FONTE
FONTE
AutoreAmbrogio
Titolo operaExameron
Anno386/390 d.C.
Periodoetà dei valentiniani
EpocaTarda Antichità
Noteed.: G. Banterle (a cura di), I sei giorni della Creazione, Milano : Roma 1979 (trad. del curatore).
PASSO
Localizzazione12
Testo originaleDeinde cum ipsi dicant uolui orbem caeli stellis ardentibus refulgentem, nonne diuina prouidentia necessario prospexit, ut intra orbem caeli et supra orbem redundaret aqua, quae illa feruentis axis incendia temperaret? Propterea quia exundat ignis et fernet, etiam aqua exundauit in terris, ne eas surgentis solis et stellarum micantium ardor exureret et tenera rerum exordia insolitus uapor laederet. Quanti fontes fluuii lacus inrigant terras, quia eas internus quidam ignis uaporat! Vnde enim aut arbores germinarent aut frumenta uel sata prorumperent uel orta coquerentur, nisi ea interior quoque ignis animaret? Qui etiam de saxis frequenter excutitur et de ipso saepe, dum caeditur, ligno exilit. Ergo sicut necessaria ignis creatura, ut ordinata et disposita permaneant caelique clementia temperet aquarum rigorem, ita etiam aquarum redundantia non superflua, ne alterum altero consumeretur, quia nisi conueniens utriusque mensura sit, sicut ignis aquam exsiccat ita et aqua restringuit ignem. Ideoque pondere et mensura examinauit uniuersa; numerata enim isunt ei et stilicidia pluuiarum sicut in libro Iob legimus. Sciens uel rerum facilem defectum fore uel solutionem uniuersitatis, si alterum exsuperaretur altero, ita utriusque temperauit, dispendia, ut neque plus ignis exquoqueret neque exuberaret aqua quam inminutio fieret utriusque moderata, quae et superfluum detraheret et necessarium reseruaret. Itaque cum tanta de terris erumpant maximorum fluenta amnium, Nilus effuso Aegyptum stagnans flumine, Danubius de occidentalibus partibus barbarum atque Romanorum intersecans populos, donec Ponto ipse condatur, Renus de iugo Alpium usque in Oceani profunda cursus suos dirigens, Romani memorandus adversus feras gentes murus imperii, Padus maritimrum commeatuum Italicis subsidiis fidus invector: Rodanus rapido concitus cursu Tyrreni aequoris freta scindit, in quo non mediocre fertur navigantum periculum, dum inter se maris fluctus et amnis fluenta decernunt, itemque de septentrionali parte Phasis Caucaseis montibus fusus cum pluribus aliis in Euxinum se praecipitat mare — prolixum est singulorum persequi fluviorum nomina, qui vel in nostrum mare derivantur vel exinaniuntur Oceano —, cum tanta igitur ubertas aquarum sit, tamen plerumque terra meridianae plagae torretur ardoribus atque aestu soluta fatiscit in pulverem miserandi agricolae labore consumpto, ut frequenter ad potum siccatis puteis arido gurgite subsidium vitale deficiat. Et erit quidem quando dicat abysso: “Deserta eris, et omnes fluvios siccabo”, sicut per Esaiam futurum adnuntiavit. Sed etiam antequam ille dies adveniat divino praestitutus arbitrio, non minimum inter se ipsa elementorum natura decernit. Crebro itaque aut inundationibus mundus hic quatitur aut nimio aestu et ariditate vexatur.
TraduzionePoiché essi dicono che la sfera celeste, scintillante di stelle luminose, ruota su se stessa, forse la Provvidenza divina non fece necessariamente in modo che nell'interno della sfera del cielo e sopra di essa sovrabbondasse l'acqua per temperare la vampa del cielo infocato? Siccome il fuoco si diffonde e divampa, anche l'acqua si diffuse sulla terra, affinché questa non fosse riarsa dall'ardore del sole nascente e delle stelle sfavillanti e un calore fuor di misura non danneggiasse i germi ancor teneri delle cose. Quante fonti, fiumi, laghi bagnano la terra, perché un misterioso fuoco interno la riscalda! In qual modo germoglierebbero gli alberi o le biade e i seminati spunterebbero o, una volta nati, maturerebbero, se non desse loro vigore anche un fuoco nelle viscere della terra? Questo spesso viene fatto sprizzare anche dalle pietre e perfino si sprigiona dal legno mentre viene tagliato. Or dunque, come il fuoco è un elemento necessario affinché le cose rimangano ben ordinate e il tepore del cielo mitighi il gelo delle acque, cosí anche la sovrabbondanza delle acque non fu inutile per evitare che l'un elemento distruggesse l'altro, perché, se entrambi non fossero in giusta misura, come il fuoco asciuga l'acqua, cosí l'acqua spegnerebbe il fuoco. Iddio valutò tutte le cose in peso e misura: sono contate per lui anche le gocce di pioggia, come leggiamo nel libro di Giobbe. Sapendo che facilmente le cose sarebbero venute meno o l'universo si sarebbe dissolto, se l'uno dei due elementi avesse avuto il sopravvento sull'altro, regolò il consumo di entrambi in modo che il fuoco non producesse evaporazione né l'acqua sovrabbondasse oltre il limite di una moderata diminuzione reciproca che riducesse il superfluo e conservasse il necessario. Perciò, sebbene dalla terra sgorghino in così grande abbondanza le acque di grandissimi fiumi, il Nilo che allaga l'Egitto con le sue inondazioni; il Danubio che, partendo dalle regioni d'occidente, divide i Romani dai barbari prima di gettarsi in mare; il Reno che, nascendo dalla catena delle Alpi, dirige il suo corso verso le profondità dell'Oceano, memorabile bastione dell'impero romano contro le popolazioni barbariche; il Po, sicuro mezzo di trasporto dei rifornimenti marittimi per gli alleati italici; il Rodano che con la sua veloce corrente fende impetuoso le acque del mare Tirreno, costituendo, a quanto si dice, un pericolo non trascurabile per i naviganti quando i flutti marini e la corrente del fiume si scontrano fra loro; e così pure dal settentrione il Fasi che, scendendo dal Caucaso, con molti altri si riversa nel Ponto Eusino — sarebbe lungo citare il nome dei singoli fiumi che o si gettano nel nostro mare o si perdono nell'Oceano – pur essendovi tanta abbondanza d'acqua, tuttavia per lo più la terra della zona meridionale è riarsa dal calore e sbriciolandosi per la siccità si dissolve in polvere, rendendo vano il lavoro dello sventurato contadino, al punto che spesso, asciugatisi i pozzi e inariditisi i fiumi, manca l'acqua da bere indispensabile alla vita. E verrà tempo in cui Iddio dica all'abisso: “Diverrai un deserto e asciugherò tutti i fiumi”, come preannunciò per bocca d'Isaia. Ma, anche prima che giunga quel giorno stabilito dalla volontà divina, la stessa natura degli elementi suscita nel suo seno una lotta senza quartiere. Spesso infatti questo nostro mondo è sconvolto dalle inondazioni o è tormentato dal calore eccessivo o dalla siccità.
COMPILAZIONE
COMPILAZIONE
Data2011
NomeAssorati G.
AGGIORNAMENTO – REVISIONE
Data2021
NomeParisini S.

ultima modifica: 20/01/2021
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