Galatina
Congedo
2006
pp. 77-80, n. 29
Rimini e l'Adriatico nell'età delle guerre puniche. Atti del Convegno, Rimini 2004
Bologna
Ante Quem
2006
Una Spina nel piatto. Comacchio 2005
Ravenna
Banca Popolare di Ravenna
2005
Roma
L'Erma di Bretschneider
2004
I Greci in Adriatico, 2
Roma
L'Erma di Bretschneider
2004
Storia di Ferrara. 2, Spina tra archeologia e storia
Ferrara
Corbo
2004
2003
Mainz am Rhein
Von Zabern
2001
2000
Adriatico tra 4. e 3. sec. a.C. Vasi alto-adriatici tra Piceno, Spina e Adria. Atti del convegno di studi, Ancona,1997
Roma
L'Erma di Bretschneider
2000
Firenze
1999
Spina e il delta padano. Riflessioni sul catalogo e sulla mostra ferrarese
Roma
L'Erma di Bretschneider
1998
Classico Anticlassico. Vasi alto-adriatici tra Piceno, Spina e Adria
S. Giovanni in Persiceto
Aspasia
1997
Uno sguardo sul passato. Archeologia nel ferrarese. Catalogo della mostra
Firenze
All'insegna del Giglio
1995
1994
Due donne dell'Italia antica. Corredi da Spina e Forentum
Limena
Signum Arte
1993
Spina. Storia di una città tra Greci ed Etruschi
Ferrara
Maurizio Tosi Editore
1993
Studi sulla necropoli di Spina in Valle Trebba
Ferrara
1993
Firenze
1993
Gli Etruschi maestri di idraulica
Perugia
1991
Dionysos mito e mistero. Atti del Convegno internazionale, Comacchio 1989
Comacchio
1991
EYMOYS IA. Ceramic and Iconographic Studies in Honour of A. Cambitoglou
Sidney
1990
Dionysos. Mito e mistero
Bologna
Nuova Alfa Editoriale
1989
Mantova
1989
Mantova
1989
Lo specchio della musica. Iconografia musicale nella ceramica attica di Spina
Bologna
Nuova Alfa Editoriale
1988
La coroplastica di Spina. Immagini di culto
Ferrara
1987
La formazione della città in Emilia Romagna
Bologna
Nuova Alfa Editoriale
1987
Celti ed Etruschi nell'Italia centro-settentrionale dal V secolo a. C. alla Romanizzazione
University press Bologna
1987
Mainz am Rhein
Von Zabern
1986
Civiltà degli Etruschi
Milano
Electa
1985
Civiltà degli Etruschi
Milano
Electa
1985
Bologna
University Press
1985
Ferrara
1982
1984-86
Firenze
Olschki
1985
Ferrara
Deputazione di storia patria
1983
L'oro degli Etruschi
Novara
Istituto Geografico De Agostini
1983
Ferrara
1983
Pisa
1982
Ferrara
1981
Bologna
Calderini
1979
Mesagne
1978
Milano
1978
1978
Comacchio
1977
Ferrara
1977
Firenze
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1974
Milano
1974
1970
1970
1966
Bologna
1960
Firenze
Olschki
1959
Firenze
1960
Roma
L'Erma di Bretschneider
1965
Roma
1927
Roma
1924
area urbana
secc. VI/ III a.C.
Sorta sulla sponda destra del ramo del Po - detto Spinete o Eridano, poi noto come Padus Vetus - la città ebbe un carattere lagunare, in quanto distante circa tre chilometri dalla foce, con il vantaggio di un maggior riparo rispetto ad un affaccio marittimo diretto.
Punto privilegiato dell’espansione etrusca verso il Nord, a Spina convergono anche gli interessi dell’espansionismo commerciale ateniese. Grazie al suo carattere emporico la città accoglie una colonia di commercianti greci: le fonti antiche riflettono chiaramente questa duplice peculiarità dell’insediamento tant’è che talora ci si riferisce ad esso come ad una città greca in territorio etrusco.
