viale Risorgimento 80
Reggio Emilia (RE)
1916/ 2008
Manfredini Alberto (progetto)
Manfredini Giovanni (progetto)
Harrasser Peter (progetto impianti)
Trascorsi alcuni anni dalla morte di Gallinari, l’amministrazione dell’ospedale decide di riprendere l’opera, cercando finanziamenti per il completamento; nel 1955 conferisce un secondo incarico a Manfredini con l’intento di adeguare le strutture esistenti, in parte demolite perché pericolanti, alle nuove esigenze del futuro Arcispedale Santa Maria Nuova. Il nuovo complesso mantiene la precedente suddivisione tra blocco degenze, gruppi operatori e servizi, mentre vengono divisi i reparti, tra la parte maschile e quella femminile, con percorsi indipendenti, ma collegati ai servizi generali dell’ospedale. La ripartizione delle sezioni viene individuata per tipo in senso orizzontale e per sesso in senso verticale, in modo tale che i percorsi per i degenti e per gli operatori siano del tutto indipendenti gli uni dagli altri. L’accettazione, l’amministrazione e la direzione sanitaria sono direttamente accessibili dall’esterno. L’Arcispedale Santa Maria Nuova mantiene l’originario telaio in cemento armato a vista, in parte ampliato, e tamponamenti in murature di mattoni a vista. Mantenute le finestre verticali sul fronte principale, vengono confermati anche i balconi continui sul prospetto posteriore del blocco degenze; il portico a doppia altezza scompare e rimangono cinque grandi aperture in corrispondenza dell’atrio d’ingresso, posto direttamente al piano terra. In questa fase dei lavori viene coinvolto l’architetto Eugenio Salvarani per la direzione lavori, che seguirà fino al completamento dell’opera. Negli anni a seguire Manfredini continua l’opera di ampliamento dell’ospedale e di tutti i suoi servizi annessi; nel 1962 progetta la nuova cappella, mentre negli anni ottanta, con la collaborazione dei figli Giovanni ed Alberto, realizza i servizi di radioterapia, medicina nucleare e la sede dei nuovi poliambulatori.
fonte: Mibact - Architetture del secondo '900 Fonte immagini: foto b/n AEM e Stanislao Farri
"5-457, 7-175, 187, 191, 220"