Museo del Risorgimento "A. Saffi"
Corso Garibaldi, 96
Forlì (FC)
manifattura italiana
bomba a mano

ferro,
ottone,
lamiera di ferro
mm 128 (a) 63 (d)
sec. XX (1915 - 1918)
Petardo costituito da un corpo cilindrico in lamiera di ferro che reca tracce di un rivestimento color verde e che presenta superiormente la spoletta d'innesco modello Olergon in ferro e ottone. Sul lato della spoletta manca l'anello della sicura.

Petardo offensivo P.O. Di tale ordigno esistevano tre tipologie differenti: il petardo incendiario (P.I.), quello difensivo (P.D.) e quello offensivo, come l'oggetto in esame. Essi avevano in comune la spoletta d'innesco modello Olergon esplodente all'impatto, ma differivano per il contenitore con la carica. Il petardo offensivo fu tra i tre il modello più prodotto e diffuso. Essendo di concezione offensiva (quindi da utilizzare rimanendo allo scoperto dato che lo scoppio non rappresentava di solito un pericolo per chi le lanciava, date le poche e leggere schegge prodotte), era privo del manicotto interno in ghisa a frattura prestabilita in modo da risultare più leggero e aveva un raggio d'azione alla scoppio limitato a soli 8 metri (anche se frammenti della spoletta potevano essere proiettati, e quindi risultare letali, fino a una distanza di 20 metri). Il contenitore era esternamente verde e si distingueva dagli altri tipi di petardi per il peso limitato (400 grammi) e per la scritta P.O., che poteva essere dipinta in giallo, ricavata dalla mancanza di vernice (e quindi apparire color argento) o realizzata a rilievo. In questo caso la scritta P.O. non è più leggibile a causa dello stato di ossidazione e corrosione dell'oggetto.