Descrizione dell'intervento:
Prima dello smontaggio dei vecchi telai dal muro, è stata fatta una velinatura protettiva per salvaguardare l'affiesco durante i movimenti di lavorazione. La velinatura è stata eseguita con doppi fogli di carta giapponese applicati con gelvatol aumentando la dose normale di alcool. Su questa velinatura, è stato tracciato un reticolo per favorire poi il riassemblaggio dell'intera parete da 10 telai a 2. Lo smontaggio degli affreschi dalla parete è stato semplificato dalla individuazione della sequenza del montaggio in parete precedente, operando a ritroso.
La separazione dal vecchio supporto dell'affresco applicato sul retro con tele di cotonina e canapa, è stata facilitata per la presenza di un foglio di frigolit, messo durante il precedente intervento, con un elemento reversibile. Prima di smontare l'intera parete, dopo la velinatura si sono eseguite una serie di tracce con fili battuti a piombo e a livello. Questo reticolo era indispensabile per poter ricomporre gli affreschi a terra. Sono stati riuniti i nove riquadri, comprese le lesene che uniscono le 6 scene completando così l'intera parete. Solo la zoccolatura portante, per facilitare il rimontaggio dell'intera parete abbastanza pesante, è rimasta su telaio separato. Sul retro dell'affresco staccato e steso sul tavolo di lavorazione, dopo la stuccatura dei vuoti nelle zone delle vecchie sezionature, si è resa a rinforzo una striscia di cotonina applicata con resina acrilica a solvente. È stata stesa una prinia cotonina, applicata con la stessa resina sopracitata. Catalizzata la prima applicazione, sempre a tutta la superficie a completamento del rinforzo, si è stesa una seconda tela di canapa con caseato di calcio addolcito. Per mantenere sempre attiva la reversibilità dell'operazione di ancoraggio degli affreschi staccati al nuovo supporto ad alveare in alluminio annodizzato. urante le nostre operazioni di separazione degli affreschi staccati dai vecchi supporti in legno, la presenza del polistirolo espanso (frigolit) steso nel precedente intervento per mantenere la reversibilità, ha facilitato lo smontaggio senza causare inconvenienti. Nella sala, sul tavolato di lavoro, è stato eseguito l'assemblaggio del nuovo supporto di alluminio in parte fresato e preparato in officina. Il telaio, è stato provato a contatto della parete prima della definitiva chiusura ai margini, mantenendone la perfetta sagoma rilevata. L'affresco ormai unificato, è stato applicato al nuovo telaio con la chiodatura perimetrale. Stuccato con gesso e colla debole, ai margini laterali dell'intero affresco, evitando la possibile fuoriuscita della resina d'ancoraggio durante la lavorazione. La resina adoperata per questa operazione è una epossidica della Ciba e viene caricata con quarzite. Colata dal retro, passa attraverso i fori della rete che completa l'alveare del telaio, e ancora l'affresco agganciandosi al polistirolo, che non subisce deformazioni al nuovo supporto. L'affresco non subisce stirature e mantiene la superficie leggermente irregolare come in origine è in parete. Per facilitare l'ancoraggio e l'aderenza al supporto dell'affresco, sul retro, con l'affresco rivolto al tavolo di lavorazione, vengono appoggiati durante l'operazione e prima della catalizzazione della resina, pesi (in questo caso secchi riempiti d'acqua).
L'affresco, riunificato su un solo telaio,fissato alla base con mensole in acciaio a baionetta, bloccandolo alla distanza dal muro già prestabilita. Tamponata la fessura che divide il locale degli affreschi al sottotetto, causa delle alterazioni già descritte. Al centro della parete, nel telaio, sono state inserite viti in ottone (protette con un film di Paraloid) per facilitarne l'aderenza. In queste zone, si è già applicato al muro sottostante, tasselli per avvitare l'ancoraggio.
Poi, completato il rimontaggio della zoccolatura affrescata (sotto si sono fatti passare cavi per gli inserimenti di fili elettrici con le loro scatole di entrate e uscite), si è dato inizio alla rimozione delle carte giapponesi applicate a protezione per lo smontaggio ma che con l'aggiunta dell'alcool hanno favorito una prima pulitura.
Il prosciugamento della carta giapponese con questa resina, ha sostituito il primo impacco pulente. Questa protezione è stata eliminata con acqua calda e oltre alla polvere e smog ancorati alla superficie dell'affresco, ha eliminato il primo annerimento superficiale. La leggera pulitura definitiva è stata eseguita con una soluzione di bicarbonato di ammonio al 15% che ha eliminato quell'assorbimento di smog presente sulla pellicola pittorica, provocato dal movimento dell 'aria satura di polvere inquinante che ne è la principale causa.
In certe zone, ove questo offuscamento era penetrato maggiormente, con fagli di scottex imbevuti della solita soluzione di bicarbonato di ammonio, applicati sull'affresco per 5-10 minuti, tenuti sempre bagnati. Con questa ultima operazione, è stato possibile riottenere la lumínosítà dei colori originali. Dopo le stuccature alle vecchie fenditure, e alla sostituzione di zone neutre, si è j atto, un intervento di restauro pittorico con velature ad acquarello diluito con Primal al 2-5% e a rigatino nelle zone di ricostruzione. Si sono rifatte tutte le zone attorno e sopra alle finestre con gli stessi telai in alluminio annodizzato mantenendo le vecchie e originali angolature, inserendo i vecchi cardini originali.
A tutta la zona perimetrale è stata eseguita una tonalità neutra con intonachino colorato fatto con polveri di calcare colorate e legate con primal al 60% in acqua.
Le riquadrature sono state completate con velature ad acquerello. Nelle zone alte, dove le cadute dell'intonaco creavano zone di "rottura " alla composizionesi è ricomposto, cieli, lisiellature di chiusure delle lesene, con restauro a rigatino.