Properzia de' Rossi
1490 ca./ 1530
monile

argento/ filigrana,
noccioli di pesca
cm 22 (la) 39 (a)
sec. XVI (1500 - 1524)
n. 2135
Filigrana d’argento rappresentante un’aquila bicipite sormontata da una corona con 11 noccioli intagliati sui du lati. Sulle facce degli undici noccioli di pesche e susine incastonati nella montatura sono illustrati martiri e vergini a figura intera, ciascuno con motti e specifici attributi iconografici; altri quattro semi di minori dimensioni, con incise anche le figure di Cristo e della Vergine, sono inseriti nella croce di bosso al centro, che contiene piccole teche, probabili custodie per reliquie.

Ubicato nel «palagio del Signor Marchese Achille Maria de’ Grassi… nel ricchissimo Gabinetto», viene segnalato come opera di mano della «insigne Schultrice», Properzia de’ Rossi. La raffigurazione dell’aquila bicipite, propria allo stemma nobiliare dei Grassi, riconduce senz’altro la commissione all’illustre famiglia bolognese che all’inizio del Cinquecento giunge ai vertici dell’aristocrazia. La tradizione che attribuisce alla scultrice lo splendido gioiello dei Grassi fa appello probabilmente alle notizie di Vasari che, nell’affermare l’abilità di Properzia, riferisce appunto del suo esercitare l’arte della glittica su materiali inconsueti come i noccioli di pesca, anziché su rare pietre preziose. La presenza di intagli su questo inusuale tipo di supporto ha indotto Orlandi, ed in seguito Bianconi, ad ascriverne l’esecuzione alla scultrice, cui per altro gli studi non hanno assegnato il laborioso lavoro di oreficeria del telaio in filigrana d’argento. In seguito ad un recente restauro è emersa con maggior evidenza la qualità artistica dell’intaglio che si caratterizza per il gusto classicheggiante e per il segno elegante, da cammeo alessandrino.