Villa Saffi
Via Firenze, 164
Forlì (FC)
Fabbrica Junghans
orologio

legno di mogano,
ottone,
lamina di metallo/ smaltatura,
vetro,
ferro
cm 23,5 (la) 57 (a) 13,5 (p)
sec. XX (1900 - 1924)
n. Villa Saffi, n.119
Orologio a pendolo con cassa in legno di noce dalle forme sobrie e squadrate: le uniche decorazioni sono la base, intagliata a formare una fascia scanalata, e la cimasa, sagomata e con una formella ovale applicata al centro. La cassa si apre sul davanti grazie a uno sportello, fermato a sinistra da due gancini di ferro, che presenta due aperture chiuse da vetri: la superiore, di forma rotonda, mostra il quadrante in lamina metallica smaltata circondata da una corona d’ottone; l’inferiore, di forma ovale e circondata da una corona di perline, lascia vedere il meccanismo della pendola in ottone. Sulla parte alta del quadrante è impresso il marchio di fabbrica.

Orologio a pendolo murale con suoneria realizzato presso la Fabbrica Junghans, celebre ditta tedesca di orologi tuttora attiva, fondata nel 1861 dall’imprenditore Erhard Junghans col cognato Jakob Zeller-Tobler a Schramberg, nella Foresta Nera. Inizialmente la fabbrica si limitava a produrre solo alcune componenti, ma dal 1866 furono costruiti anche i primi orologi completi. Dopo la morte del fondatore nel 1870, l’azienda passò alla vedova Louise Junghans che tenne la gestione fino al 1875 quando la cedette ai suoi due figli, Arthur e Erhard junior. Fu soprattutto Arthur a introdurre numerose innovazioni tecniche che permisero alla ditta di sopravvivere anche quando la produzione di orologi da tasca iniziò a diminuire; la fabbrica iniziò così la produzione di pendole, di alta qualità ma a costi contenuti, a partire dal 1886 e di orologi da polso dal 1928. Già nel 1903 la Junghans poteva contare più di 3000 dipendenti e una produzione di oltre tre milioni di orologi all'anno, che la rendevano il maggior produttore mondiale di orologi. Il logo della ditta, la lettera “ J” inclusa in una stella a cinque punte, fu registrato nel 1888, ma poco dopo fu parzialmente modificato nell’attuale, cioè una stella a 8 punte.
Nel 1877 i fratelli Herion, che svolgevano già la mansione di agenti per l'Italia della ditta Junghans, decisero di aprire la prima fabbrica italiana d’orologi a Venezia (alla Giudecca); nel 1899 Arthur Junghans decise di entrare a far parte della ditta veneta e quindi di rilevarla nel 1903. Con l’avvento della prima guerra mondiale la ditta veneta fu sequestrata dal governo italiano sino al 1922 e l’anno seguente fu trasformata in società per azioni, con la denominazione “Società Anonima Arturo Junghans”, con un capitale iniziale di due milioni di lire e una produzione di 1500 orologi completi al giorno. Durante la seconda guerra mondiale la fabbrica fu riconvertita alla realizzazione di spolette per l’esercito italiano fino al 1943, quando venne requisita prima dalle truppe tedesche e in seguito da quelle alleate. Nel dopoguerra si specializzò nella fabbricazione di ordigni bellici fino alla sua definitiva chiusura nel 1971. Dal momento che il logo risulta identico, l'orologio in esame potrebbe essere stato prodotto in Germania o presso lo stabilimento veneziano della Fabbrica Junghans; in base al confronto con orologi simili e alle notizie dell'inventario del museo, l'oggetto della scheda sembra risalire al primo quarto del XX secolo.