elementi architettonici
sec. V d.C. (440 - 499)
Nel V secolo nel mondo cristiano si diffonde un tipo specifico di capitello che trova i suoi archetipi in analoghe forme in epoca ellenistica e romana e si presenta come una trasformazione del capitello corinzio e teodosiano. Infatti alla corona superiore delle foglie d'acanto si sostituiscono figure o intere protomi di animali. Questo capitello è detto a due zone. L'arte cristiana, quindi, procedendo da esempi classici, li trasformò e li rielaborò arricchendoli ed innovandoli. Il tipo più documentato, tra le varietà dei capitelli a due zone, è proprio quello che reca nella parte superiore, agli angoli, mezze figure di arieti. Gli animali, diversamente dall'epoca romana, sono rappresentati in ginocchio e nell'atto di sopportare il peso dell'abaco. Le corna, ripiegate in avanti, seguono il motivo originario delle volute. Questo tipo di capitello si diffuse in tutto il bacino mediterraneo: dall'Italia all'Egitto, da Costantinopoli alla Grecia, all'Asia Minore. Nel 1931 fu trasferito in questo museo il capitello proveniente da Mantova, città nella quale sembra che il manufatto fosse stato trasportato assieme ad altri marmi, dal cardinale Luigi Valenti Gonzaga, legato di Romagna tra il 1778 e il 1783. Secondo Ricci, sulla scorta delle notizie di Rossi e di Fabri, proverrebbe dall'originario arredo architettonico della basilica ursiana, ma con questa affermazione contrastano i termini cronologici dei capitelli.