Palazzo Comunale
Piazza Farini
Russi (RA)
Ferrari Ettore
1845/ 1929
monumento commemorativo
monumento a Alfredo Baccarini

marmo/ scultura
cm.
sec. XX (1907 - 1907)
L’autore ritrae il Baccarini in un busto con atteggiamento pensoso e sguardo severo ponendolo all’apice di una stele in bassorilievo fortemente simbolista e floreale, dal modellato morbidamente pittorico che rappresenta un elemento vegetale che oltre a incorniciare due figure allegoriche racchiude le medesime figure tra alcuni rami intrecciati che disegnano un ampio cuore.
La prima delle due allegorie è una fanciulla che regge tra le mani una squadra, probabilmente da identificare con la scienza di costruire e un richiamo all’attività principale del Baccarini. La seconda figura femminile che regge un libro è ipotizzabile che sia la rappresentazione di Clio, musa della storia, per sottolineare la testimonianza perpetua lasciata dal lavoro di Baccarini.

Quando il 3 ottobre 1890 Alfredo Baccarini venne colto dalla morte, seppur annunciata dalla sua grave malattia diagnosticata dal professor Murri, tutta la popolazione della sua città natale fu particolarmente colpita da questo evento. Lo stesso sgomento venne da subito espresso anche da tutta la nazione con il riscontro di numerosi biglietti e telegrammi di condoglianze inviate da re Umberto I fino a Giosuè Carducci in cui quest’ultimo volle esprimere i propri sentimenti definendo il Baccarini l’«Onore di Romagna» ed esempio di «forza e costanza, semplicità e modestia». In questa funesta occasione il Comune di Russi deliberò all’unanimità di rendere omaggio al proprio illustre concittadino facendosi carico delle onoranze funebri oltre alla realizzazione di un monumento in suo ricordo da collocarsi presso la sala consigliare per perpetuare la sua memoria.
Alfredo Baccarini era nato a Russi nel 1826 e dopo aver seguito gli studi presso il seminario di Faenza si era iscritto all’Università di Bologna alla facoltà di Ingegneria ma nel 1848, allo scoppio della prima guerra d’indipendenza, il Baccarini si rese protagonista dei moti risorgimentali combattendo sia per la difesa di Vicenza che di Bologna. Una volta ristabilito il governo pontificio, questa sua partecipazione politica gli determinò una censura che gli impedì di conseguire la laurea per gli anni successivi.
Una volta laureatosi nel 1854 con una tesi d’ingegneria idraulica, Baccarini venne assunto dal Comune di Ravenna come ingegnere capo, incarico che ricoprì fino al 1860. Fu poi il suo compaesano Luigi Carlo Farini che lo volle con lui e lo introdusse alla vita politica del nascituro stato italiano. Negli anni successivi ricoprì importanti cariche come quella di assessore ai Lavori Pubblici per il Comune di Ravenna fino alla sua elezione a Deputato dal 1876 fino alla sua morte. In questi anni fu ministro dei Lavori Pubblici, dal 1878 fino al 1883 chiamato a questo alto incarico nei tre governi Cairoli e in quello di Depretis. Durante la sua permanenza a Roma allacciò anche una feconda collaborazione e amicizia con Garibaldi con cui si confrontò sul problema del Tevere e i progetti dell’Eroe dei due Mondi di deviare fuori dall’Urbe l’alveo del fiume.
Oramai minato da una grave malattia la sua ultima uscita pubblica avvenne il 26 maggio 1890 quando pronunciò il discorso commemorativo in onore dell’amico e collega Benedetto Cairoli che era mancato l’anno precedente.
Per la realizzazione di un monumento che celebrasse l’illustre russiano si dovettero aspettare diciassette anni, cioè il 1907, lo stesso anno in cui vennero pubblicati da Zanichelli di Bologna tutti i discorsi politici pronunciati da Baccarini durante la sua attività di parlamentare. L’opera scultorea venne commissionata a Ettore Ferrari, il noto scultore che aveva realizzato la statua monumentale di Giordano Bruno a Roma e che con il Baccarini aveva una antica amicizia ed un legame dettato anche dalla reciproca appartenenza alla massoneria.
È probabile che le due figure allegoriche rappresentate sulla stele siano riconducibili a simbologie massoniche vista l’attenzione che Ettore Ferrari, in quei giorni Gran Maestro della massoneria, nutriva nei confronti del compianto amico; esprimendo le sue preoccupazioni in questi termini: «Essendo stato informato che l’inaugurazione del monumento al compianto Fratello Alfredo Baccarini, si vorrebbe dai clerico-moderati far servire da pretesto ad una dimostrazione a carattere reazionario, snaturando così il significato morale e politico che quel ben meritato omaggio ad uno dei migliori della democrazia romagnola dovrebbe avere».
Il giorno dell’inaugurazione del monumento furono presenti numerosi deputati e Senatori e l’orazione venne tenuta da Luigi Rava, legato a Baccarini da parentela poiché aveva sposato Maria, figlia del compianto statista. A questa cerimonia seguì l’inaugurazione delle due lapidi poste presso la casa natale del Baccani e nella facciata della casa dove morì il 3 ottobre 1890.