Notizie storico-critiche:
Il Crocifisso ligneo mantiene intatti i caratteri peculiari ai prototipi di primo Quattrocento:arcata epigastrica e vita molto evidenziate, gambe scostate che si congiungono solo nella sovrapposizione dei piedi, braccia flesse, testa glabra con una barba appena accennata fatta di peli naturali,testa piegata sulla spalla destra viso sofferente con la bocca leggermente aperta. Il perizoma è annodato sul fianco destro con un motivo a strisce blu su fondo bianco. L'aureola è appoggiata sul capo ed è in legno con il bordo rosso e tracce di doratura nella parte a vista, mentre sulla testa del Crocifisso vi èuna cuffia di lino che è quello che rimane di una parrucca di capelli. L'opera è scolpita a tutto tondo, ricavata dall'assemblaggio di vari blocchi in legno di tiglio,braccia , busto,testa e parte del perizoma. Il Cristo è sorretto da una croce lignea smaltata di marrone scuro di epoca ottocentesca a cui sono stati aggiunti parti di un'altra croce dorati di epoca settecentesca ( raggiera,intagli dorati, I.N.R.I. ), probabilmente perché l'originale è andata distrutta.
Stato di conservazione:
II corpo del Cristo si presentava in cattivo stato di conservazione e appariva totalmente ridipinto nell'800 con uno spesso strato di gesso e colore grigiorosa che aveva drasticamente travisato l'aspetto originale. Le braccia fissate al busto con perni di legno ben visibili, erano fessurate e sormontate da bende di lino originali per dare più consistenza e robustezza all'insieme. Le mani erano mancanti di parti di falangi: quattro nella destra e due nella sinistra. I piedi sormontati uno all'altro presentavano una spaccatura profonda del legno nel retro e risultava totalmente mancante l'alluce del piede destro. La testa del Cristo così come le braccia era fissata all'altezza del collo al busto con perni di legno ed avvolta da bende di lino per conferirgli maggiore robustezza. Una volta smontata dalla croce la scultura si è potuto verificare come il retro avesse un diverso stato di conservazione, ancora più danneggiato e con ridipinture grossolane a gesso e tempera rosa ; ma soprattutto era evidente come la policromia originale fosse andata quasi irrimediabilmente perduta . In base alle prime osservazioni visive si è ipotizzato che il Cristo fosse in origine montato su di una Croce diversa poi rimasta molto danneggiata a causa di una collocazione malsana nell'arco dei secoli ( muri umidi, attacco di insetti Xilofagi,muffe) quindi sostituita con quella baie, e che la policromia del retro del nostro crocifisso ne abbia inevitabilmente sofferto perdendo
sua cromia originale e lasciando a vista la preparazione fatta di gesso e materiale organico. Vista la oomplessità dell'opera nella sua lettura si è deciso in accordo con la Direzione Lavori di eseguire delle idagini stratigrafiche ed identificare quante ridipinture aveva subito l'opera e in quali condizioni fosse loriginale: per fare questo abbiamo prelevato quattro campioni tre sul corpo e uno nel perizoma
Descrizione dell'intervento:
In volta effettuate le analisi stratigrafiche e accertato che la ridipintura era unica si è proceduto alla messa a punto di un solvent-gel a base di acetone per rimuovere lo spesso strato di gesso e colore che dcopriva l'intera opera. Per fare questo si è proceduto all'apertura di tasselli in varie zone del corpo per verificare l'integrità e I' uniformità della policromia originale e individuare in modo scientifico la metodologia d'intervento. Finiti i saggi preliminari che hanno chiarito come le parti originali sulla parte frontale fossero recuperabili, si è proceduto alla messa a punto del tempo di impacco del solvent-gel e alla rimozione del gesso con bisturi ed occhiali con lenti d'ingrandimento per non danneggiare roriginale e tenere sotto controllo la pulitura eseguita con molta cautela. Per prima cosa si è proceduto ìIla rimozione della ridipintura di metà busto scoprendone la cromia in un buono stato : ma non sono mancate le sorprese. Il capezzolo del Crocifisso era finemente dipinto in maniera molto realistica con il dettaglio di una leggera peluria che lo decorava eseguita in punta di pennello, inoltre dalla ferita del costato era visibile e ben conservato il sanguinamento originale che era stato occultato dalla ridipintura. Ilcostato si è mostrato ben definito con una serie di velature di colore che ne esaltavano il modellato ,Proseguendo nella lenta pulitura anche sulla gamba destra la cromia originale era ben conservata