L’importanza e la floridezza dello scalo portuale sono testimoniati dal fatto che, sull’esempio di altri potenti centri del Mediterraneo, gli spineti avevano eretto un tempietto-tesoro presso il santuario di Apollo delfico, la cui ricchezza era probabilmente frutto dei dazi sui commerci.
Secondo Dionigi di Alicarnasso la fine della città sarebbe da mettere in connessione con un prolungato assedio di barbari, da identificarsi con i galli, stanziatisi già verso la metà del IV sec. a.C. sulla fascia costiera. Spina sopravvisse e, pur privata dei contatti con il suo entroterra, continuò la sua esistenza forse grazie anche a pratiche di pirateria da parte dei suoi abitanti.
Soltanto il progressivo mutamento e insabbiamento di parte del Delta la porteranno alla definitiva decadenza; dopo un rapido declino, in età augustea Spina è ridotta a poco più di un villaggio. Plinio ne parla come di una città ormai scomparsa ed essa non verrà più menzionata negli itinerari di epoca imperiale che interessano il litorale.
L’abitato, parzialmente distrutto da due canali di bonifica, si è sviluppato sulla sponda del Po lungo un dosso proteso da nord a sud. Impostato su uno schema urbanistico di concezione ortogonale, poggiava su terreni bonificati ed appositamente rinforzati e si caratterizzava per il largo impiego negli alzati di materiali leggeri e fragili, di facile reperimento in ambiente deltizio e di rapida sostituzione in caso di inondazioni. L’estensione globale della città assommava a circa sei ettari e l’abitato, che era solcato da strade e canali, si estendeva anche sui dossi limitrofi assumendo un aspetto simile ad altri centri lagunari affacciati sull’Adriatico.
La zona funeraria era dislocata a non molta distanza nell’area delle Valli Trebba e Pega. Qui lavori di bonifica idraulica per la messa a coltura dei terreni hanno rivelato l’esistenza di un’unica vastissima necropoli che occupava alcune dune litoranee anticamente emergenti dalle acque lagunari. Le oltre 4.000 tombe scavate a varie riprese nelle due valli, per i loro corredi spesso di straordinaria ricchezza e complessità, rivelano il lungo fiorire della civiltà urbana spinete e la floridezza dello scalo marittimo.
La necropoli di Valle Trebba fu la prima ad essere scavata, negli anni 1922 - 1935, mentre l’esplorazione di Valle Pega, iniziata nel 1954, ebbe termine nel 1965.; si tratta per lo più di tombe monosome ad inumazione o a cremazione in fossa senza alcun apparato monumentale, ma sempre accompagnate da una serie di suppelletitili funerarie che sono in diretta relazione con il defunto e i diversi aspetti del rito di sepoltura.
Accanto ad elementi riferibili all’abbigliamento, all’ornamento e alla cura della persona, trovano posto utensili e recipienti che alludono alla cerimonia del banchetto funebre, all’apparecchio della tavola, alla consumazione del cibo, all’assunzione del vino. Vi sono poi numerosi manufatti collegabili con l’ambiente domestico come mobili e complementi di arredo. Non mancano oggetti relativi alle attività quotidiane dei defunti, oppure balocchi ed altre cose legate all’infanzia nel caso di tombe di fanciulli.
Le diverse tipologie e provenienze dei materiali presenti nelle necropoli esemplificano nitidamente la grande vitalità di Spina nell’aprirsi verso le acquisizioni esterne e danno l’idea dell’intenso flusso di scambi che questo scalo alle foci del Po – vero e proprio centro di smistamento e ridistribuzione di merci di lusso – ha attivato con i propri partners commerciali, fra i quali primeggiava Atene con i magnifici prodotti del quartiere Ceramico che costituiscono una delle più belle ed importanti collezioni di vasi figurati fuori da Atene stessa.