984, anno in cui le saline di Comacchio vennero definitivamente chiuse. Nelle saline sono ancora presenti diversi edifici che rivelano la loro funzione originaria; alcuni venivano utilizzati per la produzione di energia, altri per la lavorazione e il deposito del sale, mentre altri ancora erano destinati ad accogliere gli uffici e le abitazioni. Adiacente al canale del Duomo era la Torre Rossa, l’unico edificio preesistente alla salina, una fortezza dotata di bastioni, demoliti intorno alla metà del Novecento, modificata per diventare una caserma. Verso le valli, il Complesso centrale era essenziale al funzionamento della salina e comprendeva le idrovore per la movimentazione delle acque, la centrale elettrica, il mulino e le officine. Di questi edifici, rilevante è quello della centrale elettrica, realizzato nel 1909. Dal lato opposto al Complesso, lungo l’asse mediano della salina, l’edificio dei Fienili era destinato a stalla degli animali utilizzati per il movimento delle acque, sino all’avvento del motore a vapore. Nella parte alta, venne costruita la Casa Bianca, un insieme di edifici utilizzati per i servizi direzionali, amministrativi e residenziali, di cui rimangono l’abitazione del custode e alcuni depositi. Il Passo era un edificio che aveva il ruolo di controllo delle maestranze e del traffico delle merci. A lato della Torre Rossa era la Casa del Chiavicante, un edificio di dimensioni contenute, destinato al controllo ed al movimento delle acque interne all’impianto. Infine, nella zona valliva, vennero costruite la Casa di Valle Uccelliera e quella Lamenterio, due edifici preposti al controllo dell’afflusso delle acque dai bacini di evaporazione. Dopo la chiusura degli impianti, avvenuta nel 1984, il Comune di Comacchio, insieme alla Regione Emilia-Romagna e al Consorzio Parco Regionale del Delta del Po, ha elaborato un progetto di recupero complessivo delle saline, avviato nel 2002.
La salina è zona umida di interesse internazionale secondo la Convenzione di Ramsar, è zona B di protezione generale del Parco Regionale del Delta del Po, nonché sito di importanza comunitaria (SIC) e zona di protezione speciale (ZPS) secondo le direttive CEE e riconosciuta anche come zona MAB Unesco, insieme a tutto il territorio del Delta del Po.
Nell’ambito del progetto di riqualificazione e fruizione dell’area, nel 2014 è stato realizzato il restauro conservativo della Torre Rossa, improntato sia al rispetto architettonico che naturalistico. I materiali utilizzati, legno e acciaio Corten, hanno permesso di ottenere un risultato gradevole, funzionale e a basso impatto ambientale. Grazie all’utilizzo di acciaio Corten è stato possibile riproporre al piano terreno una simulazione del profilo originale, ripercorrendo la pianta a stella e ricreando le proporzioni, partendo dai lacerti in muratura cinquecentesca.
Un altro intervento riguarda la manutenzione e ripristino della circolazione idraulica della Salina per rendere di nuovo funzionale la Salinetta didattica, ovvero un’area di circa 4 ettari, delimitata all’interno della Salina, che riproduce in scala ridotta tutto il processo di produzione del sale.
Inoltre sono stati individuati percorsi e sentieri per visite guidate sia a piedi che in trenino, costruite schermature adatte al birdwatching, allestita la sala espositiva sulla storia della Salina.