FONTE
FONTE
AutoreGiulio Ossequiente
Titolo operaProdigiorum Liber
AnnoFine IV sec. d.C.
Periodoetà dei teodosidi
EpocaTarda Antichità
Noteed.: P. Mastandrea (a cura di), Prodigi, Milano 2005 (trad.: M. Gusso).
PASSO
Localizzazione9
Testo originale[CN. CORNELIO] Q. PETILLIO COSS. Cum immolassent victimas consules, iecur extabuit. Cornelius ex monte Albano rediens membris captus ad aquas Cumanas mortuus. Petillius contra Ligures dimicans occisus est.
TraduzioneCONSOLI GNEO CORNELIO E QUINTO PETILLIO. Avendo i consoli immolato durante un sacrificio, il fegato delle vittime apparve in decomposizione. Cornelio fu colpito da paralisi di ritorno dal monte Albano e morì alle terme di Cuma, Petillio fu ucciso in combattimento contro i Liguri.
Note176 a.C.
PASSO
Localizzazione26
Testo originaleServio Flacco Quinto Calpurnio coss. Mons Aetna maioribus solito arsit ignibus. Romae puer soldus posteriore naturae parte genitus. Bononiae fruges in arboribus natae. Bubonis vox primum in Capitolio, dein circa urbem audita: quae avis praemio posito ab aucupe capta combustaque, cinis eius in Tiberim dispersus. Bos locutus. In Numantia res male gestae, exercitus Romanus oppressus.
TraduzioneConsoli Servio Flacco e Quinto Calpurnio. Dal monte Etna scaturì in un'eruzione più violenta dell'ordinario. A Roma fu partorito un bambino privo dell'orifizio anale. A Bologna spuntò grano sugli alberi. Si udì il richiamo di un gufo dapprima sul Campidoglio e poi in tutta Roma quel volatile, catturato da un uccellatore dopo che era stata promessa una ricompensa, venne bruciato e le sue ceneri furono disperse nel Tevere. Un bue parlò. A Numanzia le operazioni militari furono condotte malamente e l'esercito romano subì dei rovesci.
Note135 a.C.
PASSO
Localizzazione40
Testo originaleSERVIO GALBA M. SCAURO COSS. Avis incendiaria et bubo in urbe visae. In laotomiis homo ab homine adesus. Ex Sibyllinis in insula Cimolia sacrificatun per triginta ingenuos [pueros] patrimos et matrimos totidemque virgines. Multa milia hominum intumescente Pado et stagno Arretino obruta. Bis lacte pluit. Nursiae gemini ex muliere ingenua nati, puella integris omnibus membris, puer a parte priore alvo aperto ita ut nudum intestinum conspiceretur, idem posteriore natura solidus natus, qui voce missa exspiravit. Contra Iugurtham prospere dimicatum.
TraduzioneCONSOLI SERVIO GALBA E MARCO SCAURO. Un uccello incendiario e un gufo furono visti a Roma. Nel carcere delle latomie [presso il Campidoglio] un uomo divorò un altro uomo. Nell'isola di Cimolo, secondo il responso dei “Libri Sibillini”, si celebrarono sacrifici con l'intervento di trenta fanciulli e altrettante ragazze, liberi e con entrambi i genitori viventi. Molte migliaia di persone morirono a causa dell'ingrossamento e dell'esondazione del Po e del lago di Arezzo [Trasimeno?]. Piovve latte per due volte. A Norcia furono partoriti due gemelli da una donna libera: una bambina con tutte le membra integre e un bambino col ventre aperto davanti, sicché potevano scorgersi le viscere scoperte, di dietro privo dell'orifizio anale: morì subito dopo aver emesso un gemito. Si combatté con successo contro Giugurta.

Note108 a.C.
PASSO
Localizzazione43
Testo originaleGAIO MARIO GAIO FLAVIO COSS. Bubo extra urbem visus. Bos locuta. Trebulae Mutuscae simulacrum in tempio quod capite adaperto fuit, opertum inventum. Nuceriae ulmus vento eversa, sua sponte erecta in radicem convaluit. In Lucanis lacte, Lunae sanguine pluit. Arimini canis locutus. Arma caelestia Tuderte Ameriaeque ab ortu et occasu visa pugnare, et ab occasu vinci: aruspicum responso populus stipem Cereri et Proserpinae tulit, virgines viginti septem dona canentes tulerunt. Luna interdiu cum stella ab hora tertia usque ad horam septimam apparuit. A fugitivis et desertoribus in Thurinis regiones vastatae. Cimbri Alpes transgressi per Hispaniam vastatam iunxerunt se Teutonis.

