Vignola (MO)
L’edificio viene realizzato con materiali da costruzione tratti dal vicino fiume Panaro e mattoni. Assecondando le necessità di una costruzione semplice dettata dalle condizioni del cantiere in cui lavoravano gratuitamente maestranze in parte operanti nel settore ma anche volontari, l’edificio si caratterizza per l’estrema semplicità della composizione data dalla regolarità delle aperture.
Il piano terra è trattato ad intonaco rustico, mentre sui tre piani al di sopra di questo, il fronte principale è diviso in due parti: una intonacata con finestre quadrate e la restante con un paramento in mattoni faccia a vista scandito da finestre verticali, che nel risvolto d’angolo, lasciano un tratto di muro completamente cieco, che segna la posizione urbana dell’edificio e ospita la scritta con il nome a cui l’edificio è dedicato. Nel salone al piano terra, nel 1950, il pittore Aldo Borgognoni dipinge una parete di 20 X 4,5 metri con scene raffiguranti episodi della vita di Gramsci, della lotta partigiana, della liberazione e del primo dopoguerra (come l’eccidio del 9 gennaio alle Fonderie Riunite di Modena). In una di queste viene rappresentato anche Mario Pucci che discute del progetto con i rappresentanti della casa del Popolo. I pannelli sono andati perduti nel 1958 a seguito della ristrutturazione dell’immobile, così come il progetto originale non è ormai più leggibile a causa di interventi successivi.