Galleria della Borsa
fra piazza Cavalli e largo Matteotti
Piacenza (PC)

Dodi Luigi (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Metà anni Cinquanta. Il boom economico è di là da venire, ma si annuncia, fa sentire in anticipo certi suoi benefici effetti. A Piacenza si pensa a costruire, anche in pieno centro, a due passi da quella piazza Cavalli dove già c’erano stati importanti interventi alla fine degli anni Trenta. Si realizza tra l’altro la Galleria della Borsa, per stabilire un collegamento tra la piazza principale e le vie attorno, e si decide di far affrescare al pittore piacentino più noto del momento, almeno in patria, Luciano Ricchetti, le due lunette che si trovano appena al di sotto dei lati corti della copertura. Il tema, quasi inevitabile in un simile luogo in cui si trovano gli uffici della Camera di Commercio e della Borsa, è il lavoro; del resto dovunque in Italia, negli stessi anni, in un’epoca ancora dominata dal problema della ricostruzione del Paese dopo i disastri della guerra, il lavoro viene celebrato, nelle sue varie forme, nei suoi molteplici vantaggi. Lo spazio da dipingere, piuttosto ristretto e allungato, non era dei più felici e accadde che il pittore si accorgesse, una volta preparati i cartoni, che la superficie a disposizione era inferiore rispetto al previsto, tanto che fu costretto a disegnare di getto le figure senza servirsi della preparazione. Da una parte, nel lato sud, troviamo l’immagine di Piacenza, vista come una matrona con un mannello di spighe, con riferimenti a vari aspetti della città e della provincia: i monumenti, le fabbriche, il mercato, la personificazione del Po, la raccolta dell’uva, le arti (c’è anche la tavolozza del pittore); dall’altra parte, a nord, troviamo la rappresentazione del lavoro agricolo con l’immagine di contadini intenti alle loro varie occupazioni (l’aratura, la mietitura, l’allevamento e così via). Passano pochi anni e già nel 1960 gli affreschi della Galleria della Borsa sono in cattivo stato, come viene segnalato da "Libertà" in febbraio. Successivamente si provvede a sistemare una nuova copertura in vetro, al centro della Galleria, e le due lunette vengono mutilate nella parte alta, per cui alcune figure risultano oggi prive di testa.