TraduzioneCONSOLI GAIO MARIO E GAIO FLAVIO. Un gufo fu visto fuori Roma. Una vacca prese a parlare. A Trebula Mutusca una statua in un tempio fu rinvenuta col velo sul capo, mentre prima era scoperta. A Nocera un olmo abbattuto dal vento, rialzatosi da solo, riprese a crescere vigoroso sulle proprie radici. Piovve latte in Lucania, sangue a Luni. A Rimini un cane si mise a parlare. A Todi e Ameria parve di veder armi da oriente e da occidente combattere in cielo, ma soccombere quelle dell'occidente: sulla base del responso degli aruspici il popolo recò offerte a Cerere e Proserpina, ventisette fanciulle vergini portarono i doni cantando. La luna accompagnata da una stella apparve in pieno giorno, dall'ora terza fino alla settima [dalle 9 alle 13 circa]. Nei pressi di Turi diverse località furono saccheggiate da schiavi fuggitivi e da disertori. Dopo aver percorso la Spagna, devastandola, i Cimbri varcarono le Alpi e si congiunsero ai Teutoni.
Note104 a.C.
PASSO
Localizzazione54
Testo originaleLUCIO MARCIO SEXTO IULIO COSS. Livio Druso tr. pl. leges ferente cum bellum Italicum consurgeret, prodigia multa apparverunt Urbi. Sub ortu solis globus ignis a septemtrionali regione cum ingenti sono caeli emicuit. Arretii frangentibus panes cruor e mediis fluxit. In Vestinis per dies septem lapidibus testisque pluit. Aenariae terrae hiatu flamma exorta in caelum emicuit. Circa Regium terrae motu pars urbis murique diruta. In Spoletino colore aureo globus ignis ad terram devolutus, maiorque factus e terra ad orientem ferri visus, magnitudinem solis obtexit. Cumis in arce simulacrum Apollinis sudavit. Aedis Pietatis in circo Flaminio clausa fulmine icta. Asculo per ludos Romani trucidati; cum ex agris in urbem pecora armentaque Latini agerent, strages hominum passim facta: armenta in tantam rabiem concitata sunt, ut vastando [agros] suos hostile imaginarentur bellum lacrimantesque multis affectibus calamitatem praesagirent suis.
TraduzioneCONSOLI LUCIO MARCIO E SESTO GIULIO. Mentre scoppiava la guerra italica a causa delle leggi del tribuno della plebe Livio Druso, molti prodigi avvennero in Roma; al sorgere del sole un globo di fuoco divampò con gran fragore nella regione del cielo rivolta a settentrione. Ad Arezzo, persone che spezzavano dei pani a metà, ne videro uscire sangue. Nel territorio dei Vestini, per sette giorni interi piovvero pietre e cocci. A Enaria balenò in cielo la fiamma proveniente da una voragine aperta nel terreno. Una parte della città e delle mura di Reggio furono distrutti da un terremoto che colpì i dintorni. Nell'area attorno a Spoleto un globo infuocato e fulgido come l'oro si schiantò sulla terra, poi da terra sembrò sollevarsi verso oriente, ingigantitosi al punto da coprire la grandezza del sole. Sudò la statua di Apollo sulla rocca di Cuma. Il tempio della Pietà nel circo Flaminio fu colpito da un fulmine mentre era chiuso. Ad Ascoli i cittadini romani furono uccisi durante i giochi. Mentre i Latini conducevano a Roma pecore e buoi dalle campagne, si perpetrarono ai loro danni vere stragi qua e là: gli animali grandi si eccitarono d'odio, al punto che devastando i campi lasciavano immaginare gli effetti di una guerra esterna, lamentandosi presagivano ai padroni con grande commozione l'imminente sciagura.

