Civica Pinacoteca Il Guercino
Via G. Matteotti, 16
Cento (FE)
Barbieri Giovanni Francesco detto Guercino
1591/ 1666
dipinto murale

intonaco staccato/ applicazione su tela/ pittura a fresco
cm 120 (la) 80 (a)
sec. XVII (1615 - 1617)
n. 0090
Il riquadro mostra chiaramente la mano del Guercino, per esempio, per lo scorcio di paesaggio che si scorge dalla balaustra di una terrazza, dal quale arriva l'eroe, ancora in corsa, che ammonisce Circe di riconvertire in forma umana i suoi compagni.
Di spalle vediamo Euriloco, elemento di congiunzione fra l'eroe e la maga: essa offre da una mano, una coppa ad un acheo, dall'altra, impone il rituale della bacchetta magica.
Il tendaggio alle spalle di Circe (quasi a rappresentare delle quinte teatrali) si apre nel preciso momento di trasformazione di uno degli achei, nel quale è ancora riconoscibile una parte bestiale: la testa porcina.
Davanti a lei ci sono altri due compagni di Ulisse, entrambi trasformati in grossi cinghiali che attendono di essere ridotti nuovamente alla loro forma umana.

Le donne della saga omerica, come le sirene, Scilla e Circe, dalle quali Ulisse riesce a divincolarsi, proponevano nel XVI e XVII secolo un messaggio moralizzante: il trionfo per mezzo della forza della ragione sull'istinto della lussuria, per essere, così, in grado di riprendere il cammino verso la salvezza.
Dal punto di vista iconografico le qualità pittoriche di questo riquadro mostrano la mano del Guercino preponderante, rispetto quella degli aiuti, quali il Gennari e il Battistelli.Molto importante risulta, ancora una volta, la conoscenza delle incisioni del Tempesta, anche se sul piano ideativo, in questo affresco, sono aggiunti elementi tipicamente di gusto guerciniano.