Artisti, artigiani, architetti, produttori

Pavia (PV) , 1920 - Brisighella (RA) , 1999
pittore

Si forma all'Accademia Albertina di Torino negli ultimi anni '40 quando si accosta alla sintassi postcubista. Da un passaggio strumentale nell'informale deriva in seguito una figurazione espressionista. Nel '47 è tra i promotori del 'Premio Torino', prima mostra 'di rottura' nel capoluogo piemontese. Dipinge le prime 'angurie', motivi d'elezione della sua iconografia. Attorno al '50 soggiorna ad Antibes e nelle isole della laguna veneta innestando nella sua pittura più espliciti riferimenti naturalistici. È compreso nell'articolo di Zervoz 'Vue d'ensemble su l'art italien moderne' in 'Cahiers d'Art'. Affronta una fase astratto-concreta in sintonia con le istanze prodotte tra 1952 e '54 dal Gruppo degli Otto sostenuto da Lionello Venturi. Nel 1953 dipinge a Frascati opere che traducono le scansioni della fase geometrica in elementi oggettivi di paesaggio (le 'Staccionate) e da quella data il suo linguaggio converge verso un ambito astratto informale di matrice naturalistica con una forte componente gestuale: immagini 'autres' di straordinaria violenza nel panorama della pittura italiana. Dal 1956 al 1966 vive a Parigi. Allestisce una sala personale con nove tele alla Biennale di Venezia del 1956 (vi esponeva senza interruzioni dal 1948 e vi esporrà ancora nel '60, '72 e alla mostra del Centenario nel '95. I richiami naturalistici (rovi, sole, nuvole, cespugli, rocce) sono proposti sulle tele con gesti violenti e grafismi impetuosi che si innervano sulla tela come ferite. Attorno al '58 dipinge sul tema di 'Nuvole' sinistramente attraversate da fulmini. Il dato di natura che diventa paesaggio rimane il principale riferimento iconografico di Moreni anche nelle opere degli anni '60, proposto come frammento, in un percorso verso una visione solitaria, apparentemente oggettiva, delle cose, tanto più caricate d'ambiguità quanto più estrapolate dal contesto.c Dal 1964 dipinge quasi esclusivamente sul tema dell'anguria: il frutto viene letto in chiave simbolico esistenziale: vastissima la sequenza di immagini sospese tra mito e allegoria, ironia e dramma: sono angurie aperte in tutte le stagioni, come segnali di morte, d'incubo, di violenza, di disfacimento. Il motivo diventa progressivamente, lungo gli anni '70, quello di un sesso femminile illuminato da fredde luci artificiali come su un tavolo operatorio, considerato incapace di generare nuovi frutti, puro 'oggetto di consumo', osservato apparentemente con ironia, in effetti spunto della più amara meditazione esistenziale. La successiva trasformazione delle 'angurie' le spinge verso una materia sfatta e virulenta: nuovamente frutti quindi, ma ormai condannati alla perdita d'identità e alla scomparsa. Negli anni '80 il linguaggio di Moreni recupera una nuova carica di violenta gestualità espressionista che si manifesta in grottesche immagini visionarie. Dal 1983 pratica nella pittura quello che egli stesso definisce 'il regressivo consapevole' applicato alla categoria delle 'belle arti'. Ne nasce una figurazione elementare e beffarda, condotta sovente su grandi dimensioni con una tecnica pittorica che vuole l'immagine, disegnata direttamente col tubetto del colore, chiusa in stesure difformi che recano interventi di scrittura graffita o ripresa a colore. Emblematica in questo senso è la sequenza degli autoritratti, redatta in violenti modi pseudo-infantili sul finire del decennio a S.Sofia di Romagna dove l'artista risiede. In calce al dipinto sono riportati dati personali e considerazioni: si tratta di opere fortemente trasgressive e dichiaratamente provocatorie, impostate, anche come risposta alla contemporanea pittura 'di basso profilo', sul convincimento e sulla denuncia di una patente 'regressione' della specie umana. Vastissimo il curriculum espositivo dell'artista: prime personali al Milione di Milano nel 1947 e 1949; ampie antologiche al Kunstverein di Leverkusen e al Museo Civico di Bologna nel 1964-1965; mostra sulle 'Angurie' alla Pinacoteca Comunale di Ravenna nel 1975; al Padiglione d'arte contemporanea di Milano nel 1980; antologiche a S.Sofia di Romagna nel 1985, alla Galleria Comunale di Arezzo nel 1989 (Il 'Regressivo consapevole'), al Liceo Saracco di Acqui T. nel 1990, al Centro d'arte CL di Milano nel 1992. Moreni è presente in tutte le maggiori rassegne dedicate all'informale. Fondamentali i suoi scritti: 'L'ignoranza fluida', Pisa 1979, 'L'assurdo razionale perché necessario', S.Sofia 1985.

IL NOVECENTO 1993, p. 793

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