e soprattutto sono apparsi sanguinamenti che forse per un cambiamento di gusto erano stati celati nel vecchio intervento. Rimosso l'intervento precedente di tutto il corpo si è proceduto alla pulitura del volto: occhi allungati semiaperti con finissime ciglia e pupilla dipinta di azzurro e nero resa con grande maestria, sopracciglia leggermente arcuate nere zigomi realistici con le guance leggermente arrossate. Sulla fronte sono risultati evidenti i sanguinamenti originali più abbondanti e sul mento le tracce di barba e baffi andati quasi completamente perduti. La nuca completamente glabra addirittura senza traccia di colore portava anch'essa i segni di colle animali che sostenevano i capelli. II perizoma aveva all'interno del fiocco lacerti di colore rosso e verde mentre sul fronte è stata ritrovata una policromia che riprendeva un tessuto bianco a righe gialle ( orpimento) mentre nel retro è stato ritrovato un lacerto dorato bulinato e laccato di rosso e verde, molto prezioso. Con una certa probabilità il Cristo aveva un perizoma decorato diversamente in tempi antichi è stato completamente rimosso il colore sul davanti e rifatto, bianco a righe gialle come lo vediamo noi ora. ll lacerto che è stato scoperto nel retro apparteneva al perizoma originale. Per precisione le indagine stratigrafiche avevano prelevato un campione nella parte anteriore del perizoma ma non avevano evidenziato alcuna traccia di altra policromia evidentemente era stata rimossa completamente in un antico intervento.
Finita la pulitura della superficie anteriore della scultura siamo passati alla parte posteriore: questa era gravemente danneggiata vi erano mani di colore rosa a tempera strati disomogenei di gesso che occultavano le fessurazioni del legno, attacchi e depositi di insetti, sollevamento della preparazione e numerose parti con legno a vista Per prima cosa abbiamo tolto con il bisturi il gesso che riempiva le fessure del legno,abbiamo rimosso con impacchi di solvent-gel le ridipinture e appurato con certezza c~e il retro aveva subito l'attacco di umidità e di insetti xilofagi Con molta probabilità la croce su cui appoggiava era andata distrutta e aveva influito sulla cattiva conservazione del retro del Cristo quella che rimane è la preparazione motto sottile giallastra fatta di gesso e colla animale e il lacerto nel retro del perizoma a testimonianza di come era dipinto.
DA punto di vista strutturale il punto debole erano gli innesti di testa braccia: infatti queste applicate al busto con perni di legno e rinforzate con tela di lino successivamente gessate e dipinte, avevano perso la
capacità di ancoraggio. Sono state fatte delle iniezioni localizzate nelle fessurazioni con colla forte ammale, per rendere ancora resistenti le vecchie tele facendone penetrare anche nel legno dove atcessario. In accordo con la Direzione lavori si è pensato di ricostruire le falangi mancanti di entrambe kmani (quattro nella destra e due nella sinistra)e l'alluce del piede destro con una resina per restauro compatibile con i movimenti del legno,I'araldite b 72. Tutte le lacune sono state stuccate a livello con gesso di Bologna e colla animale, il restauro pittorico nel fronte è stato eseguito con velature di colore a vernice che non ossida nel tempo, e con un risultato di tipo mimetico. Nel retro le stuccature e le grandi fessurazioni sono state chiuse a cera d'api naturale e quello che rimaneva della preparazione è stata consolidata ma non ritoccata poiché la superficie originale perduta era troppo estesa .Infine è stata fatta la disinfestazione dai tarli con Permatar in ambiente sottovuoto.
l'aureola tonda con bordo rosso è stata ridorata con foglia oro 23
arati e ricollocata sulla testa del Crocifisso. restauro della croce; questa è opera diun assemblaggio in quanto le parti applicate dorate sono di epoca settecentesca mentre la croce è di epoca ottocentesca. Saggi preliminari hanno evidenziato che sotto lo smalto marrone vi era una policromia nera facilmente riportata alla luce con solventi idonei . Tutte le parti dorate insieme alla cartella I.N.R.I sono state pulite dalla polvere con acqua e ammoniaca al 2096 stuccate le lacune con gesso e colla animale e reintegrate con i colori a vernice e foglia oro. Ultimato il restauro la scultura è stata ricollocata sulla croce non fissandola alle braccia troppo delicate ma tramite una barra di ferro passante attraverso un foro già esistente sulla schiena e sulla croce con lo scopo di non gravare il peso sugli arti.