Museo Civico Gonzaga

Rocca dei Gonzaga Novellara
Descrizione dell'intervento:
PULITURA
Dopo la documentazione fotografica di tutta la superficie, l’arazzo è stato sfoderato e quindi spolverato da entrambi i lati con aspiratore a bassa velocità ponendolo su apposite reti montate su telaio e proteggendolo con altre analoghe reticelle.
Si è poi passati a chiudere gli stacchi aperti utilizzando un filato cucirini di colore neutro n. 30 e quindi a preparare l’arazzo al lavaggio con un’accurata verifica della stabilità dei colori, sia originali che ritessuti, prelevando dal retro un campione di filo per ogni trama colorata e sottoponendolo al test.
Verificata la tenuta dei colori, sono state applicate in corrispondenza delle zone in seta più compromesse e instabili, sul rovescio, diversi riquadri in rete termosaldata e, sul dritto, riquadri di velo maline cuciti con imbastiture provvisorie, per evitare perdite di materiale durante l’immersione, eliminando contemporaneamente i rammendi delle varie zone da proteggere.
L’arazzo, dopo una prima umidificazione a spruzzo, è stato immerso in apposita vasca inclinabile, contenente una soluzione di acqua addolcita a 5° francesi e saponina (gr . 0,5 / l.).
L’azione pulente del detergente è stata facilitata da delicate spugnature eseguite, in maniera regolare, su tutta la superficie e su entrambi i lati, dalle operatrici sospese su ponte mobile.
Al lavaggio sono seguiti quattro risciacqui, di cui il penultimo con aggiunta di acido acetico (ml. 0,5 / l.).
L’arazzo è stato quindi avvolto con teli assorbenti, poi disteso e lasciato asciugare in piano, a temperatura ambiente.
CONSOLIDAMENTO
Il consolidamento è iniziato con l’applicazione, per fasce, di un supporto totale in tela di lino appositamente tinto nel tono di fondo dell’arazzo.
I quattro teli, disposti verticalmente, sono stati imbastiti provvisoriamente sul retro con filze a griglia ogni 30 centimetri.
A questo punto, dopo avere girato l’arazzo sul davanti, si è cominciata la fermatura definitiva, eseguita attraverso filze parallele verticali a tutta altezza ogni 15 centimetri, eseguite con filato cucirini n. 50 di colore adatto, prendendo un ordito ogni sette/otto, con passaggio dell’ago da sopra a sotto, tramite apposito tavolo da restauro a piastrelle mobili.
Il consolidamento di tutte le zone con degrado è proseguito con il fissaggio al supporto tramite filze parallele più o meno ravvicinate a seconda della gravità del danno, eseguite in filato cucirini n. 100 di colore idoneo.
Nelle zone più degradate, in cui la trama era completamente caduta, le filze sono state eseguite ogni 0,25 centimetri prendendo un ordito sì e uno no, a punti alternati. Questo tipo di fermatura è stata estesa anche alle zone immediatamente adiacenti per 1 centimetro almeno, diventando poi gradatamente più allargata man mano che le cuciture si inoltravano nel tessuto meno danneggiato.
Nelle zone con abrasioni, le filze sono state realizzate partendo da una fittezza massima di cm. 0,5, diradandosi egualmente in maniera progressiva verso l’esterno.
Nel contempo gli orditi spezzati o mancanti sono stati risarciti tramite l’inserimento di nuovi orditi di colore e titolo simili all’originale, innestati nel supporto di lino senza entrare nell’intreccio tessile e fermati sul supporto.
Nella zona dello stemma, essendo la seta gialla particolarmente degradata, si è ritenuto opportuno, considerata l’importanza storica dello stemma stesso, effettuare una ritessitura che andasse ad integrare visivamente il disegno. Dopo avere fatto piccole prove con filati di colore diverso, la scelta è caduta su una selezione formata da due nuances di colore che permettevano di ricreare l’effetto del colore originale.
TRATTAMENTI FINALI
L’intervento è stato completato con la chiusura del supporto totale lungo i bordi e l’applicazione di una fascia di sospensione in lino, fornita di velcro per permetterne l’esposizione e unita all’arazzo tramite filze distribuite “a pioggia”.