Museo Civico di Modena
Largo Porta S.Agostino, 337
Modena (MO)
Nocchi Bernardino
1741/ 1812
Altra Attribuzione: Pompeo Batoni
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 39,3 (la) 48,7 (a)
sec. XVIII (1794 - 1794)
n. 180
Le due tele (presente scheda e nctn 00000167a), modelletti per opere di maggiori dimensioni, sono state eseguite dall’artista per una comune occasione di committenza. Sono infatti state ordinate dal lucchese Carlo Conti, figura di rilievo nella conduzione della locale Accademia di Pittura e Disegno, protettore dello stesso Nocchi. Conti sarebbe morto suicida nel 1794, proprio quando il pittore si apprestava a concludere le opere commissionategli (GIOVANNELLI 1989, pp. 58-63). L’opera in esame, Il ritorno di Ulisse a Itaca, è il modelletto per un dipinto attualmente di ubicazione ignota già di proprietà della Granduchessa di Toscana. A Giovannelli si deve la pubblicazione di un disegno dell’artista lucchese, conservato all’Istituto Nazionale per la Grafica a Roma, da considerare quale momento di ulteriore precisazione stilistica per i volti e altri particolari anatomici dei personaggi in precedenza delineati nel modello su tela (GIOVANNELLI 1989, p. 58). E ancora Giovannelli (ibid., p. 60) a ricordare per il tramite di testimonianze documentarie il soggetto dell’opera: Ulisse “guidato da Pallade in abito incognito, è in compagnia di Telemaco, onde potersi scermire degl’insolenti Proci infesti alla sua casa e moglie. E questo soggetto, è dipinto a lume di notte, per cui spicca un molto brillante effetto”. Il dipinto veniva erroneamente ricordato nel catalogo della Galleria Campori del 1929 come raffigurante la “partenza per la guerra”. Il percorso conservativo dei modelletti della Collezione Campori è stato ricostruito a partire dalla presenza degli stessi nello studio del pittore. Dopo la morte di questi, i due dipinti venivano valutati insieme ad altri bozzetti dal figlio Pietro in base alle indicazioni di prezzo già fornite nel 1812 da Camuccini, Agricola e Pozzi per la divisione tra gli eredi. A palazzo Campori le opere sarebbero invece giunte passando dalla collezione modenese del marchese Calori Cesi, poi Ferrarini (La Galleria Campori, 1929, p. 38). Nei cataloghi della Galleria Campori sia Il ritorno di Ulisse che Il pianto di Ulisse (nctn 00000167a) venivano erroneamente attribuita a Pompeo Batoni, in sintonia con quando si indicava per quest’ultimo già nel 1922 in occasione della sua esposizione alla mostra fiorentina della pittura italiana del Sei-Settecento (Mostra della pittura ... 1922, p. 29).