Quartiere PEEP Canalina
via Fenulli 1-9, via Bergonzi 2-10
Reggio Emilia (RE)

Pastorini Antonio (progetto)
Pastorini Paola (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Nel 1974 Antonio Pastorini, affiancato dalla figlia Paola, è incaricato dallo IACP di Reggio Emilia di redigere un progetto per ottantotto alloggi di edilizia economica popolare (appartenente al Piano Casa) da realizzare nell’area della Canalina, nella prima periferia a sud-ovest della città. Il nuovo complesso residenziale comprende residenze, locali dedicati ai servizi sociali, spazi comuni porticati e dotazioni verdi e di quartiere in grado di stimolare la vita collettiva e di relazione. L’intento sociale che sta alla base di tutta la progettazione è la realizzazione di una esperienza di residenza collettiva di stampo europeo, che porta a concentrare al massimo gli edifici attorno agli spazi comuni, a vantaggio di una maggiore superficie a disposizione per le aree verdi e i servizi di quartiere. Gli alloggi previsti si articolano in due aggregati disposti in modo speculare tra loro e con affaccio sullo spazio verde, mentre ogni aggregato è costituito da cinque corpi scala che distribuiscono sei blocchi di edifici collegati da spazi porticati. Ad ogni piano si sviluppano quattro appartamenti per un totale di cinque livelli, a cui si aggiunge il piano terra prevalentemente destinato a spazi collettivi. Questa tipologia soddisfa l’esigenza di suddividere un intervento esteso in fabbricati di dimensioni contenute e di creare unità abitative di più semplice gestione. Gli spazi verdi comuni sono accessibili dall’esterno, senza recinzioni, e quindi integrati con i percorsi pedonali e le aree di parcheggio. Il fronte sud-est del primo blocco affaccia direttamente sulla strada della Canalina, ponendosi in diretta relazione con l’arteria di traffico verso la zona sud della città. La struttura portante è in cemento a vista, il passo strutturale riportato in facciata tramite i pilastri scandisce i prospetti con direttrici geometriche. La trave di raccordo della pilastratura dei porticati del piano terra è volutamente sovradimensionate e lasciata a vista, con lo scopo di creare un netto stacco tra le superfici compatte della parte residenziale e le superfici vuote e permeabili degli spazi comuni al piano terra. Lo scheletro in cemento armato definisce il passo dei tamponamenti esterni che, nel progetto originario, dovevano essere realizzati con pannelli prefabbricati in cemento-graniglia, uno dei primi tentativi di utilizzo di elementi prefabbricati, come gli edifici GESCAL dell’area di San Pellegrino, anche in questo caso non realizzati e sostituiti da tamponamenti in laterizio. La copertura a falde è mascherata dall’ultima fascia di pannelli che fa da corona-mento dell’edificio.

fonte: da L’archivio di Antonio Pastorini. Un architetto tra professione ed impegno civile, catalogo della Mostra, Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi, 2013 Fonte immagini: Mibact - Architetture del secondo '900, Matteo Sintini