Note91 a.C.: si pensa che la Reggio menzionata sia Reggio Emilia perché nello stesso anno è registrato un terremoto anche a Modena.
PASSO
Localizzazione68
Testo originaleM. Antonio P. Dolabella coss. C. Octavius testamento Caesaris patris Brundisii se in Iuliam gentem adsc[itum aud]ivit; cumque hora diei tertia ingenti circumfusa multitudine Romam intraret, sol puri ac sereni caeli orbe modico inclusus extremae lineae circulo, qualis tendi arcus in nubibus solet, eum circumscripsit. Ludis Veneris Genetricis, quos pro collegio fecit, stella hora undecima crinita sub septemtrionis sidere exorta convertit omnium oculos: quod sidus quia ludis Veneris apparuit, divo Iulio insigne capitis consecrari placuit. Ipsi Caesari monstrosa malignitate Antonii consulis multa perpesso generosa fuit ad resistendum constantia. Terrae motus crebri fuerunt. Fulmine navalia [et alia] pleraque tacta. Turbinis vi simulacrum quod M. Cicero ante cellam Minervae pridie quam plebiscito in exilium iret posuerat, dissipatum membris pronum iacuit, fractis umeris bracchiis capite, dirum ipsi Ciceroni portendit. Tabulae aeneae ex aede Fidei turbine evulsae, aedis Opis valvae fractae, arbores radicitus et pleraque tecta eversa. Fax caelo ad occidentem visa ferri. Stella per dies septem insignis arsit. Soles tres fulserunt, circaque solem imum corona spic[e]ae similis in orbem emicuit, et postea in unum circulum sole redacto multis mensibus languida lux fuit. In aede Castoris nominum litterae quaedam Antonii et Dolabellae consulum excussae sunt, quibus utrisque alienatio a patria significata. Canum ululatus nocte ante pontificis maximi domum [Lepidi] auditi, ex his maximus a ceteris laniatus turpem infamiam Lepido portendit. Ostiae grex piscium in sicco reciproco maris fluxu relictus. Padus inundavit et intra ripam refluens ingentem viperarum vim reliquit. Inter Caesarem et Antonium bella exorta.
TraduzioneConsoli Marco Antonio e Publio Dolabella. A Brindisi Gaio Ottavio seppe di essere entrato per adozione nella gens Iulia, su disposizione testamentaria di suo padre Cesare; quando fece ingresso in Roma attorniato da una folla strabocchevole, all'ora terza del giorno [ca. alle 9], il sole racchiuso dentro un modesto circolo di cielo terso e sereno lo centrò con i lineamenti di un curva simile all'arcobaleno quando si tende fra le nubi. Nel corso dei giochi in onore di Venere Genitrice, che egli organizzò per conto del collegio sacerdotale, una cometa apparsa sotto la costellazione dell'Orsa attirò gli sguardi di tutti: piacque pensare che la stella, osservata per la prima volta durante i giochi di Venere, fosse quasi simbolo di incoronazione per la divinità di Giulio. Con generosa fermezza Cesare Ottaviano seppe resistere alle provocazioni subite per l'invidia mostruosa del console Antonio. Si verificarono parecchi terremoti. I cantieri navali e diversi altri luoghi furono colpiti da fulmini. Una violenta bufera abbatté il simulacro che Marco Cicerone aveva fatto collocare davanti alla cella di Minerva il giorno prima di partire per l'esilio in forza di un plebiscito: la statua giacque prona con le membra frantumate, rotte le spalle, le braccia e la testa: ciò costituì un presagio terribile per Cicerone stesso. Il turbine staccò le tavole di bronzo dal tempio della Fede, furono divelte le porte del tempio di Ops, gli alberi strappati dalle radici e molti tetti scoperchiati. Una meteora fu vista attraversare il cielo in direzione dell'occidente. Splendettero tre soli e intorno a quello più basso brillò qualcosa di simile a una corona di spighe disposte in cerchio, ritornato quindi uno il cerchio del sole per molti mesi rifulse di luce più debole. Nel tempio di Castore caddero alcune lettere dei nomi dei consoli Antonio e Dolabella, e questo significava per entrambi che la patria li avrebbe disconosciuti. Si udirono ululati di cani davanti alla casa del pontefice massimo; il più grande di loro, dilaniato dagli altri, presagì vergogna e infamia per Lepido. A Ostia un branco intero di pesci fu abbandonato sulla spiaggia dal riflusso della marea. Il Po uscì dagli argini, e quando riprese a rifluirvi lasciò sulle rive una gran massa di vipere. Tra Cesare Ottaviano e Marco Antonio fu guerra civile.
Note44 a.C., ma molti prodigi sono da collocare al 43 a.C. (dai terremoti in poi, forse anche la piena del Po). Alcuni storici pensano che le vipere lasciate dal Po siano in realtà una diffusione eccezionale di anguille.
PASSO
Localizzazione70
Testo originaleM. LEPIDO [L.] MUNATIO PLANCO COSS. Mula Romae ad duodecim portas peperit. Canis aeditui mortua a cane tracta. Lux ita [nocte] fulsit, ut tamquam die orto ad opus surgeretur. In Mutinensi victoriae Marianae signum meridiem spectans sua sponte conversum in septemtrionem hora quarta: cum haec victimis expiarentur, soles tres circiter hora tertia diei visi, mox in unum orbem contracti. Latinis in Albano monte cum sacrificaretur, ex um[er]o ac pollice Iovis cruor manavit. Per Cassium et Brutum in provinciis direptionibus sociorum bella gesta.
TraduzioneCONSOLI MARCO LEPIDO E LUCIO MUNAZIO PLANCO. A Roma, presso le Dodici porte, partorì una mula. La cagna del custode di un tempio morì e fu trascinata via da un altro cane. Una notte si ebbe una luce così forte che la gente si alzò per andare al lavoro come fosse sorto il nuovo giorno. Nel modenese la statua innalzata a ricordo della vittoria di Mario, che guardava verso mezzogiorno, all'ora quarta si girò da sola nella direzione opposta. Mentre questi prodigi erano espiati con vittime sacrificali, all'incirca alla terza ora del giorno apparvero tre soli, rapidamente concentratisi in un unico globo. Durante i sacrifici delle feste Latine sul monte Albano stillò sangue dalla spalla e dal pollice della statua di Giove. Nelle province, le attività militari di Cassio e Bruto consistettero in rapine degli alleati contro i Romani.
Note42 a.C.
COMPILAZIONE
COMPILAZIONE
Data2011
NomeAssorati G.
AGGIORNAMENTO – REVISIONE
Data2021
NomeParisini S.

ultima modifica: 20/01/2021
fonte

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, propri e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.