Museo d'Arte della Città

Loggetta Lombardesca Ravenna
Descrizione dell'intervento:
Sono stati poi effettuati i primi fissaggi delle zone interessate dai fenomeni di decoesione degli strati pittorici tramite microiniezioni a base di alcool polivinilico e con la pressione di apposite spatole. Questo procedimento è stato ripetuto fino ad ottenere il completo consolidamento del dipinto, in seguito al quale è stato possibile rimuovere le carte giapponesi di protezione.
sono state eseguite altre indagini per la caratterizzazione della pellicola superficiale attraverso i prelievi di piccoli campioni in quattro zone diverse del1'opera. Dalle analisi è emerso che lo strato da asportare era composto da materiali di deposito, calcite e gesso, ossalati di calcio prodotti da fenomeni di deterioramento di sostanze organiche e di natura proteica, in particolare uno strato di albumina con funzione di patinatura della superficie. In base a questi dati sono stati eseguiti piccoli test di pulitura con prodotti come Resin Soaps (Aba-Tea) e Solvent Gels. Procedendo abbiamo notato la differenza dei risultati ottenuti a seconda delle zone trattate: la pulitura del basamento del trono ha portato in luce una materia pittorica liscia e compatta ma fragile sulle tinte scure.
La ridipintura sul cielo ha richiesto ripetute applicazioni per rimuovere gli spessori di sporco compenetrato all'interno del colore. Le dorature delle aureole, del fondo della lesena e del basamento con grottesche sono state sottoposte a una pulitura più delicata in quanto costituite da sottile lamina d'oro applicata a missione. Piccole decorazioni realizzate con pezzetti di foglia d'oro sono state recuperate anche nel paramento che fa da sfondo alla Madonna e al Bambino. Il volto ridipinto della santa martire è risultato composto di materia molto sottile che lascia trasparire la coloritura del cielo sottostante; gli incarnati delle altre figure presentano invece una mancanza di coesione che ha richiesto la rimozione graduale e non totale dello strato sovrammesso.
In questa fase di pulitura si sono evidenziate anche le incongruenze stilistiche, come nel paesaggio di fondo a lato dei due santi: dalla parte di san Sebastiano il minuto disegno di una collina con casupole, alberelli e figurine umane è impreziosito dall'applicazione di piccoli frammenti di foglia d'oro, in contrasto con la povertà e l'approssimazione del paesaggio ridipinto accanto alla santa martire.
A pulitura ultimata è stata eseguita una seconda riflettografia infrarossa che ha dato risultati più chiari della precedente: la figura del santo, sicuramente identificato come san Rocco, emerge nella sua unità e completezza. Ulteriori indagini: raggi X, comprendente un'estesa campionatura di prelievi stratigrafici in zone significative e un'indagine radiografica" completa per analizzare gli strati più profondi dell'opera.
I risultati più interessanti e sorprendenti sono venuti dalla lettura della ricomposizione fotografica delle singole lastre a raggi X, dalle quali è emerso un impianto compositivo preesistente in generale simile a quello visibile, ma con alcune differenze iconografiche. Intervento sul supporto ligneo
L'intervento di restauro del supporto ligneo ha avuto lo scopo di eliminare i due problemi più gravi del dipinto: la scollatura delle assi e i numerosi sollevamenti di colore, entrambi attribuibili a una traversatura troppo rigida e non più scorrevole. L'intervento è iniziato velinando l'intera superficie dipinta con carta giapponese e resina acrilica (Paraloid B72), allo scopo di proteggere il colore durante le fasi successive. In seguito sono state smontate le traverse e posizionate rovesciate dal lato colore per mantenere la planarità delle tavole, previa interposizione di strisce di sughero. Si è poi passati alla sverzatura utilizzando una elettrofresa a tagliente conico, realizzando tra le assi disgiunte dei canali a forma di V, profondi circa due terzi dello spessore e con angolazione di 30°. La fase successiva è stata quella della progettazione, costruzione e montaggio della nuova traversatura, ideata però con concetti diversi dalla precedente: lo scopo era non più quello di mantenere le assi in piano per mezzo di traverse rigide seppur scorrevoli, ma di contrastare senza bloccare i naturali movimenti di un imbarcamento delle tavole. Dopo la svelinatura della pellicola pittorica il dipinto è stato sottoposto alla stuccatura delle lacune eseguita a gesso e colla lapin. L'integrazione pittorica è stata condotta a rigatino e con colori all'acquerello; alcune rifiniture sono state effettuate con colori a vernice. Le lacune che interessano la figura della santa sono state trattate diversamente per evidenziare la sua discontinuità rispetto al resto dell'opera. La verniciatura protettiva è stata realizzata con vernice finale Lefranc