Montagnola Bologna (BO)
Rizzoli Pasquale
1871/ 1953
monumento commemorativo
monumento dell'8 Agosto 1848

bronzo/ fusione,
granito di Baveno/ scultura
m 12,65 (a)
sec. XX (1903 - 1903)
Su un basamento di granito rosso di Baveno, la grande statua in bronzo rappresenta un giovane e vigoroso uomo del popolo trionfante che alza orgoglioso la bandiera strappata dalle mani di un soldato invasore austriaco caduto ai suoi piedi.

L’ultimo omaggio bolognese alla stagione risorgimentale fu il grande monumento all’8 agosto 1848, comunemente conosciuto come ‘ll popolano’, che venne collocato sulla scalea della Montagnola a ricordo del momento più alto e glorioso vissuto dal popolo felsineo nel processo di unificazione. Sin dal 1895 si era costituito un Comitato, che aveva però proposto come monumento un obelisco ai cui piedi si accucciava un leone ferito, opera di Carlo Monari. Il Consiglio comunale aveva respinto tale proposta poiché «male rappresentava con un leone ferito la gloriosa vittoria, ma piuttosto una sventurata sconfitta». Venne dunque indetto un nuovo concorso, finanziato con offerte pubbliche (la Casa Reale offrì 3.000 lire) e sottoscrizioni popolari. Vi parteciparono nove artisti, che presentarono dieci bozzetti, pubblicamente esposti all’Archiginnasio nell’ottobre successivo. Nessuno di questi vinse, ma venne segnalato il bozzetto del giovane Pasquale Rizzoli, poi invitato a ripensare il progetto. Presentato nel dicembre, il nuovo bozzetto venne approvato, e nell’aprile del 1902 Rizzoli iniziò i lavori, durati nove mesi, nei locali della cavallerizza Fava in via San Petronio Vecchio. Modello per il vigoroso popolano protagonista della scultura fu un giovane muratore della ditta Tabarroni di Bologna.
La grande statua, che rappresenta appunto l’uomo del popolo trionfante sull’invasore austriaco che strappa la bandiera dalle mani di un soldato straniero caduto, venne poi fusa a Firenze nello stabilimento Vignali (Bologna non aveva fonderie artistiche). Il basamento in granito rosso di Baveno, come già per il monumento a Vittorio Emanuele e quello a Garibaldi, venne affidato alla ditta Davide Venturi. Il grande monumento raggiunge un’altezza di 12,65 metri.
La scelta del 20 settembre, anniversario della Presa di Roma del 1870, come giorno in cui inaugurarlo creò non poco scompiglio in città e fece sì che la compagine clericale non prendesse parte ai festeggiamenti.
Così all’indomani il quotidiano cittadino raccontava gli eventi:
“il sole mattutino è di lieto presagio per la riuscita della festa che Bologna patriottica e democratica celebra in onore del suo popolo eroico, e a dimostrare la sua fede nella libertà e nei migliori destini di progresso, di giustizia sociale e di solidarietà umana, che appunto con la libertà si vanno maturando. Le bandiere nazionali sventolano ai balconi degli edifici pubblici, adornano il loggiato del Pavaglione e quelli di altre vie, il campanone del Comune squilla festosamente dalla torre del Podestà. Con ogni treno giungono rappresentanze di municipi, bandiere di associazioni politiche, militari ed operaie e si recano alle sedi del Comune, dei Reduci e della Camera del Lavoro …
Anche prima delle 2 pomeridiane le rappresentanze con bandiere cominciano a raccogliersi nelle strade assegnate rispettivamente ai vari gruppi: in via Solferino le leghe di contadini e di mestiere, le società ginnastiche, i circoli politici; in via Castelfidardo i corpi armati del Comune, le associazioni militari, la XX Settembre; in via della Libertà le associazioni di M. S., le cooperative, le pattuglie cittadine; lungo la mura interna di porta D’Azeglio le logge massoniche e l’Euridice; le rappresentanze municipali coi loro gonfaloni e le due bandiere irredente aspettano in Comune. In ogni gruppo sono musiche e fanfare; e molte società ed enti recano corone ... Alle 3 le bandiere oltrepassano le 200 ed altre arrivano: il corteo comincia a mettersi in moto …
Alla quattro arrivano al palco il sindaco, gli assessori, le rappresentanze dei Comuni e vi trovano già i generali e le altre Autorità; le bande suonano inni patriottici, di lontano ancora si odono le note dell’inno dei lavoratori.
Quando tutto il corteo è giunto e con esso la folla ha invaso lo steccato e riempito la piazza, il colpo d’occhio è meraviglioso. Quell’immensa distesa di teste, quella selva di duecentocinquanta bandiere agitantisi formano uno spettacolo grandioso, indimenticabile.
Più di ventimila persone! …
Alle 16.15 è dato il segnale dello scoprimento. La tela che ricopre il monumento, al cenno dello scultore Rizzoli, cade e il bel gruppo di bronzo aurato appare splendido, illuminato dal sole …
(Nella serata) il Palazzo Comunale e quello del Podestà, gli edifici pubblici, le caserme erano illuminate, in via Indipendenza eransi aumentati li fanali con becchi, in Piazza Otto Agosto molte case private erano pure illuminate. La città è stata animatissima durante tutta la serata di una vera folla e specialmente in via Indipendenza e in Piazza Otto Agosto. E così si chiuse degnamente la giornata d’ieri che resterà impressa nella memoria della democrazia bolognese e dei liberali italiani …"