Ecomuseo di Argenta: Museo Civico
Via G.B. Aleotti, 46
Argenta (FE)
Aleotti Antonio
notizie 1494/ 1527 ca.
ambito ferrarese
polittico

tavola/ pittura a tempera
cm 228 (la) 165 (a)
sec. XV (1400 - 1499)
Cinque tavole dipinte a tempera, su fondo oro, con cornice dorata. Nella più grande al centro la Mdonna in trono col Bambino; ai lati altre quattro tavole, due a destra raffiguranti rispettivamente San Pietro e San Giacomo, due a sinistra con San Giovanni Battista e Paolo.
Tutti i Santi sono raffigurati con i simboli appartenenti all'iconografia classica.

"...appare piuttosto evidente un intento di recupero arcaistico. La qualità è assai alta, si può a ragione affermare che questo resta il capolavoro dell’artista. Ma il pittore vi si mostra come renitente al nuovo: ormai alle soglie del secolo, infatti, quando i lineamenti del classicismo primocinquecentesco vanno prendendo corpo, l’Aleotti, forse in ossequio alle esigenze di committenti provinciali, sembra nostalgicamente rimeditare sulla trascorsa tradizione figurativa. I laterali santini in piedi, come sempre nei polittici quattrocenteschi (e nelle grandi ancone per altare) sono collocati e atteggiati in modo da volgersi devotamente verso l’immagine centrale della Madonna, così da far convergere prospetticamente ogni elemento essenziale della raffigurazione verso di quella. [...] L’intenzione arcaizzante nel dipinto argentano dell’Aleotti è del resto già evidente, oltre che nella struttura stessa della composizione (una simmetria bilaterale nel polittico ad archeggiature gotiche), nella chiusura spaziale enfatizzata dall’indefinito fondo oro. Risultano di qualche peso certi suggerimenti della Mezzetti circa gli apporti riscontrabili nel dipinto (anche umbro-toscani «mediati attraverso un Biagio d’Antonio da Firenze che in quegli anni operava in Romagna»). Forse è proprio tramite l’opera del Biagio fiorentino, aggiornatosi a Firenze al tempo in cui il giovane Leonardo operava alle dipendenze del Verrocchio, che l’Aleotti, assai più orientato sui muranesi di cinquant’anni prima (come già ebbe ad osservare il Longhi), ma disponibile, per scarsezza di carattere, ad opportuni adeguamenti alle svariate personalità che gli potevano offrire suggerimenti formali, sembra riecheggiare inflessioni «vagamente leonardesche» (Mezzetti) nella testa della Vergine del polittico argentano.
Il restauro, condotto da Ottorino Nonfarmale, è consistito nell’eliminazione del supporto ligneo e nel successivo trasporto su un supporto in alluminio anodizzato, nonché nella pulitura dai precedenti rifacimenti, nel fissaggio e pulitura della cornice, e infine nell’intervento conservativo a velature e fissaggio finale". (Viroli, 2008)